L’uomo al centro del nuovo caso Roma

Luca Lanzalone, l'avvocato e manager arrestato per l'inchiesta sullo stadio della Roma, da almeno tre anni era uno dei più importanti consiglieri del M5S

(ANSA/MASSIMO PERCOSSI)
(ANSA/MASSIMO PERCOSSI)

Mercoledì a Roma nove persone sono state arrestate con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione in una vicenda che riguarda la futura costruzione del nuovo stadio della Roma. Secondo i magistrati, la società calcistica della Roma è del tutto estranea alla vicenda; non si può dire altrettanto del Movimento 5 Stelle, il partito della sindaca di Roma Virginia Raggi, visto che il capogruppo in comune del partito, Paolo Ferrara, è indagato e per questo si è autosospeso dal Movimento. Soprattutto, però, era molto vicino al Movimento e godeva della fiducia dei suoi massimi vertici l’avvocato genovese Luca Lanzalone, attualmente agli arresti domiciliari.

Lanzalone ha 49 anni ed è un importante avvocato genovese specializzato in diritto societario. Il Sole 24 Ore ha raccontato che in passato Lanzalone aveva lavorato per le giunte PD di Crema e Genova, dove si è occupato di risolvere problemi con le società partecipate. Dal 2016 ha iniziato a collaborare con il Movimento 5 Stelle. Secondo il Corriere della Sera fu l’attuale ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, uno dei più stretti collaboratori di Di Maio, a indicarlo come possibile consulente al sindaco di Livorno Filippo Nogarin, che all’epoca si trovava a gestire la complicata vicenda dell’Aamps, l’azienda municipale che si occupa dei rifiuti, che rischiava il fallimento.

La vicenda si risolse bene per il sindaco Nogarin e nel corso dell’estate 2016 Lanzalone fu presentato a un altro amministratore locale del Movimento 5 Stelle in grosse difficoltà, la sindaca di Roma Virginia Raggi. La sindaca e altri esponenti del Movimento hanno raccontato che Lanzalone gli venne presentato da Bonafede e da un altro stretto collaboratore di Di Maio, l’attuale ministro per i Rapporti con il Parlamento Riccardo Fraccaro. Fraccaro e Bonafede spiegarono a Raggi che le competenze di Lanzalone avrebbero potuto essere molto utili a gestire i problemi che continuava a procurarle l’inestricabile giungla delle società partecipate dal comune di Roma, costantemente in perdita e continuamente colpite dagli scandali.

Raggi ha spiegato che Bonafede e Fraccaro si interessarono della vicenda in quanto “responsabili degli enti locali” del Movimento. «Vennero a darci un supporto. E, quando chiesi di approfondire la questione del concordato preventivo, mi presentarono l’avvocato Lanzalone», ha spiegato Raggi (alcuni giornali hanno invece definito esplicitamente i due ministri come dei “tutor” della sindaca, incaricati di controllarne l’operato per conto dei vertici del Movimento e imporle scelte e nomi). Il ruolo di Lanzalone all’inizio fu abbastanza ambiguo, anche perché non ricopriva incarichi istituzionali, la sua funzione sembrava essere quella di consigliere e di suggeritore di nomi e di possibili soluzioni.

L’ex assessore ai Rifiuti di Roma, Paola Muraro, disse per esempio che era stato Lanzalone a suggerire il nome di Stefano Bina per l’incarico di direttore generale di AMA, l’azienda municipalizzata che si occupa dei rifiuti di Roma (come molti altri manager e assessori del comune di Roma, Bina si è dimesso poco più di un anno dopo aver ricevuto l’incarico). Nello stesso periodo i giornali riportarono che Lanzalone era stato incaricato di passare in rassegna tutti gli atti dell’ex capo di gabinetto del sindaco Raffaele Marra, arrestato per un caso di corruzione, alla ricerca di ulteriori irregolarità. Uno degli indagati nel caso dello stadio della Roma in un’intercettazione telefonica definisce Lanzalone il “Mr. Wolf” del comune, un riferimento a un personaggio del film Pulp Fiction, il cui compito è “risolvere problemi”.

All’inizio del 2017 il ruolo di Lanzalone come consulente e “risolutore di problemi” era divenuto sufficientemente noto da provocare un’interrogazione dei consiglieri PD. «Siamo in presenza di una sorta di eminenza grigia», scriveva il gruppo del Partito Democratico, «cui appare essere stato affidato il compito di tutore del sindaco o la sua rappresentanza in contesti decisionali particolarmente rilevanti per la città. Peraltro a tutt’oggi non risulta che all’avvocato Lanzalone sia stato assegnato un incarico di consulenza o che con il suo studio sia stato stipulato un contratto di assistenza alla prima cittadina da parte dell’amministrazione capitolina».

Nella sua risposta all’interrogazione, Raggi comunicò che Lanzalone aveva ricevuto l’incarico di fornire consulenze al comune sul progetto del nuovo stadio della Roma, la vicenda per cui è stato successivamente arrestato. L’incarico, precisò Raggi, veniva svolto a titolo gratuito. Un compenso però cominciò a essergli pagato dalla primavera di quell’anno. Il 16 maggio 2017, infatti, il comune lo indicò come presidente di Acea, la grande società che si occupa della distribuzione di acqua ed energia nel territorio di Roma, un incarico che prevede uno stipendio di 144 mila euro annui. Fraccaro, che oggi è ministro per i Rapporti con il Parlamento, difese la scelta della sindaca: «Noi mettiamo persone capaci di cui ci fidiamo. Lanzalone evidentemente è stata una persona che ha dimostrato sul campo la sua qualità». Lanzalone si è dimesso dall’incarico giovedì a causa dell’indagine.

Lanzalone però non sembra soltanto un tecnico che presta la sua opera professionale al Movimento 5 Stelle. In diverse circostanze è apparso molto vicino ai vertici del Movimento in ruoli molto rilevanti. Diversi giornalisti, per esempio, ricordano che lo scorso settembre Lanzalone accompagnò il capo politico del Movimento 5 Stelle Luigi Di Maio al Forum Ambrosetti, la riunione annuale di manager, politici e imprenditori che si tiene a Cernobbio, sul lago di Como. La visita di Di Maio viene considerata una delle tappe più importanti nel percorso che ha portato il Movimento ad assumere posizioni più moderate in economia e più vicine alle istanze delle grandi imprese.

Un altro dettaglio importante è che lo studio di Lanzalone difende l’Associazione Movimento 5 Stelle nella causa per conflitto d’interessi che ha intentato contro Beppe Grillo ed altri il curatore speciale della prima associazione M5S costituita nel 2009, Luigi Cocchi (qui avevamo ricostruito la complessa genesi delle varie associazioni “Movimento 5 Stelle”). Alle udienze, ha scritto il Sole 24 Ore, ha sempre partecipato un altro avvocato dello studio, Luciano Costantini. Secondo il giornalista del Corriere della Sera Alessandro Trocino, il legame tra Lanzalone e il Movimento 5 Stelle sarebbe ancora più profondo: Lanzalone sarebbe addirittura uno degli autori dello statuto del Movimento 5 Stelle che il suo studio sta difendendo in tribunale.