Il gruppo francese Bolloré è stato incriminato nell’ambito di un’inchiesta su presunte tangenti pagate in Africa nel 2010

Vincent Bolloré (ERIC PIERMONT/AFP/Getty Images)
Vincent Bolloré (ERIC PIERMONT/AFP/Getty Images)

Il gruppo francese Bolloré – una delle società più grandi del mondo, con interessi e attività in tantissimi ambiti diversi – è stato incriminato per corruzione di funzionari stranieri, concorso in abuso di fiducia e falso, nell’ambito di un’inchiesta su presunte tangenti pagate in Africa nel 2010. Il sospetto dei magistrati è che tramite la società controllata Havas, Bolloré abbia fornito consulenze a prezzo di favore a due candidati presidenti in altrettanti paesi africani, Togo e Guinea, in cambio di favori commerciali, e cioè la concessione per sfruttare due importanti porti commerciali. In un breve comunicato stampa la holding Bolloré SA ha fatto sapere di essere estranea ai fatti.

Circa sei mesi fa era stato incriminato, con le stesse accuse mosse oggi al gruppo, Vincent Bolloré, uno degli uomini più ricchi di Francia che ha iniziato la sua carriera gestendo la cartiera di famiglia e che negli anni ha acquistato partecipazioni in aziende di vari settori, dai trasporti alle comunicazioni. Oggi ad esempio è il principale azionista di Vivendi, una grossa azienda francese di telecomunicazioni che a sua volta è l’azionista di maggioranza di Tim. Ma Bolloré è anche chiamato “il re dell’Africa”, perché gestisce decine di infrastrutture nel continente.