La criptovaluta di Facebook è quasi pronta

Sarà presentata la prossima settimana e potremo usarla dal 2020, ma restano alcuni punti da chiarire, dice il Wall Street Journal

La prossima settimana Facebook annuncerà Libra, un nuovo sistema di pagamento per scambiarsi denaro all’interno delle sue applicazioni per i messaggi, e non solo, basato sui sistemi già impiegati per le criptovalute come Bitcoin. La notizia non è ancora ufficiale ma il Wall Street Journal ha anticipato alcune informazioni, grazie a fonti interne all’azienda di Mark Zuckerberg. Il progetto sarà online nel corso del 2020 e potrebbe avere grandi conseguenze: non solo per Facebook, ma anche per il modo in cui milioni di persone si scambiano denaro e fanno acquisti online.

Il WSJ dice che Facebook ha già stretto accordi con i due più grandi gestori di carte di credito al mondo – VISA e Mastercard – e con PayPal, tra i sistemi più utilizzati per i pagamenti online e lo scambio di denaro tra utenti. Queste e altre società costituiranno una sorta di consorzio, mettendo ciascuna 10 milioni di dollari a disposizione dell’iniziativa. Il fondo sarà utilizzato per la creazione della nuova criptovaluta, che sarà agganciata a più valute internazionali in modo da evitare eccessive oscillazioni del suo valore, un problema cui sono soggette le tradizionali criptovalute.

Negli ultimi mesi Facebook ha organizzato riunioni e incontri riservati con i gestori di numerosi circuiti di pagamento online e con aziende delle telecomunicazioni, con l’obiettivo di mettere insieme circa un miliardo di dollari per avviare la sua iniziativa. Le trattative con alcuni di loro sono ancora in corso, quindi il numero di partecipanti potrebbe variare prima dell’avvio del servizio.

Nonostante l’anticipazione del WSJ, che era stata preceduta da altri articoli piuttosto informati a inizio marzo, restano ancora molti elementi da chiarire sul funzionamento della criptovaluta. Libra, se così si chiamerà nella sua versione definitiva, non sarà controllata direttamente da Facebook, né dai singoli partecipanti al consorzio. Come per le altre criptovalute, infatti, il sistema sarà distribuito: le singole transazioni saranno verificate dai dispositivi di più utenti che partecipano al sistema (se siete confusi, qui trovate una breve guida per farvi un’idea su come funzionano le criptovalute).

Oltre ai partecipanti al consorzio, Facebook ha avviato conversazioni e trattative con alcuni dei più grandi gestori di servizi online che prevedono l’utilizzo di sistemi di pagamento. Il sito Booking.com, uno dei più grandi per prenotare camere d’albergo, dovrebbe partecipare da subito all’iniziativa, così come alcuni gestori di servizi di e-commerce. È probabile che in una prima fase i siti coinvolti siano di medio-piccole dimensioni e indipendenti, oppure appartenenti a catene della grande distribuzione negli Stati Uniti, mentre dovrebbe restare fuori Amazon, che ha piani diversi sui pagamenti online e offre già alcuni servizi ai suoi utenti per pagare su altri siti attraverso con il servizio Amazon Pay.

L’obiettivo di Facebook è mantenere Libra il più distante possibile dal proprio social network, per quanto riguarda la gestione e l’organizzazione. In questo modo la società dovrebbe evitarsi problemi legati alla privacy e alla posizione dominante sul mercato, messa in discussione negli ultimi mesi da diversi membri del Congresso degli Stati Uniti. La criptovaluta sarebbe poi messa a disposizione degli utenti su Messenger, WhatsApp e Instagram, offrendo nuove soluzioni di pagamento sia per gli acquisti online sia per quelli nei negozi fisici.

I pagamenti tramite app per i messaggi stanno già riscuotendo un successo notevole nei paesi in cui sono disponibili. In Cina, il sistema WeChat viene usato per scambiarsi denaro, acquistare prodotti e pagare servizi di vario tipo. Il sistema è centralizzato e utilizza le normali valute, a differenza di Facebook che ne impiegherà una virtuale e con un controllo distribuito delle transazioni.

Facebook potrà contare su una base molto estesa di utenti che già usano i suoi servizi, circa 2,4 miliardi di persone in tutto il mondo, per favorire una rapida diffusione di Libra. Una quantità simile di utenti costituisce una base di partenza irrinunciabile per buona parte degli attuali grandi gestori di carte di credito e sistemi di pagamento, che difficilmente rifiuteranno di partecipare. I circuiti delle carte di credito temono da tempo che una nuova tecnologia, come quella cui sta lavorando Facebook, possa rendere via via marginale il loro ruolo e ridurre i ricavi che ottengono grazie alle commissioni sulle transazioni. Diventando parte del nuovo sistema, potrebbero attenuare i rischi di perdere clienti e ricavi.

Sempre secondo il WSJ, la prossima settimana oltre all’annuncio della nuova criptovaluta sarà diffuso un documento: una sorta di carta degli impegni che si assumono Facebook e il resto dei partecipanti al consorzio per offrire un sistema trasparente e il più aperto possibile. Il documento dovrebbe servire a Facebook per convincere i regolatori sulle sue buone intenzioni, ma potrebbe non essere sufficiente per convincere le autorità di controllo negli Stati Uniti e non solo.