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  • Martedì 2 aprile 2019

Abdelaziz Bouteflika si è dimesso da presidente dell’Algeria

Era in carica del 1999 ma da settimane grandi proteste di piazza chiedevano le sue dimissioni, e pochi giorni fa era stato scaricato dall'esercito

Il presidente algerino Abdelaziz Bouteflika nel 2015 (AP Photo/Sidali Djarboub, File)
Il presidente algerino Abdelaziz Bouteflika nel 2015 (AP Photo/Sidali Djarboub, File)

Abdelaziz Bouteflika si è dimesso da presidente dell’Algeria, come avevano anticipato ieri i media nazionali algerini. Bouteflika – che ha 82 anni – era presidente dal 1999, ma da tempo era malato e dal 2013 si faceva vedere in pubblico soltanto di rado. Nelle ultime settimane, dopo l’inizio di enormi proteste di piazza contro di lui e il gruppo di persone accusato di governare il paese facendo le sue veci, aveva deciso di ritirare la sua candidatura per un nuovo mandato e aveva perso l’appoggio dell’esercito.

Dopo settimane di proteste, infatti, martedì scorso il capo dell’esercito algerino Gaid Salah aveva chiesto la destituzione di Bouteflika. Pochi giorni dopo, il 29 marzo, per il sesto venerdì consecutivo in Algeria c’erano state grandi manifestazioni antigovernative a cui avevano partecipato decine di migliaia di persone. I manifestanti chiedevano le dimissioni di Bouteflika, che invece aveva inizialmente annunciato di volersi candidare per un quinto mandato. Ma le proteste avevano in realtà riguardato l’intero sistema politico algerino e il circolo ristretto di persone che si ritiene abbia esercitato il potere negli ultimi anni al posto del presidente. In molti infatti credono che Bouteflika sia ormai manovrato da un gruppo politico, militare ed economico molto potente e influente che controlla il Fronte di Liberazione Nazionale, il partito che governa il paese dall’indipendenza nel 1962.

Le proteste in Algeria, spiegate

Proprio il capo dell’esercito algerino, Gaid Salah, era considerato come uno dei membri del circolo ristretto di persone che per anni avevano di fatto governato l’Algeria al posto di Bouteflika. Per questo il discorso con cui aveva invocato l’applicazione dell’articolo 102 della Costituzione algerina, che prevede che un presidente sia rimosso dal suo incarico in caso di «impedimento fisico all’esercizio delle proprie funzioni», era stato visto come una specie di colpo di stato (anche se la proposta non aveva implicazioni legali).

La proposta di Salah era stata appoggiata da diversi ex sostenitori del presidente, tra cui molti membri del FLN, e dal principale sindacato del paese, l’Union Générale des Travailleurs Algériens (UGTA). Anche uno dei suoi ultimi alleati, l’importante uomo d’affari Ali Haddad, aveva scaricato Bouteflika. Negli ultimi giorni l’opposizione aveva comunque rifiutato di appoggiare l’iniziativa dell’esercito, ritenuta un modo per salvare il regime senza di fatto cambiare niente.

Secondo la costituzione algerina, alle dimissioni del presidente il suo incarico viene assunto dal presidente del Consiglio della Nazione, la camera alta del parlamento, ed entro 90 giorni devono tenersi le nuove elezioni. Domenica sera, le televisioni di stato avevano annunciato che Bouteflika e il primo ministro avevano nominato un nuovo governo, che rimarrà in carica nel periodo di transizione.

Le dimissioni di Bouteflika non bastano più