C’è un nuovo accordo su una tassa minima globale sui guadagni delle multinazionali

(AP Photo/Patrick Semansky, Pool)
(AP Photo/Patrick Semansky, Pool)

Venerdì sera i rappresentanti di 136 paesi hanno trovato un nuovo accordo per imporre una tassa minima globale sui guadagni delle grandi multinazionali e ridurre le operazioni di elusione fiscale che finora hanno consentito a numerose aziende di non pagare tasse, o pagarne pochissime, in molti paesi in cui erano attive.

L’accordo rappresenta una nuova versione, con alcune modifiche, di quello già firmato a luglio da 130 paesi. Anche in questo caso è stato coordinato dall’OCSE, l’organizzazione che raggruppa 35 dei paesi più sviluppati al mondo, tra cui Stati Uniti, Cina e India, ma anche l’Italia. L’idea complessiva dell’accordo è che le multinazionali dovranno pagare un’imposta di almeno il 15 per cento in ciascuno dei paesi in cui operano.

Ai paesi che già avevano firmato l’accordo a luglio, nelle ultime ore si sono aggiunti Ungheria, Irlanda ed Estonia. Tra i paesi che ancora non hanno aderito ci sono invece Kenya, Nigeria, Pakistan e Sri Lanka. Come ha scritto su Twitter Mathias Cormann, segretario generale dell’OCSE, a oggi l’accordo è ora stato firmato da tutti i paesi del G20, tutti quelli dell’OCSE e tutti quelli dell’Unione Europea.

– Leggi anche: L’accordo globale per tassare le multinazionali

Ci si aspetta che, a partire dal 2023, la nuova tassa minima globale possa portare nel complesso circa 150 miliardi di dollari l’anno. Come ha scritto il New York Times, l’accordo – già celebrato dai principali leader mondiali –«dovrebbe essere finalizzato la prossima settimana a Washington dai ministri delle Finanze del G20, e i leader di questi paesi lo firmeranno probabilmente durante il loro incontri di ottobre a Roma».