Guida alle elezioni comunali di Firenze

Domenica il sindaco uscente del PD Dario Nardella affronta da favorito il candidato del centrodestra unito Ubaldo Bocci, mentre il M5S sembra fuori dai giochi

(AP Photo/Luca Bruno)
(AP Photo/Luca Bruno)

Domenica a Firenze si vota per le elezioni comunali. Il candidato favorito è il sindaco uscente Dario Nardella del PD, ex vicesindaco della città tra 2009 e 2014 quando era sindaco Matteo Renzi. Il suo principale avversario è Ubaldo Bocci, manager ed esponente del volontariato cattolico, candidato del centrodestra unito e alla sua prima esperienza politica. L’architetto Roberto De Blasi, candidato del Movimento 5 Stelle, non dovrebbe invece aver speranze di vittoria, così come gli altri cinque candati sindaci di liste minori.

Firenze è una delle ultime storiche città rosse. Fin dalla fine degli anni Settanta è governata da giunte di sinistra o centrosinistra e sembra che quest’anno non farà eccezione. Il principale sondaggio realizzato sulla situazione in città è stato fatto dalla società SWG all’inizio dello scorso marzo e secondo la rilevazione Nardella dovrebbe essere in testa con una forbice di voti tra il 52 e il 56 per cento, abbastanza da garantirgli l’elezione senza rischiare un pericoloso ballottaggio. Bocci, il candidato del centrodestra sostenuto da Forza Italia, Lega, Fratelli d’Italia e diverse liste civiche, dovrebbe fermarsi tra il 26 e il 30 per cento. De Blasi, candidato del Movimento 5 Stelle, dovrebbe fermarsi intorno al 10 per cento.

Pur essendo il capoluogo della Toscana, la regione rossa per eccellenza, Firenze è una delle città meno di sinistra dell’intera regione e, storicamente, ha sempre avuto un forte elettorato di centro e cattolico (tra la fine degli Anni Cinquanta e l’inizio dei Sessanta fu sindaco della città il democristiano Giorgio La Pira, un sindaco molto religioso, proclamato “venerabile” dalla Chiesa Cattolica). In anni recenti, Firenze ha espresso molti dei dirigenti più centristi e moderati del PD, il più famoso dei quali è proprio Matteo Renzi, sindaco della città tra 2009 e 2014 con Nardella come suo vice.

La vittoria di Renzi nel 2009 fu risicata per gli standard cittadini (era la prima volta che il candidato di centrosinistra doveva affrontare il ballottaggio) e fu almeno in parte causata dalla carica divisiva che Renzi portava con sé, era inoltre un ex esponente della Margherita, il partito fondato dopo varie vicissitudini dai democristiani di sinistra. Il suo successore, Nardella, ebbe vita più facile. Fu eletto sindaco nel 2014 con quasi il 60 per cento dei voti, quasi 15 mila più di quelli raccolti da Renzi cinque anni prima. Ad aiutarlo c’era stata la coincidenza del voto per le europee, quelle della storica vittoria del PD che raccolse oltre il 40 per cento dei consensi.

Durante il suo mandato Nardella è stato in genere apprezzato dai cittadini di Firenze che in diverse occasioni lo hanno indicato come uno dei sindaci più ben voluti d’Italia (nonostante alcune trovate un po’ bizzarre). Tra le opere più importanti del suo mandato c’è la prosecuzione della tramvia, l’opera in parte osteggiata dal suo predecessore Matteo Renzi e da quest’anno operativa in due linee. Quest’opera ha rappresentato una delle principali divisioni nella politica fiorentina degli ultimi anni ed è stata molto discussa anche in campagna elettorale.

Alcuni candidati, Nardella escluso ovviamente, si sono schierati contro all’opera e ogni suo possibile ampliamento. Il candidato del centrodestra Bocci ha detto di essere contrario perché l’attuale tramvia «è nata vecchia», ma sono il Movimento 5 Stelle e il suo candidato De Blasi ad aver trasformato la contrarietà all’opera in uno dei punti principali della loro campagna elettorale.

Al dibattito elettorale a cui all’inizio di maggio hanno partecipato tutti i nove candidati sindaco si è parlato anche di sicurezza. Bocci, del centrodestra, ha attaccato Nardella definendo Firenze una città insicura e ricordando che l’attuale sindaco ha assunto nuovi vigili soltanto a un mese di distanza dalle elezioni. Il sindaco uscente ha risposto ricordando che nel suo mandato ci sono state 200 assunzioni di nuovi vigili e sono state installate decine di nuove telecamere. Un altro tema sono le imposte locali, che tutti i candidati hanno promesso di abbassare.

L’ultimo vero tema su cui almeno una parte dei candidati si è divisa è quello dell’ampliamento dell’aeroporto di Peretola. Firenze ha un aeroporto molto piccolo, anche se ben servito dalla tramvia. L’aeroporto più grande e vicino è quello di Pisa ed è questo quello in genere utilizzato dai turisti. Da decenni si parla di ampliare l’aeroporto fiorentino, ma non è affatto semplice. L’attuale struttura è circondata da nuclei urbani e ogni ulteriore ingrandimento rischia di andare incontro alla contrarietà dei comuni vicini, come ad esempio quella di Sesto Fiorentino e di Prato, il cui candidato sindaco di centrodestra ha già detto di essere contrario all’opera.

Bocci invece ha detto di essere favorevole, schierandosi al fianco delle associazioni di imprenditori locali che, rappresentando soprattutto aziende del settore turistico, sono tutte favorevoli all’opera. Anche il sindaco uscente Nardella è a favore dell’opera, sostenuta anche da Renzi e del suo amico personale, l’imprenditore Marco Carrai, presidente della società che controlla l’aeroporto.