Martedì 26 giugno ci sarà uno sciopero dei benzinai di tutta Italia

Sia sulle strade convenzionali che sulle autostrade: protestano contro l'obbligo di emettere fatture elettroniche ai lavoratori autonomi, che per loro è anticipato

ANSA/ANGELO CARCONI
ANSA/ANGELO CARCONI

Martedì 26 giugno ci sarà uno sciopero nazionale di 24 ore dei benzinai, sia sulla rete stradale convenzionale che sulle autostrade. Lo sciopero è stato indetto dai sindacati del settore degli impianti di rifornimento carburanti Faib Confesercenti, Fegica Cisl e Figisc-Anisa-Confcommercio. C’entra l’obbligo di emettere fatture elettroniche, introdotto dalla legge di bilancio 2018 e valido per le stazioni di servizio dal primo luglio.

La fatturazione elettronica prevede «l’emissione, trasmissione e conservazione delle fatture» in formato digitale, nell’ottica di «abbandonare per sempre il supporto cartaceo e tutti i relativi costi di stampa spedizione e conservazione» e di contrastare l’evasione fiscale. L’obbligo di emettere fatture elettroniche nei confronti delle pubbliche amministrazioni c’è già dal 2014; la legge di bilancio di quest’anno l’ha esteso alle operazioni tra privati, imprese e consumatori finali, a partire dal primo gennaio 2019 (sarà esonerato chi ha una partita IVA con regimi forfettari).

L’obbligo è però anticipato al primo luglio per la vendita di benzina o gasolio ai lavoratori autonomi “nell’esercizio di arti e professioni”, come si dice. Chi ha una partita IVA non dovrà più usare la “scheda carburante”, che non prevedeva l’emissione di ricevute, ma la fattura elettronica per scaricare dalle tasse le spese dei carburanti. Inoltre il pagamento al benzinaio dovrà essere tracciato: non potrà più avvenire in contanti ma solo con carte di credito, debito e prepagate. I benzinai sono quindi tenuti ad avere un terminale POS e ad attrezzarsi per l’emissione di fatture elettroniche. Sempre dal primo luglio i gestori dei distributori avranno diritto a un credito d’imposta pari al 50 per cento delle commissioni addebitate per i pagamenti elettronici.

I sindacati hanno diffuso un comunicato in cui dicono che con l’anticipo dell’obbligo al primo luglio, sui benzinai «verrà scaricata la responsabilità di fare da cavia». Per comprendere la protesta bisogna inserirla in un quadro più ampio di rivendicazioni sindacali e richieste di riforma del settore: i benzinai sono descritti come «poco più che cottimisti».

I gestori [dei distributori di benzina] agiscono in nome proprio (come ditte individuali o società di persone), pagano il carburante al fornitore, sono costretti a subire politiche commerciali e di prezzo (che spesso li mettono ai margini del mercato) che vengono definite altrove pagati un tanto (meglio, un poco) per ogni litro di carburante erogato. Ogni nuovo adempimento, ogni nuova regolazione, ogni nuova forma di controllo, qualsiasi forma abbia, viene immediatamente scaricata sui medesimi gestori.

I sindacati dicono di avere chiesto di annullare l’anticipo dell’obbligo di fatturazione elettronica al ministero dell’Economia e all’Agenzia delle Entrate, senza successo.

Ci è stato risposto che la norma non può essere variata se non con un atto del governo di medesimo rango (cioè una legge!): per questo abbiamo provato – stante l’imminenza dell’entrata in vigore del provvedimento – a contattare il ministro delle Entrate affinché un suo provvedimento consenta alla nostra Categoria di essere trattata alla stregua delle altre. Senza privilegi ma anche senza “punizioni”.