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  • Giovedì 20 gennaio 2022

Forse la “sindrome dell’Avana” non è quello che si pensava

Secondo le analisi della CIA il misterioso malessere non è frutto di attacchi da parte di paesi stranieri, ma i risultati sono provvisori

L'ambasciata americana a Cuba (Chip Somodevilla/ Getty Images)
L'ambasciata americana a Cuba (Chip Somodevilla/ Getty Images)

Un rapporto preliminare della CIA ha concluso che la cosiddetta “sindrome dell’Avana”, il misterioso malessere che negli ultimi anni ha colpito centinaia di diplomatici americani sia nella capitale cubana che all’estero, probabilmente non è legata a presunti attacchi deliberati da parte della Russia o altri paesi stranieri, come si era ipotizzato. Ancora oggi non si sa con certezza quali siano le cause del malessere, ma secondo la principale agenzia di intelligence americana la maggior parte dei casi riscontrati dal 2016 a oggi è stata provocata da fattori ambientali o problemi medici.

I primi casi di sindrome dell’Avana furono riscontrati nel 2016, quando vari funzionari e diplomatici dell’ambasciata statunitense a L’Avana avevano cominciato ad avere nausea, spossatezza e forti mal di testa, ma anche problemi di vista, udito ed equilibrio e in alcuni casi problemi di memoria. Negli anni successivi furono registrati casi simili tra alcuni diplomatici canadesi che lavoravano a Cuba, e in seguito li segnalarono anche decine di funzionari americani che lavoravano nelle ambasciate di altri paesi, tra cui Austria, Cina, Russia, Germania e Colombia.

William J. Burns, il direttore della CIA, ha detto che la maggior parte dei circa mille casi di sindrome dell’Avana analizzati dall’agenzia è legata a motivi ambientali, a situazioni di stress elevato oppure a problemi medici che non erano stati diagnosticati in precedenza. Burns non ha fornito molti dettagli su quali possano essere i problemi medici che avrebbero causato il malessere, ma ha sottolineato che i risultati del rapporto sono provvisori e «in alcuni casi potrebbero lasciare la porta aperta a spiegazioni alternative».

L’FBI, il dipartimento della Difesa degli Stati Uniti e gli analisti di altri dipartimenti stanno continuando a investigare su una ventina di casi di malessere che finora sono rimasti senza una spiegazione. Come ha detto al New York Times un funzionario governativo che è al corrente delle indagini, si tratta di una manciata di casi riscontrati all’Avana all’inizio del 2016 e a Vienna nel 2021 e la loro analisi sarebbe in grado di fornire informazioni utili per capire se il malessere possa essere stato effettivamente provocato da un attacco di altri paesi.

La Russia non è mai stata accusata formalmente di aver avuto a che fare con le centinaia di casi riscontrati in tutto il mondo, ma negli ultimi anni i servizi di intelligence americani avevano sospettato che il malessere fosse collegato all’utilizzo di onde elettromagnetiche ad alta frequenza e che potesse essere il risultato di attacchi deliberati. Nonostante diverse indagini, però, non sono mai state trovate prove concrete a sostegno di questa teoria.

Alcuni funzionari governativi che avevano avuto i sintomi legati alla sindrome hanno ritenuto le conclusioni del rapporto della CIA insoddisfacenti, e hanno sottolineato che la spiegazione legata a mal di testa cronici o nausea sembri essere riduttiva e poco convincente. Nel frattempo, sui casi legati al misterioso malessere sta indagando anche una commissione indipendente di esperti che si sta concentrando su quali tecnologie avrebbero potuto provocarne i sintomi, almeno a livello teorico. La commissione deve ancora concludere il proprio rapporto.

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