Gli Stati Uniti hanno annunciato sanzioni contro i leader militari del Myanmar per le violenze sui rohingya

Donne e bambini rohingya in un campo profughi in Bangladesh (Paula Bronstein/Getty Images)
Donne e bambini rohingya in un campo profughi in Bangladesh (Paula Bronstein/Getty Images)

Il segretario di Stato statunitense Mike Pompeo ha annunciato mercoledì l’imposizione di sanzioni contro il capo dell’esercito birmano Min Aung Hlaing e altri importanti leader militari del Myanmar. Le sanzioni sono state decise dal governo statunitense come ritorsione per le sistematiche violenze e uccisioni compiute contro decine di migliaia di rohingya, minoranza musulmana del paese discriminata e perseguitata da moltissimi anni. Tra le altre cose, i militari obiettivo delle sanzioni non potranno entrare in territorio statunitense.

L’imposizione di sanzioni è il provvedimento più duro preso finora dagli Stati Uniti contro l’esercito birmano in risposta alle violenze sui rohingya. Pompeo ha spiegato come la recente decisione di Min Aung Hlaing di liberare diversi militari coinvolti nelle uccisioni illegali di rohingya nella cittadina di Inn Din sia stata «un vergognoso esempio della continua e grave mancanza di responsabilità dell’esercito e della sua leadership». Le violenze sui rohingya sono state condannate da molti governi ed organizzazioni internazionali, e sono state definite dall’ONU “genocidio” e “pulizia etnica”.