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  • Sabato 24 agosto 2019

Le foto della catena umana di Hong Kong

Lunga 50 chilometri, nell'anniversario di quella che trent'anni fa fecero i cittadini di Lituania, Estonia e Lettonia per chiedere l'indipendenza dall'URSS

(Lillian SUWANRUMPHA / AFP)
(Lillian SUWANRUMPHA / AFP)

Nella serata di venerdì, a Hong Kong, dove da mesi proseguono proteste contro il governo e la polizia, migliaia di persone hanno formato una catena umana di 50 chilometri. La protesta è stata organizzata ieri perché era il 30° anniversario di una simile catena umana (in quel caso lunga 600 chilometri) che due milioni di persone formarono in Lituania, Estonia e Lettonia per chiedere l’indipendenza dall’URSS (ottenendola dopo sei mesi). A Hong Kong le persone si sono pacificamente date la mano, hanno cantato canzoni e fatto cori di protesta e, una volta arrivato il buio, hanno acceso i loro smartphone per rendere visibile anche dall’alto e da lontano la catena umana che avevano creato. La catena umana ha attraversato l’isola principale (chiamata Hong Kong) ma anche la penisola di Kowloon e i cosiddetti Nuovi Territori.

La catena umana di Hong Kong ha iniziato a formarsi nel tardo pomeriggio, su invito degli organizzatori delle proteste di questi mesi, ed è durata più o meno fino alle 21. Anche prima, però, le parti di catena umana che attraversavano strade venivano di tanto in tanto “rotte” per non creare troppi disagi al traffico. Una volta scioltasi la catena, i manifestanti hanno protestato per le strade in modo tradizionale. La protesta aveva anche un nome: ‘The Hong Kong Way”.

La catena umana lunga 600 chilometri

Le proteste di Hong Kong degli ultimi due mesi sono le più intense da quando, nel 1997, la regione tornò sotto il controllo – seppur indiretto – della Cina, dopo essere stata controllata dal Regno Unito. Le nuove manifestazioni sono iniziate il 6 giugno per protestare contro l’emendamento a una legge sull’estradizione che, se approvato dal Parlamento locale, avrebbe consentito di processare nella Cina contentale gli accusati di alcuni crimini gravi, come lo stupro e l’omicidio. L’emendamento è nel frattempo bloccato, ma le proteste sono proseguite, dirette più in generale verso governo e polizia.

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