Claudio Baglioni dice che sui migranti “siamo alla farsa”

Durante la conferenza stampa di presentazione del Festival di Sanremo ha parlato delle due navi Sea Watch 3 e Sea Eye

Claudio Bisio, Claudio Baglioni e Virginia Raffaele durante la conferenza stampa di presentazione del 69esimo Festival di Sanremo, 9 gennaio 2019. (ANSA/ RICCARDO DALLE LUCHE)
Claudio Bisio, Claudio Baglioni e Virginia Raffaele durante la conferenza stampa di presentazione del 69esimo Festival di Sanremo, 9 gennaio 2019. (ANSA/ RICCARDO DALLE LUCHE)

Durante la conferenza stampa di presentazione del Festival di Sanremo, il conduttore e direttore artistico Claudio Baglioni ha risposto a una domanda sui migranti. Più precisamente, gli è stato chiesto: «Questo è il festival della canzone italiana come è giusto che sia. E lo slogan “solo musica italiana” piacerà molto a Salvini. Ma come si trova a condurre un festival di solo musica italiana quando il ministro dell’Interno all’insegna di “prima gli italiani” lascia in mare decine di persone e chiude i porti?». Baglioni ha dato una risposta piuttosto lunga: ha parlato del suo storico impegno a Lampedusa e del festival O’Scià organizzato per sensibilizzare sulla questione degli sbarchi, e poi ha fatto un diretto riferimento alle due navi Sea Watch 3 e Sea Eye con a bordo 49 persone che solamente ieri sono sbarcate a Malta:

«Non si può pensare di risolvere il problema di milioni di persone che sono in movimento, che sono in disagio, evitando lo sbarco di quaranta o cinquanta persone: “Ne prendo tre io, tre, due l’altro”. Siamo un po’ alla farsa, questo ce lo dobbiamo dire».

Baglioni ha poi criticato il governo e anche quelli precedenti sulla questione della gestione dei migranti:

«Credo che le misure messe in atto dal governo, come da tutti i governi precedenti, non siano assolutamente all’altezza della situazione. Ma adesso è una grana grossa. Se fosse stata presa in esame molti anni fa, forse non saremmo arrivati a questo punto».

E ancora:

«Il nostro paese, ma non solo il nostro, è terribilmente incattivito, rancoroso, lo è nei confronti di qualsiasi altro che non sia piacevole, fortunato, amico nostro. Qualsiasi altro è un essere pericoloso. Guardiamo con sospetto l’altro e anche la nostra ombra»

Da Varsavia, il ministro dell’Interno Matteo Salvini ha replicato a Baglioni su Twitter: «Canta che ti passa, lascia che di sicurezza, immigrazione e terrorismo si occupi chi ha il diritto e il dovere di farlo».