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  • Venerdì 19 giugno 2020

Il bus di “Into the Wild” è stato rimosso

Negli ultimi anni aveva attirato sempre più visitatori che volevano ripercorrere la strada di Christopher McCandless, mettendosi però spesso nei guai

(Seth LaCount/Alaska National Guard via AP)
(Seth LaCount/Alaska National Guard via AP)

Il vecchio bus reso celebre dal libro del 1996 Into the Wild di Jon Krakauer, e dall’omonimo film di Sean Penn del 2007 – che raccontano la storia di Christopher McCandless, il ragazzo di 24 anni che decise di trasferirsi in Alaska, vivendo di ciò che avrebbe trovato in natura – è stato rimosso giovedì per ragioni di sicurezza dalla zona in cui si trovava abbandonato da anni.

Il corpo di Christopher McCandless fu ritrovato il 6 settembre 1992 all’interno del bus, usato a volte come bivacco dai cacciatori della zona. Da alcune annotazioni piuttosto confuse dal suo diario, si scoprì che al momento del ritrovamento McCandless era morto da diciannove giorni. L’autopsia effettuata sul cadavere stabilì che era morto per inedia, cioè per gravissima malnutrizione, ma nel 1993 lo scrittore e alpinista americano Jon Krakauer iniziò a interessarsi alla vicenda e scoprì che nel diario di McCandless era riportato, sotto la data del 30 luglio, un appunto che diceva:

Estremamente debole. Colpa dei semi di pat[ate]. Gran difficoltà a reggermi in piedi. Ho fame.

Secondo la tesi di Krakauer, riportata nel libro Into the Wild, McCandless sarebbe stato avvelenato dai semi di una pianta simili a quelli della patata selvatica, e cioè la Hedysarum mackenzii, che secondo esami recenti conterrebbero la neurotossina ODAP, che lo avrebbe lentamente paralizzato. Nonostante ancora non ci sia certezza circa la causa della morte di McCandless, si sa che si trovava in una condizione ambientale molto difficile, che ancora oggi rende quel posto inospitale e molto pericoloso.

Il successo del libro e del film nel corso degli anni avevano reso il bus una meta di “pellegrinaggi” da parte di visitatori sempre più numerosi che si erano appassionati alla sua storia. Il bus si trovava nel parco nazionale di Denali, circa 382 chilometri a nord di Anchorage, in Alaska. Negli ultimi anni sempre più visitatori hanno ripercorso la strada di McCandless senza adeguati equipaggiamenti e competenze, e si sono sempre più di frequente messi nei guai. Lo scorso febbraio, per esempio, cinque turisti italiani erano stati costretti a chiedere soccorso mentre cercavano di raggiungere il bus, dopo essere rimasti bloccati tra i ghiacci, e uno di loro aveva un principio di congelamento ai piedi.

Da tempo perciò si discuteva della possibilità di rimuovere il bus, in modo da disincentivare l’arrivo di visitatori, o di costruire un ponte nella parte più stretta del vicino fiume Teklanka, un’operazione che però sarebbe stata piuttosto costosa. A marzo le autorità del distretto di Denali, il cui capoluogo è a circa 40 km dal bus, hanno votato all’unanimità per la rimozione del bus e giovedì il dipartimento che si occupa di salvaguardare le risorse naturali dello stato ha quindi agganciato il bus con un elicottero e lo ha portato via.

Il capo del dipartimento, Corri Feige, ha detto che il bus è stato trasportato in un luogo sicuro, e che in futuro si valuterà cosa farne. «Incoraggiamo le persone a godersi in sicurezza le aree selvagge dell’Alaska e comprendiamo quanta influenza abbia avuto questo bus sull’immaginazione popolare. Tuttavia, è un veicolo abbandonato e in via di deterioramento che ha richiesto operazioni di salvataggio sempre più pericolose e costose e che stava mettendo a rischio la vita di alcuni visitatori», ha detto Feige.

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