È morto Filippo Penati

Aveva 66 anni ed era stato presidente della provincia di Milano tra il 2004 e il 2009

(ANSA/DANIEL DAL ZENNARO)
(ANSA/DANIEL DAL ZENNARO)

È morto Filippo Penati, che tra il 2004 e il 2009 era stato presidente della provincia di Milano. Penati era nato a Monza il 30 dicembre del 1952 e aveva iniziato la sua carriera politica nel Partito Comunista Italiano, passando successivamente al Partito Democratico della Sinistra, poi ai Democratici di Sinistra e infine al Partito Democratico. Tra il 1985 al 1993 era stato assessore al Bilancio del comune di Sesto San Giovanni, in provincia di Milano, di cui in seguito era stato anche sindaco, tra il 1994 e il 2001. Nel 2004 era stato eletto presidente della provincia di Milano con il centrosinistra e nel 2010 si era candidato alla presidenza della Lombardia, perdendo però contro il candidato di centrodestra Roberto Formigoni.

Nel 2011 Penati era stato accusato di corruzione e finanziamento illecito ai partiti nell’ambito dei procedimenti giudiziari per il cosiddetto “sistema Sesto”. L’inchiesta, che ottenne enorme evidenza mediatica, era iniziata nel luglio di quell’anno quando la Guardia di Finanza aveva fatto una serie di perquisizioni, tra cui una nell’ufficio di Penati. Dopo la notizia dell’indagine, Penati si autosospese e cinque giorni dopo lasciò ogni carica nel Partito Democratico e si dimise dalla vicepresidenza del Consiglio regionale.

Il processo iniziò nel 2013 e due mesi dopo fu dichiarata la prescrizione per il reato di concussione legato alle presunte tangenti ricevute per la vicenda “area Falck”, una delle questioni centrali dell’inchiesta. La prescrizione per il reato di concussione, a cui Penati non aveva rinunciato, fu confermata nel febbraio 2014 anche dalla Cassazione. Il 10 dicembre 2015 Penati venne assolto in primo grado, insieme agli altri dieci imputati, per i rimanenti reati di corruzione e finanziamento illecito ai partiti, relativi alla cosiddetta “operazione Serravalle”, in quanto «il fatto non sussiste», e la sentenza fu poi confermata in appello nel 2017.

Nel luglio del 2019, Penati era stato però condannato in appello dalla Corte dei Conti per il caso della Milano-Serravalle. La storia è quella legata all’acquisto da parte della provincia di Milano del 15 per cento della società che possiede l’autostrada A7 Milano-Serravalle dall’imprenditore Marcellino Gaviodi, azionista di minoranza, facendogli incassare una plusvalenza di 179 milioni di euro. L’accusa sosteneva che la provincia pagò per le azioni un prezzo molto maggiore di quello che avrebbero avuto sul mercato e quindi Penati, il capo di gabinetto Giordano Vimercati e altre due persone erano state condannate a risarcire il danno provocato dall’operazione e quantificato complessivamente in 44,5 milioni di euro (in primo grado, nel 2015, la Corte dei Conti aveva assolto Penati e gli altri imputati). Penati aveva annunciato che avrebbe presentato ricorso e proprio in quell’occasione aveva detto di essere malato di cancro da circa un anno.