Giuseppe Conte dice che il capo è lui

E quindi non è colpa di Salvini o Di Maio se ha ricevuto delle critiche per il discorso al Parlamento Europeo

Il virgolettato di Giuseppe Conte sulla prima pagina di Repubblica del 14 febbraio 2019
Il virgolettato di Giuseppe Conte sulla prima pagina di Repubblica del 14 febbraio 2019

In un “colloquio” con il giornalista di Repubblica Claudio Tito, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha parlato delle critiche che ha ricevuto per il suo discorso al Parlamento Europeo e ha detto che non è colpa dei vicepresidenti Matteo Salvini e Luigi Di Maio se è stato criticato:

Perché il leader del governo sono io, più di loro. Io rappresento l’unità e l’azione dell’esecutivo.

Il discorso di Conte al Parlamento, molto atteso dai giornali italiani, è stato abbastanza generico e molto distante dai toni e dagli argomenti usati in questi mesi dal Movimento 5 Stelle e dalla Lega. Moltissimi europarlamentari, inoltre, non si sono presentati in aula: decine di seggi sono rimasti vuoti, molti più del normale per un discorso di un capo di governo di un paese così importante.

Buona parte dei parlamentari che hanno preso parola durante il dibattito ha usato toni severi, accusando il governo italiano di trattare in maniera disumana i migranti, di aver impedito che l’Unione Europea trovasse una linea comune sulla crisi in Venezuela e di non partecipare a sufficienza ai vertici fra i governi europei. Si è parlato soprattutto dell’intervento di Guy Verhofstadt, il capogruppo dei liberali, che in italiano si è detto dispiaciuto del fatto che l’Italia sia diventata il «fanalino di coda» in Europa in vari ambiti, fra cui la crescita economica, e ha definito Conte «un burattino» nelle mani di Matteo Salvini e Luigi Di Maio. Commentando le critiche ricevute e le responsabilità di Salvini e Di Maio con Repubblica, Conte ha detto:

Non ho mai detto che la colpa è loro. Non mi verrebbe mai in mente. Che poi le critiche fossero dirette anche a loro, è oggettivo. Ma io sono il presidente del Consiglio. Sono il leader del governo, più di loro. E non prenderò mai le distanze dai miei ministri. Io rappresento l’unità e l’azione del governo.

Riferendosi agli europarlamentari che hanno criticato il governo, invece, Conte ha detto:

Hanno insultato me e attraverso di me tutto il nostro Paese. Non potevo accettarlo. E avevo l’obbligo di far notare che io, a differenza di altri, non sono un prestanome di qualche comitato d’affari. Che non ho conflitti di interesse.