Oggi molti piloti di Ryanair scioperano

Lo sciopero non riguarda l'Italia tranne che per i voli diretti o provenienti da Germania, Svezia, Irlanda, Belgio e Paesi Bassi: i voli cancellati sono 400

Un aereo Ryanair fermo all'aeroporto di Hahn, in Germania, il 10 agosto 2018 (Thomas Frey/dpa via AP)
Un aereo Ryanair fermo all'aeroporto di Hahn, in Germania, il 10 agosto 2018 (Thomas Frey/dpa via AP)

Un sesto dei voli di Ryanair in programma per oggi sono stati cancellati a causa di uno sciopero dei piloti tedeschi, svedesi, irlandesi, belgi e olandesi. Sono 400 voli in tutto, in gran parte da e per la Germania. È l’ultimo di una lunga serie di scioperi dei dipendenti della compagnia aerea low cost irlandese organizzati negli ultimi mesi per chiedere migliori condizioni contrattuali. In particolare, i piloti tedeschi chiedono un aumento salariale, mentre gli altri vorrebbero che Ryanair smettesse di applicare a tutto il suo personale di bordo contratti regolati dalla legge irlandese, che dal punto di vista delle tutele per i lavoratori sono i peggiori d’Europa. La stessa richiesta in questi mesi è stata portata avanti anche dai sindacati dei piloti di Italia, Spagna e Portogallo.

A causare i maggiori disagi oggi sarà lo sciopero indetto con poco preavviso dal sindacato tedesco Vereinigung Cockpit, che ha portato Ryanair a cancellare 250 voli da e per la Germania. Il secondo paese più colpito sarà il Belgio, con 104 voli cancellati, mentre nei Paesi Bassi nonostante lo sciopero non ci saranno voli cancellati. Lo scioperò di oggi durerà 24 ore e i passeggeri coinvolti sono più di 40mila. Ryanair ha detto che alla maggior parte di loro è già stata offerta un’alternativa ai voli cancellati. Finora il più grande sciopero dei piloti di Ryanair è stato quello del 25 e del 26 luglio scorsi, quando più di 600 voli erano stati cancellati.

Ryanair sta avendo difficoltà con i sindacati di tutta Europa a raggiungere un accordo sui contratti collettivi di lavoro e ha reagito molto duramente alle ultime rivendicazioni, minacciando di ridurre i posti di lavoro negli aeroporti coinvolti negli scioperi e di trasferire i lavoratori altrove. Solo dallo scorso dicembre Ryanair riconosce i sindacati dei piloti come interlocutori per le trattative di lavoro: nei precedenti 32 anni della sua storia aveva rifiutato di farlo e ha cominciato solo perché i sindacati di molti paesi europei avevano indetto uno sciopero a pochi giorni dall’inizio delle vacanze di Natale, nel dicembre 2017.

Il CEO di Ryanair Michael O’Leary sostiene che se i contratti dei piloti fossero adeguati alle leggi del loro paese di provenienza ci sarebbe un grosso «impatto sui costi, sulla produttività e sulla complessità delle operazioni» della compagnia aerea. Per O’Leary l’applicazione della legge irlandese sui contratti dei dipendenti è una parte fondamentale della riduzione dei costi che permette a Ryanair di applicare tariffe economiche vantaggiose per i clienti.