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  • Giovedì 7 marzo 2019

Luka Jović, il più grande pericolo per l’Inter a Francoforte

È serbo, ha 21 anni e pare sia già pronto per diventare il centravanti di una grande squadra europea

Luka Jovic esulta dopo il gol segnato al Marsiglia nei gironi di Europa League (AP Photo/Michael Probst)
Luka Jovic esulta dopo il gol segnato al Marsiglia nei gironi di Europa League (AP Photo/Michael Probst)

L’Inter non si presenta nei migliori dei modi, questa sera a Francoforte, per la partita di andata degli ottavi di finale di Europa League. C’entra soprattutto il caso che sta minando la serenità della squadra e l’andamento della stagione, quello che riguarda Mauro Icardi, sparito dai giocatori disponibili dopo che il club ha deciso di revocargli la carica di capitano. Senza Icardi l’Inter è rimasta senza un centravanti di ruolo: stasera al suo posto giocherà ancora Lautaro Martinez, giocatore talentuoso e già apprezzato dai tifosi per l’impatto avuto al suo primo anno in Italia, ma che dovrà comunque adattarsi a una posizione diversa da quella che preferisce e non può garantire la prolificità di Icardi.

Ma c’entrano anche gli infortuni di Radja Nainggolan e Henrique Dalbert e le assenze dei centrocampisti Joao Mario e Roberto Gagliardini, esclusi dalla lista di registrazione per l’Europa League a causa delle limitazioni imposte all’Inter dalle sanzioni per aver violato il Fair Play Finanziario. Con soli diciannove calciatori convocati e senza un giocatore importante come Icardi, l’Inter dovrà vedersela contro l’Eintracht di Francoforte, squadra piuttosto giovane, con molto talento e in grande forma, che non perde una partita da dicembre. Il loro allenatore, l’austriaco Adi Hütter, ha anticipato che stasera proverà a giocare in maniera ancora più offensiva del solito, sfruttando le grandi potenzialità del suo centravanti titolare, Luka Jovic.

Jovic è serbo, ha 21 anni e in questa stagione sta segnando tantissimo: finora 21 gol in 32 partite. È un centravanti che si occupa principalmente della finalizzazione, motivo per cui risulta più incisivo se affiancato da seconde punte che contribuiscono allo sviluppo del gioco. È il capocannoniere della squadra e anche del campionato tedesco, a pari merito con Robert Lewandowski del Bayern Monaco. A ottobre ha segnato cinque gol in una sola partita, contro il Fortuna Düsseldorf. La frequenza con cui sta segnando in campionato – un gol ogni 97 minuti, quasi uno a partita quindi – è fra le più alte mai registrate in Germania. Da tempo Jovic è accostato sui giornali a tante grandi squadre europee, che vorrebbero acquistarlo.


Jovic si è affermato nel calcio europeo da una stagione all’altra, anche se da tempo è considerato uno dei centravanti più promettenti in circolazione. È a Francoforte da due stagioni e tuttora è in prestito dal Benfica, la squadra che lo comprò diciassettenne dalla Stella Rossa, il club serbo in cui è cresciuto. In Portogallo, tuttavia, ci arrivò forse troppo presto. Dopo essere stata affidato alla seconda squadra, il Benfica decise di farlo maturare mandandolo in prestito in Germania. All’Eintracht si ambientò subito bene, soprattutto grazie all’allenatore, il croato Niko Kovac (ora al Bayern Monaco), che lo inserì gradualmente fra i titolari in un reparto composto da altri due suoi connazionali: il trequartista Mijat Gacinovic e l’esterno Filip Kostic. L’anno scorso giocò 27 partite e segnò 9 gol, quasi la metà di quelli segnati in questa stagione, ma in un minor numero di partite. Insieme all’altro attaccante, Sebastien Haller, e al croato Ante Rebic, forma uno dei trii offensivi più prolifici e interessanti in Europa.

Che fosse una sorta di predestinato, alcuni lo immaginarono già al suo arrivo nella Stella Rossa. Per entrare nel settore giovanile della squadra di Belgrado, Jovic dovette passare la selezione di Toma Milicevic, figura storica del club, prima da giocatore e poi da allenatore delle giovanili, ruolo in cui ha lanciato le carriere di tanti calciatori serbi di successo, tra i quali Vladimir Jugovic e Dejan Stankovic. Milicevic intravide le qualità di Jovic e per questo lo fece entrare nell’accademia a pieni voti. Il giocatore si trasferì da Janja, paesino della Repubblica Serba di Bosnia, e a Belgrado non giocò quasi mai con i suoi coetanei, perché venne aggregato regolarmente alle categorie superiori. In meno di due anni passò dai sedicenni alla prima squadra.

Poi, il 28 maggio 2014, all’ultima giornata di campionato, la Stella Rossa si ritrovò la possibilità di vincere il campionato dopo sei anni deludenti in cui era stata sempre superata dal Partizan, la sua grande rivale. Per tornare a vincere il titolo nazionale le sarebbe bastato un pareggio a Novi Sad contro il Vojvodina. A meno venti minuti dalla fine della partita, con la Stella Rossa in svantaggio di un gol, e quindi con il Partizan virtualmente campione, Jovic esordì in campionato. Dopo appena cinque minuti, su un lancio corto dal limite dell’area, segnò il suo primo gol tra i professionisti al primo pallone toccato, dando il titolo alla Stella Rossa e diventando, a sedici anni e centosei giorni, il più giovane marcatore di sempre nella storia del club, togliendo il primato a Dejan Stankovic.