Enrico Letta si candida a fare il segretario del PD

Dopo averci pensato per un paio di giorni, l'ex presidente del Consiglio ha accettato la proposta della dirigenza del partito

(ANSA/ GIUSEPPE LAMI)
(ANSA/ GIUSEPPE LAMI)

L’ex presidente del Consiglio Enrico Letta ha annunciato la sua candidatura alla segreteria del Partito Democratico, dopo averci pensato per un paio di giorni in seguito alle esplicite e insistenti richieste della dirigenza del partito, rimasto senza leadership in seguito alle dimissioni di Nicola Zingaretti. Domenica l’Assemblea del PD voterà sulla candidatura di Letta, che ci si aspetta sarà eletto a larga maggioranza.

Dopo le dimissioni di Zingaretti, arrivate un po’ a sorpresa dopo settimane di dure critiche e tensioni interne, il PD si era ritrovato a dover risolvere in fretta il problema della leadership, in un momento di generale e riconosciuta crisi del partito, spaccato sull’opportunità di un’alleanza stabile con il Movimento 5 Stelle e coinvolto nei delicati equilibri di un governo con la Lega e Forza Italia.

Per questo, i principali dirigenti del partito, da Dario Franceschini ad Andrea Orlando allo stesso Zingaretti, si erano rivolti a Letta, una figura di qualità umane riconosciute e rispettato a livello internazionale, che ormai da diversi anni si era allontanato dalla politica italiana e dalle dinamiche delle correnti del PD. La sua esperienza come capo di governo era finita dopo meno di un anno nel 2014, quando Matteo Renzi lo sostituì con una manovra ancora oggi piuttosto controversa e criticata all’interno del PD, e che allora ebbe però il sostegno quasi unanime del partito. Da allora Letta lavora a Parigi come direttore della Scuola di affari internazionali di Science Po. 

«Francamente lunedì scorso non avrei immaginato che oggi sarei stato qui ad annunciare la mia candidatura alla guida del Partito Democratico» ha detto Letta in un video pubblicato su Twitter, aggiungendo: «lo faccio per amore della politica, passione per i valori democratici». Letta ha ringraziato Zingaretti, anticipando un suo intervento all’Assemblea di domenica, chiedendo che i delegati votino sulla base delle sue parole e spiegando di voler aprire un dialogo sul futuro del partito nei circoli.

Alcune correnti del PD auspicavano probabilmente una risoluzione diversa della questione della leadership. Negli scorsi giorni, gli ex renziani di Base riformista e Matteo Orfini avevano per esempio parlato o perlomeno alluso a un congresso con annesse primarie per il segretario. Sembra invece che Letta abbia posto la condizione di rimanere in carica fino alla fine prevista del mandato, nel 2023. Secondo i retroscena, domenica dovrebbero votarlo anche le correnti più critiche, che a questo punto sembra non abbiano comunque molte alternative. Il presidente dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, che era considerato uno dei potenziali candidati alla prossima segreteria, ha dato nei giorni scorsi il suo sostegno a Letta per «una nuova fase costituente».