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  • Lunedì 15 novembre 2021

Il finale di stagione di Formula 1 non era così appassionante da anni

Verstappen e Hamilton sono vicini in classifica, e anche in Brasile la loro rivalità si è manifestata tra scontri in pista e provocazioni

Max Verstappen e Lewis Hamilton (Mark Thompson/Getty Images)
Max Verstappen e Lewis Hamilton (Mark Thompson/Getty Images)

Quando mancano tre Gran Premi alla fine del Mondiale di Formula 1, i due piloti in testa alla classifica generale, Max Verstappen della Red Bull e Lewis Hamilton della Mercedes, sono separati da appena 14 punti. Man mano che si avvicina la fine della stagione – domenica 12 dicembre ad Abu Dhabi – la loro rivalità sta diventando sempre più intensa: il primo non è mai stato così vicino a un titolo mondiale, il secondo non ha intenzione di lasciarlo, anche se ne ha già vinti sette, di cui quattro consecutivi.

Nell’ultimo fine settimana a San Paolo, in Brasile, il confronto tra i due piloti — entrambi estremamente competitivi e già protagonisti di clamorosi incidenti, come quello a Monza lo scorso settembre — ha avuto la sua espressione più spettacolare e avvincente fin qui, e ha coinvolto peraltro anche le rispettive scuderie in uno scontro che per certi versi ricorda le più famose rivalità nella storia della Formula 1.

Nei precedenti due Gran Premi, corsi in Messico e negli Stati Uniti, Verstappen era riuscito a ottenere due vittorie consecutive e la Red Bull si era confermata come macchina più performante e affidabile. In Brasile, però, è cambiato tutto. La Mercedes di Hamilton ha infatti montato un nuovo motore, sfruttando quella parte di regolamento che consente di migliorare i motori, ma solo con evoluzioni sviluppate entro l’inizio della stagione, e anche di introdurre modifiche volte però a migliorare soltanto la tenuta e non le prestazioni.

Ciascun pilota può cambiare motore tre volte senza subire penalità. La quarta modifica costa almeno dieci posizioni in griglia di partenza, la quinta cinque. Per Hamilton quella in Brasile è stata la quinta modifica, cosa che ha comportato la penalità nella griglia di partenza di domenica. Oltre a questo, tra venerdì e sabato i giudici della FIA avevano riscontrato un’irregolarità di 0,2 millimetri nell’ala posteriore della sua monoposto, cosa che era costata l’annullamento dei suoi tempi in qualifica (in cui aveva ottenuto la pole position) e la partenza all’ultimo posto nella Sprint Qualifying di sabato (la piccola gara in fase di sperimentazione che stabilisce la griglia di partenza di domenica).

L’irregolarità dell’ala posteriore della Mercedes di Hamilton era stata evidenziata anche da Verstappen che, su probabile indicazioni della sua scuderia, al termine delle qualifiche di venerdì l’aveva toccata nel parco chiuso del circuito, cosa vietata dal regolamento. Per questo il pilota olandese era stato multato di 50mila dollari.

Nonostante la somma delle sanzioni, nel weekend in Brasile Hamilton ha rimontato quindici posizioni nella Sprint Qualifying, limitando così i danni nella griglia di partenza. Avrebbe dovuto partire quinto, ma ha cominciato al decimo posto per l’ulteriore penalizzazione: nella gara di domenica ha fatto un’altra rimonta spettacolare, sorpassando tutti i piloti davanti a sé e riuscendo a piazzarsi davanti a Verstappen dopo un serrato testa a testa, caratterizzato da un tentativo di sorpasso a cui l’olandese ha reagito difendendosi al limite del regolamento.

Sul circuito di San Paolo la Mercedes di Hamilton ha toccato una velocità massima di 339 chilometri orari, contro i 317 raggiunti da Verstappen. Christian Horner, team principal della Red Bull, ha commentato le prestazioni dei rivali dicendo: «La loro velocità in rettilineo è davvero impressionante, specialmente se consideriamo che hanno montato un’ala posteriore stile Monaco [cioè con parti più vicine tra loro, quelle precedentemente sanzionate dai giudici]». Toto Wolff, team principal della Mercedes, ha risposto dicendo: «Il motore fresco fa una grande differenza. I nostri avversari sono liberi di presentare reclamo, saremo a disposizione. Possiamo anche regalargli un’ala posteriore da mettere in salotto».

Due degli ultimi tre Gran Premi del Mondiale si correranno in circuiti nuovi per la Formula 1: fra una settimana a Losail, in Qatar, e poi a Gedda, in Arabia Saudita, il 5 dicembre. Nessuno ci hai mai corso in gara, e la potenza del nuovo motore Mercedes potrebbe fare la differenza più che altrove. Per questo motivo la Red Bull starebbe pensando di cambiare motore a Verstappen, accettando la penalità in griglia di partenza (sarebbe il quinto) per avere un motore più fresco per poter competere fino alla fine con la Mercedes.

Verstappen ha comunque 14 punti di vantaggio, e la fine del Mondiale sembra quindi aperta e imprevedibile come non succedeva da anni: almeno dal 2016, quando il tedesco Nico Rosberg arrivò primo con 5 punti di vantaggio proprio su Hamilton, suo compagno di squadra, piazzandosi secondo nelle ultime quattro gare. Per trovare un altro Mondiale in cui si contesero così da vicino il titolo due piloti di scuderie diverse occorre invece tornare indietro fino al 2012, quando Sebastian Vettel, allora alla Red Bull, vinse su Fernando Alonso – alla Ferrari – di tre punti.

Il finale di stagione di quest’anno è il più appassionante da molto tempo, e ancora di più per la qualità e il carisma dei due protagonisti. Hamilton è uno dei più grandi piloti della storia dello sport, se non il più grande (è sicuramente il più vincente, con 101 Gran Premi e sette titoli al pari di Michael Schumacher), mentre Verstappen da anni continua a battere record di precocità, essendo stato il più giovane pilota a correre un Gran Premio (2014) e a vincerlo (2016). Ora ha 24 anni e non ci sono veri dubbi sul fatto che sarà tra i piloti più dominanti del prossimo decennio: se dovesse vincere il Mondiale non sarà però il più giovane nella storia a farlo, visto che quando lo vinse nel 2010 Vettel aveva 23 anni.