Gary Coleman, cioè Arnold

Nacque 50 anni fa, morì nel 2010, ebbe gravi problemi di salute per tutta la vita e non riuscì mai a liberarsi di quel "cioè"

(Carlo Allegri/Getty Images)
(Carlo Allegri/Getty Images)

Chi ha guardato la tv negli anni Ottanta sa chi è Gary Coleman, l’attore che interpretò Arnold nella sitcom Il mio amico Arnold. Coleman morì il 28 maggio 2010 e nacque l’8 febbraio 1968, cinquant’anni fa. La storia personale di Coleman è paragonabile a quella di molti altri attori che sono diventati famosi da giovani e si sono poi trovati in difficoltà perché legati a un solo personaggio: successo, dimenticatoio, tentativi di continuare a recitare, problemi di vario tipo. La storia di Coleman è resa più complicata dai gravi problemi di salute che ebbe dalla nascita: gli fecero due trapianti di rene, il primo quando aveva cinque anni, e dovette fare dialisi per tutta la vita. Coleman aveva problemi di salute che compromisero il suo sistema immunitario e ne bloccarono la crescita.

L’ottava e ultima stagione di Il mio amico Arnold andò in onda nel 1986: Coleman aveva già 18 anni ma continuava a interpretare un ragazzino. Non c’era internet, e non tutti quelli che lo vedevano su Canale 5 sapevano della sua storia.

Il titolo americano della sitcom per cui Coleman divenne così famoso era Diff’rent Strokes ma, come è evidente dal titolo italiano, quasi tutto girava intorno ad Arnold: un bambino nato ad Harlem – un quartiere povero di New York, abitato da molti neri – che, insieme al fratello adolescente, veniva adottato da un ricco uomo bianco che viveva in una zona elegante di Manhattan. Per questo motivo nelle prime stagioni alcuni canali italiani scelsero il titolo Harlem contro Manhattan, invece che Arnold. Il personaggio di Coleman parlava tanto, era furbo, paffuto e simpatico. Come molti personaggi di sitcom – fatte da tanti brevi episodi, quasi sempre ambientati in una casa – Arnold aveva una frase che ripeteva spesso: in italiano era “Che cavolo stai dicendo, Willis”, in inglese era “What you talking about, Willis”.

Coleman era figlio di una senzatetto ed era nato a Zion, nell’Illinois; fu adottato da un’infermiera e da un impiegato. I problemi al rene furono notati prima che compisse due anni e per tutta la sua vita Coleman non superò mai il metro e mezzo d’altezza. I genitori adottivi decisero di farlo partecipare ai casting per alcune pubblicità e in una di queste fu notato da alcuni agenti, che gli fecero avere le sue prime parti in alcune serie tv: nel 1978 ebbe per esempio una parte nei Jefferson. Conrad Bain, l’attore che interpretò suo padre nella sitcom, raccontò che Coleman «aveva tempi comici innati» e che sul set non si lamentò «nemmeno una volta» dei suoi problemi di salute.

Coleman disse che per le prime stagioni di Il mio amico Arnold lo pagarono circa 15mila dollari a episodio, ma che nelle ultime la cifra salì fino a 70mila dollari: gli episodi furono 189. Qualcuno criticò i genitori accusandoli di avere imposto al figlio adottivo di recitare nonostante i suoi problemi di salute: loro risposero che era malato da sempre e che lo sarebbe sempre stato, e che recitare era stata una sua scelta.

Durante e dopo Il mio amico Arnold, Coleman comparve anche in alcuni film e nelle sitcom L’albero delle mele, Il mio amico Ricky, Storie Incredibili e, negli anni Novanta, in Willy, il principe di Bel Air. Aveva un altro nome e magari un’altra storia, ma il personaggio che interpretava era più o meno sempre quello.

Verso la fine degli anni Ottanta, per Coleman iniziarono i problemi. Fece causa ai genitori adottivi accusandoli di essersi indebitamente appropriati di gran parte dei suoi soldi, che erano stati messi in un fondo. I genitori non avrebbero potuto prendere quei soldi ma riuscirono a figurare come dipendenti e consulenti del figlio, e a farsi quindi pagare una specie di stipendio con i soldi di quel fondo. Si disse che nel fondo avrebbero dovuto esserci circa 18 milioni di dollari e che Coleman ci trovò solo 220mila dollari. Ottenne, come risarcimento, un po’ più di un milione.

Tra gli anni Novanta e Duemila la vita di Coleman si riempì di cose che, date le premesse, forse non vi sorprenderanno. Arnold comparve come parodia nei Simpson e nei Griffin, e in diversi ruoli in cui, più che altro, si scherzava sul fatto che fosse l’attore che faceva Arnold. Una volta aggredì una fan che gli aveva chiesto un autografo e si difese poi dicendo che era impossibile che l’avesse fatto, dato che la fan era molto più alta di lui. Tentò il suicidio, aprì una sala giochi a Santa Monica, in California, provò diversi lavori e, in generale, tentò di far soldi senza averne più molti. Nel 2003 si candidò alle elezioni californiane vinte da Arnold Schwarzenegger e prese lo 0,16 per cento.

Coleman ebbe anche problemi con Shannon Price, l’attrice molto più giovane di lui che aveva sposato nel 2007, dopo averla incontrata sul set di un film su una squadra sfigata di basket. Coleman disse del film che si sarebbe potuto ottenere lo stesso risultato dando a delle scimmie luci e cineprese. Nel 2008 Price accusò Coleman di averla picchiata e i due finirono a parlarne in un programma tv che mostrava in diretta processi di personaggi famosi. I due si separarono e una volta, parlando di questa storia, Coleman sbottò in un programma statunitense: insultò la conduttrice e abbandonò lo studio.

Nel 2009 Coleman recitò nel film Midgets Vs. Mascots, poi ebbe dei problemi di cuore e nel 2010, quando aveva 42 anni, morì per emorragia cerebrale, dopo essere caduto dalle scale di casa.