In che ordine guardare i film di Star Wars

E soprattutto: da dove iniziare per arrivare preparati all'ultimo film della saga, che esce a metà dicembre

Il 18 dicembre uscirà nei cinema il nono e ultimo film della saga di Star Wars, L’ascesa di Skywalker, che chiude una serie iniziata più di quarant’anni fa, nel 1977. La saga comprende tre trilogie, che condividono solo parzialmente i propri protagonisti e sono ambientate in periodi diversi, e due spinoff che coprono alcuni buchi lasciati dai film canonici. Tutto questo pone un problema pratico a chi non ha mai visto nessuno dei dieci film usciti finora e vuole arrivare preparato all’Ascesa di Skywalker, oppure per chi semplicemente vuole fare un ripasso: in che ordine bisogna guardarli?

Negli anni si sono sviluppate tre scuole di pensiero. La prima consiglia di guardare i film nell’ordine stabilito dal canone ufficiale, la seconda nell’ordine in cui sono usciti al cinema, mentre la terza – il cosiddetto Machete Order – è stata ideata nel 2011 dal programmatore informatico Rod Hilton con un lunghissimo post sul suo blog e da allora è stata sperimentata in tutto il mondo come valida alternativa ai primi due metodi. Al Post tempo fa consigliammo di recuperare i film di Star Wars seguendo proprio il Machete Order: ma da allora sono usciti altri quattro film, senza contare l’Ascesa di Skywalker, e le cose si sono fatte ancora più complicate. Di conseguenza, abbiamo provato ad elencare pregi e difetti di ogni singolo metodo: poi, liberi tutti.

Il canone ufficiale
Ha una sua importanza formale perché è quello ideato da George Lucas, il creatore della saga. Lucas ha detto in più occasioni che originariamente aveva pensato Star Wars come una saga di 12 film – poi ridotti a sei – e di avere iniziato dal quarto episodio solamente perché era l’unico che prevedeva una trama compiuta e indipendente dagli altri. Seguire il canone ufficiale significa quindi guardare i film nell’ordine in cui il suo ideatore li ha immaginati, rispettando in qualche modo la sua volontà. Ancora oggi la Disney, che ormai anni fa ha acquistato i diritti di Star Wars, usa il canone di Lucas per numerare i film della saga.

Per seguire il canone ufficiale, dunque, bisogna iniziare dai film della cosiddetta “trilogia dei prequel” – La Minaccia Fantasma, L’Attacco dei Cloni e La Vendetta dei Sith – usciti fra il 1999 e il 2005; proseguire con la “vecchia trilogia”, cioè quella dei film usciti dal 1977 al 1983; e concludere con la “nuova trilogia”, cioè quella attualmente in corso. Qui sotto trovate l’ordine per esteso.

La Minaccia Fantasma (I, 1999)
L’Attacco dei Cloni (II, 2002)
La Vendetta dei Sith (III, 2005)
[Solo]
[Rogue One]
Una nuova speranza (IV, 1977)
L’Impero colpisce ancora (V, 1980)
Il Ritorno dello Jedi (VI, 1983)
Il Risveglio della Forza (VII, 2015)
L’ultimo Jedi (VIII, 2017)
L’ascesa di Skywalker (IX, 2019)

Il difetto più evidente di questo metodo è che prima di arrivare ai film di gran lunga più famosi e apprezzati della saga – quelli della vecchia trilogia – bisogna sorbirsi tre film così così, cioè quelli della trilogia dei prequel, e per fare le cose per bene persino i due spinoff, Solo e Rogue One.

Seguire il canone ufficiale rovina inoltre due notevoli colpi di scena presenti nella vecchia trilogia, per chi non ne sa assolutamente nulla (come ad esempio un bambino piccolo). Chi inizia dalla trilogia dei prequel sa già che – SPOILER! – Darth Vader, il cattivo della vecchia trilogia, è il padre di Luke Skywalker, cioè il protagonista buono della stessa trilogia, e non può godersi appieno la rivelazione che Vader fa a Luke alla fine del quinto episodio, quando fra loro si era costruita una notevole rivalità (fino alla metà del sesto film, peraltro, permane l’ipotesi che Darth Vader si sia inventato tutto solamente per attirare Luke al lato oscuro della Forza).

Viene rovinata anche l’ambiguità della relazione fra Luke e la coprotagonista della vecchia trilogia, la principessa Leia: i due sono gemelli e la loro nascita viene mostrata nel terzo episodio, l’ultimo della nuova trilogia, rendendo chiaro che negli episodi successivi i due non svilupperanno alcuna relazione sentimentale (cosa lasciata volutamente in sospeso per buona parte del quarto e del quinto episodio). Per contro, va detto che i primi episodi sono pieni di computer grafica e battaglie fra astronavi e con le spade laser, e quindi decisamente più godibili per i bambini rispetto ai film un po’ lenti della vecchia trilogia.

L’ordine in cui sono usciti al cinema
Il suo pregio è sicuramente quello di guardare subito i film della vecchia trilogia, oggettivamente i più belli. Il guaio è che dopo aver visto tutti gli otto film la sensazione sarà quella di aver visto due saghe tutto sommato piuttosto simili – la vecchia e la nuova – intervallate da sei ore molto diverse, cioè la trilogia dei prequel. Sin dalle prime scene della Minaccia fantasma, chi ha già visto i film della vecchia trilogia sarà inoltre disorientato dal fatto che il bambino protagonista un po’ frignone diventerà uno dei cattivi più credibili nella storia del cinema.

La confusione aumenterebbe se si guardassero i due spinoff nell’ordine in cui sono usciti al cinema: Rogue One è un film piuttosto godibile, ma è ambientato 34 anni prima delle vicende del Risveglio della Forza e dell’Ultimo Jedi, i due film che lo hanno preceduto e succeduto al cinema.

Una nuova speranza (IV, 1977)
L’Impero colpisce ancora (V, 1980)
Il Ritorno dello Jedi (VI, 1983)
La Minaccia Fantasma (I, 1999)
L’Attacco dei Cloni (II, 2002)
La Vendetta dei Sith (III, 2005)
Il Risveglio della Forza (VII, 2015)
[Rogue One]
L’ultimo Jedi (VIII, 2017)
[Solo]
L’ascesa di Skywalker (IX, 2019)

Eppure, questo metodo rimane ancora il migliore per diverse ragioni: su tutte, il fatto che la parte più debole della saga viene confinata nella sezione centrale – come spesso succede anche nei libri più lunghi – mentre l’inizio e la fine rimangono più godibili. Per renderla ancora più fluida, poi, bastano alcuni accorgimenti: si può evitare di guardare La Minaccia Fantasma – il film meno bello dei nove, e anche il più autonomo – e tenersi gli spinoff dopo gli otto film “ufficiali”, nel caso voi o i vostri figli non siate ancora stufi.

Il “Machete Order” e la sua evoluzione
Rod Hilton ideò il suo metodo otto anni fa, quando ancora la nuova trilogia non era nemmeno in cantiere: perciò comprende soltanto i primi sei film della saga. L’idea di Hilton era quella di iniziare con il quarto e il quinto episodio, poi proseguire con il secondo e il terzo – evitando di guardare La Minaccia fantasma – e concludere con il sesto. Le ragioni di questo bizzarro metodo le ha spiegate Hilton stesso:

Il Machete Order fa sostanzialmente in modo che si crei molta tensione alla fine del quinto episodio, mentre la nuova trilogia viene utilizzata per dare un po’ di contesto prima del gran finale. Alla fine del quinto episodio, Darth Vader rivela a Luke di essere suo padre: col Machete Order, ci vogliono due interi film – il secondo e il terzo episodio – per capire che sta dicendo la verità, preservando in qualche modo la tensione originale: quando uscì il quinto episodio in molti credevano che Darth Vader stesse mentendo, e i loro dubbi durarono tre anni, fino all’uscita del sesto episodio quando la situazione viene spiegata da Obi-Wan. Guardare i due film della trilogia prequel dopo questa rivelazione fa sì che gli spettatori apprendano gradualmente e “coi fatti” la sua veridicità.

Il Machete Order, inoltre, inizia col film che più di tutti funziona da introduzione nell’universo di Star Wars – il quarto episodio – e si conclude con quello che ha il finale più soddisfacente, e cioè il sesto. Questo fa sì che un nuovo spettatore non inizi né concluda la propria visione con un film scarso, e in generale ha un suo equilibrio.

Nel 2015, poco dopo l’uscita del settimo episodio, Hilton ha pubblicato un nuovo post in cui provava a rispondere alle domande che gli erano arrivate riguardo alla nuova trilogia. Hilton proponeva un aggiornamento piuttosto semplice: i film della nuova trilogia vanno guardati uno dopo l’altro in coda ai cinque del Machete Order – «non vedo alcun beneficio narrativo nel guardarli in un ordine diverso» – mentre gli spinoff possono essere tenuti alla fine, insieme alla Minaccia Fantasma e alle varie serie tv animate e non (come Il Mandalorian, uscito da poco sulla piattaforma Disney+).

Anche col nuovo sistema, i pregi e i difetti del Machete Order rimangono più o meno gli stessi. Il vantaggio più evidente è quello di usare i due migliori film della trilogia dei prequel come un’enorme parentesi, inserita forse nel migliore spazio possibile. Il difetto principale rimane quello di separare nettamente il quinto e il sesto episodio, forse i più belli della saga oltre che finemente intrecciati fra loro. Dopo l’uscita della nuova trilogia, inoltre, il rischio è quello di creare una certa confusione nei neofiti; la parte centrale della visione prevede infatti di vedere di seguito tre film – La Vendetta dei Sith, Il Ritorno dello Jedi e Il Risveglio della Forza – realizzati in momenti storici diversi da tre produzioni diverse, e con personaggi e temi parecchio distanti fra loro.