Tutte le parti copiate nel programma del Movimento 5 Stelle

L'elenco completo di tutti i plagi trovati dal Post nel programma per le elezioni del 4 marzo

Quelli che seguono sono tutti i testi che risultano plagiati all’interno del programma elettorale del Movimento 5 Stelle, con il link alla fonte originale. In tutto, il Post ha rilevato plagi – cioè brani copiaincollati da altri documenti senza dichiararlo –in 11 dei 20 capitoli di cui è composto il programma: il più breve è di alcune righe, il più lungo di quasi due pagine. Il programma completo è disponibile sul sito del Movimento 5 Stelle. Qui invece trovate una copia dei PDF del programma come apparivano online alla mezzanotte del 6 febbraio.

I plagi nel programma del M5S

Sviluppo Economico

Testo programma, pag. 11
“L’economia italiana è caratterizzata da una presenza diffusa, di dimensioni particolarmente rilevanti anche nel confronto internazionale, di società partecipate da soggetti pubblici. Alle società partecipate da enti pubblici che producono beni e servizi operanti in regime di mercato ed aventi forma e sostanza privatistica, si affiancano, sempre più spesso, soggetti che pur avendo una veste giuridica privatistica, perseguono interessi generali, svolgendo compiti e funzioni di natura pubblicistica si da poterli configurare come veri e propri apparati pubblici (enti pubblici in forma societaria) o “organismi di diritto pubblico” soggetti a particolari e penetranti regole di gestione e controllo pubblico. Tali soggetti rientrano dunque in un concetto di pubblica amministrazione flessibile, “a geometrie variabili”. Nell’ultimo decennio il fenomeno si è amplificato anche grazie all’aumento del numero delle società partecipate da amministrazioni regionali, provinciali e locali ma anche controllate da tali enti .Questo aumento della galassia di società, in qualche modo collegate con gli enti pubblici, ha segnato nell’ultimo ventennio una proliferazione della partecipazione degli enti locali, con profili rilevati sull’indebitamento di questi ultimi e sulla tenuta dei loro bilanci”

Testo copiato da questo dossier servizio studi della Camera dei Deputati

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Testo programma, pag. 13
Per esempio negli ultimi 15 anni gran parte delle attività economiche riconducibili ad Eni sono state trasferite all’estero attraverso la società Eni International BV, con sede a L’Aia, da cui dipendono oggi tutte le consociate estere. In tal modo, si è ridotto il perimetro delle attività soggette ad imposizione fiscale in Italia, portando il livello effettivo di tassazione sugli utili del gruppo ad una percentuale che si stima essere pari ad appena il 6 per cento, a fronte di una tassazione media sulle società che operano sul territorio nazionale ormai superiore al 50 per cento. In un momento di grande sofferenza per le casse pubbliche italiane e di assoluta necessità di risorse da destinare a politiche pubbliche in funzione anti crisi, crescono le imposte che Eni SpA versa all’estero, erogando dividendi alle società controllate aventi sede in Stati e territori a regime fiscale privilegiato la cui opacità rende di fatto impossibile alcun controllo sulla natura e sugli scopi delle stesse. Negli ultimi anni il numero dei dipendenti dell’Eni si è drasticamente ridotto: prima della privatizzazione, il gruppo dichiarava circa 110.000 dipendenti, dei quali due terzi in Italia; oggi sono 80.000 e di questi meno della metà è impiegata in Italia

Testo copiato da questa interrogazione Senatore Giorgio Roilo, PD

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Testo programma, pag. 17
“L’inquinamento è una forma di spreco economico, che implica l’utilizzo non necessario, inefficiente o incompleto di risorse. Spesso le emissioni sono un segnale di inefficienza, e impongono a un’organizzazione il compimento di attività che non generano valore, quali la gestione, lo stoccaggio e lo smaltimento dei rifiuti prodotti. Alla base di sforzi di riduzione degli sprechi e di massimizzazione del profitto vi sono alcuni princìpi comuni, quali l’uso efficiente degli input, la sostituzione dei materiali, e la minimizzazione delle attività non necessarie.”

L’economia circolare è un’economia derivante da un processo progettato per “auto rigenerarsi”: i materiali di origine biologica sono destinati a rientrare nella biosfera, e i materiali di origine tecnica sono progettati per circolare all’interno di un flusso che prevede la minima perdita di qualità. È anche un’economia che si “ricostituisce”: mira a basarsi su fonti energetiche di tipo rinnovabile, a minimizzare, tracciare ed eliminare l’uso di sostanze chimiche tossiche, e ad eliminare le produzione di rifiuti e sprechi, mediante un’attenta progettazione.

Testo copiato da: “Economia circolare, principi guida e casi studio” di Fabio Iraldo e Irene Bruschi, Osservatorio sulla Green Economy, IEFE Bocconi. Il primo passaggio è a sua volta una traduzione dal libro “Competitive Advantage: creating and sustaining superior Performance” del 1985 di Michael Porter.

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Testo programma, pag. 45
L’economia circolare in sostanza propone il superamento del modello lineare prendendo in conto un sistema economico di produzione e di scambio che, lungo tutti gli stadi del ciclo di vita dei prodotti, mira ad aumentare di efficacia dell’utilizzazione delle risorse e diminuire l’impatto ambientale sviluppando allo stesso tempo il benessere delle persone. L’economia circolare ambisce a mantenere i prodotti, i componenti immateriali al loro più alto contenuto di valore in ogni stadio del loro ciclo di vita. Questo non solo da delle risposte ai limiti ambientali del sistema economico attuale, ma presenta enormi opportunità di sviluppo per il paese, per un produttore e per un consumatore consapevoli la competitività, la crescita economica sostenibile e generare nuovi posti di lavoro.

Testo copiato da questo studio dell’Associazione per lo sviluppo dell’economia circolare.

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Testo programma, pag. 46
Il sistema economico lineare è caratterizzato dalla presenza di flussi in entrata (input) e in uscita (output). I flussi in entrata sono i fattori produttivi (capitale, lavoro, terra), le materie prime e le fonti di energia, necessarie ad alimentare il processo produttivo. I flussi in uscita sono, invece, i prodotti e i servizi offerti sul mercato. Il processo comincia con l’utilizzo delle risorse naturali del sistema ambientale, queste sono lavorate e modificate nel sistema produttivo al fine ultimo di produrre dei beni economici destinati al consumo. Il sistema economico lineare è un paradigma del pensiero economico tra la fine del XIX secolo e l’inizio del XX secolo. In questo lasso di tempo l’uomo conosce un periodo di rapido sviluppo economico e scientifico. Seconda questa visione, per produrre una maggiore quantità di beni è sufficiente adottare una tecnologia produttiva più efficiente oppure aumentare la quantità di fattori produttivi in entrata (input). Tutto ciò che il mercato domanda, può essere prodotto adeguando la produzione alla domanda (crescita infinita). Il sistema ambientale genera tutte le risorse naturali che servono come input per il sistema economico. E’ evidente che questo sistema ha dei limiti. Il sistema economico lineare non prende in considerazione l’inquinamento, l’esauribilità delle risorse naturali (es. fonti di energia non rinnovabili, minerali, ecc) e altri feed-back tra i flussi input/output. Le risorse naturali non sono infinite. L’emergere dei problemi ambientali e dei problemi energetici spinge la comunità scientifica a rivalutare la relazione tra economia e ambiente. L’idea ottimistica di un sistema economico lineare viene di fatto abbandonata e sostituita con quella, più realistica, di un sistema economico circolare.

Testo copiato da questa pagina di Okpedia

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Testo programma, pag. 47
Da anni ormai si è diffusa la consapevolezza che il benessere complessivo delle persone dipenda da una pluralità di variabili non riconducibili in forma esclusiva agli elementi economici e materiali prevalentemente considerati ai fini delle scelte di policy. Si tratta di aspetti legati agli stili di vita, alle scelte alimentari, alla tutela della salute e dell’ambiente. Il dibattito sulla necessità di ampliare l’orizzonte degli indicatori di governo della società e dell’economia, in particolare la misurazione del Prodotto Interno Lordo (PIL), è in atto da molto tempo e recentemente ha suscitato, all’estero come in Italia, un’ampia serie di riflessioni. È ormai un fatto appurato come le analisi economiche basate esclusivamente sul PIL siano fuorvianti. Il PIL non è infatti adatto a cogliere gli aspetti legati al progresso e al benessere delle persone

Testo copiato da questo articolo di Jean Paul Fitoussi su National Geographic

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Testo programma, pag. 47
Ed è per questo che sempre più vengono presi in considerazione altri indicatori che con più cura e dettaglio colgono gli aspetti di benessere di un Paese. Gli indicatori statistici che si raggruppano sotto l’etichetta “Benessere” acquistano oggi una maggiore importanza ai fini del disegno delle politiche pubbliche. Essi consentono infatti di tenere conto del tema della distribuzione. Distribuzione intesa in senso lato: tra singoli soggetti, tra categorie e ceti sociali, tra territori.
Questo insieme di indicatori può rappresentare il quadro di riferimento di politiche di crescita economica non meramente quantitative, non esclusivamente riferite alla dimensione della produzione di beni e servizi, ma attenta, da una parte, ad alcune componenti di questo aggregato (in particolare i servizi pubblici) e dall’altra ad indicatori di natura sociale, di relazione, di soddisfacimento soggettivo.

Testo copiato da un intervento di Maria Teresa Salvemini, del CNEL, durante la presentazione del rapporto BES del 2014

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Testo programma, pag, 47-48
La Globalizzazioneha permesso a un piccolo gruppo di corporazioni, banche e speculatori finanziari globali di divenire più potenti dei governi sovrani.Essi usano la loro influenza per ottenere agevolazioni fiscali e sussidi, per indirizzare a loro favore i regolamenti e le regole di mercato, per imporre il debito, manipolare il valore delle monete e –quando le cose vanno male –per estorcere immensi salvataggi ai contribuenti.Per la grande maggioranza delle persone, la globalizzazione ha significato maggiore competizione per lavori scarsi e una caduta dei salari e dei benefici. Essa ha rimpiazzato le responsabilità della cittadinanza con un obbligo al consumo; ha significato un mondo omogeneizzato in cui la diversità culturale viene erosa per valere dell’efficienza globale del mondo degli affari; ha letteralmente portato alla bancarotta gli stati nazionali; ha significato la morte dei sistemi di conoscenza locale simboleggiati da millenni di adattamento a luoghi particolari. Essa ha, infine, minacciato le fondamenta stessa della democrazia.E’ per questo che occorre puntare alla localizzazione, dalla globalizzazioneLocalizzazione significa rafforzare gli affari su scala umana, specialmente per i bisogni essenziali come cibo, acqua, energia ma anche l’abitare, il settore del credito, la salute e i media. Questo significa centinaia di migliaia di imprese più piccole, piuttosto che pochi monopoli gestiti dalle corporazioni.Localizzazione significa investire più sul lavoro umano, meno in energia e tecnologia. Questo significa più prosperità locale e una riduzione nell’uso di risorse e inquinamento. Localizzazione significa meno trasporti, pacchi e processi di produzione. Questo ridurrebbe in modo significativo l’impronta ecologica umana, in particolare per le emissioni di CO2. Localizzazione significa adattare l’attività economica alle diversità degli eco-sistemi. Questo aiuterebbe a restaurare sia la diversità biologica che culturale

Testo copiato da un’intervista di Carlo Sibilia a Helena Norberg-Hodge.

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Testo programma, pag. 51
Sono necessari cambiamenti fondamentali nelle metodologie di estrazione delle risorse naturali e nelle modalità di fabbricazione, distribuzione, utilizzo e smaltimento dei prodotti. Per invertire le tendenze attuali e vivere in base a principi ecologici è necessaria un’azione a tutti i livelli della società, a partire dalle singole persone e dal settore produttivo fino alle amministrazioni centrali e locali.

Testo copiato da questo documento del 2009 della Commissione europea

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Testo programma, pag. 9
Il parametro è oneroso soprattutto per quei paesi che come l’Italia presentano una quota di debito molto superiore a quella percentuale. Per il nostro paese parliamo infatti di un debito di oltre duemila miliardi di Euro, equivalente a circa il 133% del PIL. Rientrare al di sotto del 60% nell’arco di vent’anni potrebbe rappresentare per l’Italia la necessità di tagli che potrebbero arrivare anche a 50 miliardi di Euro all’anno

Testo copiato da questo articolo di Paolo Becchi e Federico Actite per il Blog delle stelle.

Programma agricoltura

Testo programma, pag. 5
Inoltre sono 7.569 nuove imprese guidate da giovani agricoltori: il risultato è che oggi quasi un’impresa condotta da giovani su dieciin Italia, opera in agricoltura (8,4%) dove sono presenti ben 50.543 aziende guidate da under 35 per effetto del crescente interesse dei giovani per il lavoro in campagna. Nel 2016 l’agricoltura, quindi, si colloca al secondo posto dopo il commercio al dettaglio nella top five dei settori preferiti dai giovani imprenditori (agricoltura e allevamento 7.094, commercio al dettaglio 10.999)

Testo copiato da questo articolo pubblicato sul sito di Coldiretti – Giovani impresa

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Testo programma, pag. 12
Inoltre va tutelata la biodiversità zootecnica, in quanto la selezione e la conservazione in ambito zootecnico rappresentano un prezioso investimento a lungo termine con effetti a carattere permanente di prioritario interesse pubblico poiché finalizzate all’aumento del patrimonio nazionale nonché al miglioramento genetico e alla salvaguardia della biodiversità.

Testo copiato da questa Risoluzione della commissione Agricoltura della Camera

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Testo programma, pag. 24
L’Agenzia per le erogazioni in agricoltura (AGEA) è un ente statale italiano che ha compiti di svolgimento delle funzioni di Organismo di Coordinamento e di Organismo pagatore nell’ambito dell’erogazione dei fondi dell’Unione europea ai produttori agricoli.L’Agenzia gestisce oltre 8 miliardi di euro del finanziamento FEASR all’Italia ed i quasi 5 miliardi di euro di finanziamento FEOGA, oltre ai fondi nazionali ed alle altre gestioni attribuite ad AGEA.

Testo copiato da Wikipedia

Programma ambiente

Testo programma, pag. 8-9
100mila ettari inquinati in 39 siti di interesse nazionale (SIN) e 6mila aree di interesse regionale, in attesa di bonifica. Da Taranto a Crotone, da Gela e Priolo a Marghera, passando per la Terra dei fuochi: un business da 30 miliardi di euro tra ritardi, inchieste giudiziarie e commissariamenti . La storia del risanamento in Italia sembra ferma a dieci anni fa nonostante i drammatici effetti sulla salute. Rischio ecomafie e criminalità in tutta Italia: dal 2002 concluse 19 indagini, emesse 150 ordinanze di custodia cautelare, denunciate 550 persone e coinvolte 105 aziende.Le superfici, terrestri e marine, individuate negli ultimi 15 anni come siti contaminati sono davvero rilevanti. I risultati ottenuti fino ad oggi per il raggiungimento della bonifica di queste aree invece, non sono purtroppo altrettanto rilevanti. Secondo il programma nazionale di bonifica curato dal Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, il totale delle aree perimetrate come siti di interesse nazionale (SIN) è arrivato negli anni a circa 180mila ettari di superficie, scesi oggi a 100mila ettari, solo grazie alla derubricazione di 18 siti da nazionali a regionali (i SIN sono quindi passati da 57 a 39).Solo in 11 SIN è stato presentato il 100% dei piani di caratterizzazione previsti (è il primo step del processo di risanamento che definisce il tipo e la diffusione dell’inquinamento presente e che porta alla successiva progettazione degli interventi). Anche sui progetti di bonifica presentati e approvati emerge un forte ritardo: solo in 3 SIN è stato approvato il 100% dei progetti di bonifica previsti. In totale, sono solo 254 i progetti di bonifica di suoli o falde con decreto di approvazione, su migliaia di elaborati presentati.Le bonifiche vanno a rilento, ma non il giro d’affari del risanamento ambientale che si aggirerebbe intorno ai 30 miliardi di euro. Dal 2001 al 2012 sono stati messi in campo 3,6 miliardi di euro di investimenti, tra soldi pubblici (1,9 miliardi di euro, pari al 52,5% del totale) e progetti approvati di iniziativa privata (1,7 miliardi di euro, pari al 47,5% del totale), con risultati concreti davvero inesistenti.

Testo copiato da questo dossier di Legambiente.

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Testo programma, pag. 61
In realtà in Italia la qualità delle acque destinate al consumo umano è complessivamente buona. Non mancano però situazioni di non conformità, principalmente nelle piccole gestioni comunali. Con riferimento alle acque sotterranee, da cui proviene l’85% delle acque prelevate destinate al consumo umano, si passa da regioni in cui la totalità o maggior parte delle stazioni di monitoraggio ha restituito una buona qualità delle acque, come è il caso del Trentino Alto Adige (99%) e del Molise (96,1%), a regioni in cui si riscontra una maggior incidenza di uno stato di criticità delle acque , dato che nel 54,9% dei punti di prelievo in Lombardia, nel 43,7% dei punti di prelievo in Sardegna e 39,6% dei punti prelievo in Sicilia si riscontrano superamenti dei limiti tabellari. I parametri critici sono sostanze inorganiche quali nitrati, solfati, fluoruri, cloruri, boro, insieme a metalli, sostanze clorurate, aromatiche e pesticidi.

Testo copiato da questa relazione di RefRicerche

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Testo programma, pag. 83
L’importanza di una buona gestione del territorio e, in particolare, dei suoli è stata ribadita dalla Commissione Europea nel 2011, con la Tabella di marcia verso un’Europa efficiente nell’impiego delle risorse (Commissione Europea, 2011) collegata alla Strategia 2020, con il traguardo di un incremento dell’occupazione netta di terreno pari a zero da raggiungere, in Europa, entro il 2050.

Testo copiato dal libro “Recuperiamo terreno” di Michele Munafò e Marco Marchetti, Franco Angeli

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Testo programma, pag. 99-100
Gli effetti del verde nella cattura del particolato sono dimostrati: diversi studi nell’ultimo decennio mostrano che le particelle che vengono a contatto con le foglie, aderiscono alla loro superficie e non ritornano nell’aria e inoltre, quando c’è sufficiente umidità e le foglie tengono gli stomi aperti, gli inquinanti possono essere assorbiti dentro la pianta stessa. Però conta moltissimo il modo in cui il verde urbano è distribuito perché i benefici degli alberi sono locali e circoscritti valendo soprattutto entro un raggio di una decina di metri. Non basta piantare alberi nelle città – seppure non siano mai abbastanza – ma è importante dislocarli in quei punti dove il beneficio per i cittadini è massimo: ad esempio laddove ci sia molto passaggio pedonale, dove ci siano scuole o centri di aggregazione. La rimozione di particolato dal traffico urbano, quando la si intraprende puntando sugli alberi, per avere piena efficacia deve seguire precauzioni legate al design urbano: ad esempio bisogna evitare che le chiome di alberi ai due lati di strade strette e trafficate si tocchino, altrimenti un “effetto tunnel” potrebbe concentrare le emissioni inquinanti trattenendole al livello della strada. Sebbene sia ormai assodato che gli alberi – molto più di aiuole, siepi e cespugli, per via della maggiore superficie – catturino e trattengano il particolato, è difficile MoVimento 5 stelle – Programma Ambiente 100 avere stime percentuali precise su quanto il verde possa ridurne la concentrazione di particolato nell’aria, perché ci sono troppe variabili in gioco: situazioni che variano di giorno in giorno e di area in area all’interno delle singole città.

Testo copiato da questo articolo di Repubblica.it

Immigrazione

Testo programma, pag. 2
L’asilo è un diritto fondamentale concesso a coloro che fuggono dal proprio Paese per evitare persecuzioni o gravi pericoli e che quindi necessitano di protezione internazionale.

Testo copiato da questo documento della Commissione Europea

Telecomunicazioni

Programma pag.4
Uno degli obiettivi stabiliti dall’Unione Europea è quello di assicurare la diffusione capillare e l’accesso dei cittadini a Internet ad altissima velocità offrendo entro il 2020 l’accesso a internet a velocità pari o superiori a 30Mbit/s per tutti i cittadini europei e lavorare affinché, entro la stessa data, almeno il 50% delle famiglie sia abbonata ad internet con connessioni oltre i 100 Mbit/s.

Testo copiato da questo documento dell’Ufficio Rapporti con l’Unione Europea della Camera dei deputati del 2013

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Programma pag.4
Il 3 Marzo 2015, il Governo italiano ha approvato, in coerenza con l’Agenda Europea 2020, la Strategia Italiana per la banda ultralarga con la quale si intende coprire, entro il 2020, l’85% della popolazione con infrastrutture in grado di veicolare servizi a velocità pari e superiori a 100Mbps garantendo al contempo al 100% dei cittadini l’accesso alla rete internet ad almeno 30Mbps.

Testo copiato dalla Strategia italiana per la banda ultralarga della presidenza del Consiglio dei Ministri

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Programma pag. 4
Allo scopo di raggiungere tali  obiettivi, il piano nazionale per la banda ultralarga si poggia su un mix di investimenti pubblici e privati; in particolare, si  prevede l’investimento di circa 7 miliardi di euro di risorse pubbliche entro il 2020, che dovrebbe comportare l’impegno di un importo simile da parte degli operatori privati

Testo copiato dal sito di Telecom Italia

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Programma pag. 7
In Italia la maggior piattaforma per la distribuzione televisiva è la tv digitale terrestre attualmente presente nella banda 700 MHz. Questo ci differenzia da altri Paesi europei dove  esiste maggiore equilibrio tra satellite, cavo ed etere.

Testo copiato da una tesi di laurea in Consulenza Aziendale alla LUISS

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Programma, pag. 7
5G è il termine utilizzato per riferirsi alla prossima (quinta) generazione di tecnologia delle telecomunicazioni mobili. Sebbene il 4G sia ancora in fase di attuazione, si sta già lavorando per definire il suo successore (5G), la cui implementazione è attesa a partire dal 2020. Secondo quanto previsto dagli esperti il 5G dovrebbe integrare nuove reti di accesso radio senza interruzioni. Dovrebbe anche consentire a miliardi di utenti e oggetti intelligenti (elettrodomestici, macchine elettroniche, etc) di approdare nell’Internet of Things, ovvero l’internet delle cose, e di connettersi alle reti. Il 5G permetterà anche di trasmettere quantità notevolmente superiori di dati in tempi ridottissimi, così come di offrire supporto per maggiori densità di dispositivi, garantendo ovunque trasmissioni sicure ed affidabili. Un’altra caratteristica del 5G sarà quella di ridurre il costo per unità dei dati trasmessi.

Testo quasi identico a questo documento dell’ufficio rapporti con l’Unione Europea della Camera dei Deputati, del 16 dicembre 2016

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Testo programma, pag. 9
Basti pensare che nel 29% delle abitazioni non è stata attivata una connessione, pur essendocene la possibilità, e che oltre 1/3 degli italiani non usa in alcun modo il web secondo dati Agcom.

Testo copiato da questa audizione di Angelo Marcello Cardani, presidente di AgCom, alla Commissione per i diritti e i doveri in Internet della Camera dei deputati, del 2015

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Testo programma, pag. 9
Questi indicatori fanno ben comprendere come esistano fasce della popolazione italiana che incontrano ostacoli in primo luogo culturali e sociali ma anche economici, che occorre sollecitamente rimuovere se si intende raggiungere l’obiettivo di una società realmente connessa, nella quale possano essere veicolati attraverso la rete tutti i servizi, a partire  da quelli della pubblica amministrazione, senza creare ingiuste diseguaglianze tra coloro che hanno accesso alla rete e coloro che non sono in grado di farlo per un perdurante deficit di conoscenza e formazione, prima ancora che di opportunità economiche.

Testo copiato da questa audizione di Angelo Marcello Cardani, presidente di AgCom, alla Commissione per i diritti e i doveri in Internet della Camera dei deputati, del 2015.

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Testo programma, pag. 10
Secondo una delle ultime indagine conoscitive dell’Agcom tra le più importanti cause del ridotto livello di utilizzo di Internet, infatti, figurano l’assenza di competenza informatica (45%) ed una generale mancanza di interesse verso i servizi fruibili (63,1%)

Testo copiato da questa audizione di Giovanni Pitruzzella alla Commissione per i diritti e i doveri in Internet della Camera dei deputati, del 2015.

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Testo programma, pag.12
Esisteva un Ministero delle comunicazioni che si occupava dei servizi di telecomunicazione, telefonia e informazione giornalistica.

Testo copiato da questa pagina di Wikipedia

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Testo programma, pag.13
Con neutralità della rete si intende il principio in base al quale tutto il traffico internet riceve lo  stesso trattamento, senza discriminazioni, restrizioni o interferenze, indipendentemente dalla fonte, dalla destinazione, dal tipo, dai contenuti, dal dispositivo, dal servizio o dall’applicazione.

Testo copiato da questo documento della “Commissione di studio per la redazione di principi e linee guida in tema di garanzie, diritti e doveri per l’uso di Internet” della Camera dei deputati.

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Testo programma, pag. 13
Collegare il diritto di accesso ad Internet al principio di neutralità della Rete garantisce condizioni di effettiva uguaglianza anche online. È questo l’intento del regolamento UE da poco in vigore. L’art. 3 afferma che gli utenti finali abbiano il diritto di accedere a informazioni e contenuti tramite il servizio di accesso a Internet.

Testo copiato da questo articolo uscito sul sito Agenda Digitale nel 2014.

Beni culturali

Testo programma, pag. 2
La riforma del MIBACT, introdotta dal regolamento di cui al D.P.C.M. 29 agosto 2014 n. 171, si prefiggeva di ridisegnare il corpo del ministero, comprese le sue articolazioni periferiche, sulla base di due classi vincolanti di istanze: quelle imposte dalla Spending Review circa il contenimento della spesa, e quelle della costituzione di sistemi integrati territoriali, teoricamente in grado di coniugare la maggiore efficacia dell’offerta con un contenimento della spesa, anche attraverso l’unificazione di centri di costo […] l’aumento del numero delle Direzioni Generali del MiBACT, passate da otto a dodici, ha comportato un notevole appesantimento della struttura centrale del Ministero.

Testo copiato da Giannandrea Eroli, “La Riforma del MIBACT e il Decreto Cultura: alcune considerazioni sugli effetti diretti ed indiretti dei provvedimenti sugli istituti culturali in generale e sulle biblioteche in particolare” (2015).

Giustizia

Programma, pag. 5
Il whistleblowing, termine inglese che possiamo tradurre con l’espressione “soffiare il fischietto”, è uno strumento molto importante nella lotta alla corruzione: segnalare illeciti commessi all’interno dell’ente pubblico o dell’azienda per cui si lavora è un grande contributo che ognuno di noi può dare, portando allo scoperto reati che sfuggono ai mezzi più tradizionali,

Testo copiato da questo articolo di Nanopress  

Sicurezza

Programma, pag. 2
La sicurezza non è imposta dall’alto, ma è un bene di tutta la collettività e, ognuno nell’ambito del ruolo sociale rivestito, può concorrere al suo mantenimento.

Testo molto simile a questo documento della vice-questore Maria Vincenza Motta, usato al corso di formazione dirigenti della Polizia

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Programma, pag 2
Si suole parlare a questo riguardo di sicurezza integrata quale strumento attuativo di politiche che vedono integrarsi le competenze esclusive dello Stato in materia di ordine e sicurezza pubblica con quelle riconducibili agli enti locali ed ai privati operanti sul piano della prevenzione, quali governi territoriali di prossimità.

Testo copiato da questa pagina di Wikidot

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Programma, pag 3
Quando parliamo di cyberspazio, stiamo parlando dell’insieme delle infrastrutture informatiche interconnesse, comprensiva di hardware, software, dati ed utenti (privati, aziende, istituzioni) e delle relazioni logiche stabilite tra di essi

Testo quasi identico al decreto del presidente del consiglio dei ministri del 17 febbraio 2017, articolo 2 comma h.

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Programma, pag 3
In altre parole l’accesso a internet ci apre al mondo, ma rende le persone, le aziende e le istituzioni potenzialmente esposte a rischi di truffa, furto di informazioni o sabotaggio. Il pericolo non va assolutamente sottovalutato

Testo copiato da questo articolo dello Huffington Post del 22 gennaio 2016, a cui è stata aggiunta la parola “assolutamente”.

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Programma, pag. 5
In un ambito di sicurezza integrata attraverso l’insieme degli interventi assicurati dallo Stato, dalle Regioni, dagli enti locali e da altri soggetti istituzionali, al fine di concorrere, ciascuno nell’ambito delle proprie competenze e responsabilità, alla promozione e all’attuazione di un sistema unitario e integrato di sicurezza per il benessere delle comunità territoriali

Testo quasi identico al decreto legge 14/2017 del governo Gentiloni, articolo 1 paragrafo 2.

Banche

Programma, pag. 6
Nel 2014 la Corte di Giustizia Europea ha dichiarato illegittima l’applicazione delle commissioni interbancarie multilaterali nelle transazioni con carte di pagamento. Secondo la Corte si verifica una restrizione della concorrenza a danno degli esercenti e dei loro clienti

Testo copiato da questa risposta del ministero dell’economia a un’interrogazione parlamentare del 2014 presentata da un deputato di SEL

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Programma, pag.
Negli Usa, tanto per fare un esempio, l’industria finanziaria è responsabile per circa il 30% di tutti i profitti operativi, il doppio rispetto agli anni ’80, eppure crea meno del 10% del valore aggiunto dell’economia.

Testo copiato dal rapporto Oxfam 2016, citato nei primi paragrafi

Trasporti

Programma, pag. 17
Tuttavia, in Italia, pur essendo il nostro sistema aeroportuale sostanzialmente in linea, per numero di scali e volumi di traffico, con quello di altri Paesi europei a noi comparabili, la pianificazione infrastrutturale è stata dettata più da logiche politico-clientelari e localistiche che da reali interessi nazionali e di soddisfazione dei bacini d’utenza. Questo sistema ha portato, in alcune aree del Paese, a una densità aeroportuale ingiustificata rispetto alle effettive esigenze del territorio.

Testo copiato da questo documento della Cassa depositi e prestiti del 2015.  

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Programma, pag. 19
Il trasporto su gomma, anche se più inquinante, risulta oggi più conveniente sotto il profilo economico perché agevolato da incentivi, diretti e indiretti, e sgravi fiscali assicurati dallo Stato: si va dal rimborso dei costi del pedaggio autostradale alla riduzione dell’Iva, agli sconti su tasse e accise. In Italia, oltre l’80% delle merci viaggia su gomma mentre solo il 5-6% su ferro; in Francia e Germania la percentuale delle merci trasportate su rotaia arriva fino al 23,4%, in Svizzera addirittura al 50%.

Testo copiato da questo articolo di Repubblica

Turismo

Programma, pag. 19
Sul versante dei flussi turistici stranieri in Italia, nel primo semestre 2016 si registra  una flessione del 3,3% negli arrivi e dell’1,3% nelle presenze a fronte di un 2015 chiuso con un 5° posto per gli arrivi e al 7° posto per gli introiti nell’arena della competizione internazionale

Testo copiato da questo studio di ENIT

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Programma, pag. 7
Secondo alcune stime, la Tari grava soprattutto sugli alberghi: il versamento risulta fino agli oltre 15 mila euro annuali richiesti a Napoli. La Tari è elevata anche per ristoranti, trattorie e pizzerie, ad esempio per un’attività di 200 metri quadri, si può giungere a pagare, a Venezia, quasi 12 mila euro  l’esborso arriva fino agli oltre 15mila euro annuali richiesti a Napoli. L’Aquila è il comune dalla mano più leggera: solo 3.249 euro. Elevatissimo anche il contributo richiesto a ristoranti, trattorie e pizzerie, seconda categoria più tartassata: per un’attività di 200 metri quadri, si può giungere a pagare, a Venezia, quasi 12mila euro l’anno

Testo copiato da questo studio di Confesercenti.

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Programma, pag. 7
Le Zone Franche Urbane italiane sono state mutuate dalla Francia con l’obiettivo di individuare quartieri urbani disagiati, all’interno di cui realizzare misure di politica fiscale e contributiva vantaggiose, al fine di sostenerne la ripresa socio-economica ed occupazionale. Le leggi finanziarie 2007 e 2008 hanno istituito anche in Italia le zone franche urbane come quartieri in condizioni di disagio sociale, economico e culturale, per contrastare i fenomeni di degrado e favorire l’integrazione sociale e culturale della popolazione.

Testo copiato da questo articolo del Fourm PA digitale

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Programma, pag. 9
Albergo Diffuso: un albergo che non si costruisce, ma che nasce mettendo in rete case pre-esistenti, rientra in questa tendenza generale di evoluzione dell’offerta turistica del nostro Paese che ha fatto parlare di trend da struttura verticale a orizzontale.

Testo copiato da questo articolo del sito Formazioneturismo.com

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Programma pag. 10
Un ecomuseo, diversamente da un normale museo, non è circondato da mura o limitato in altro modo, ma si propone come un’opportunità di scoprire e promuovere una zona di particolare interesse per mezzo di percorsi predisposti, di attività didattiche e di ricerca che si avvalgono del coinvolgimento in prima persona della popolazione, associazioni e istituzioni culturali. In questo nuovo tipo di museo l’aspetto ambientale e la componente geografica prevalgono  nettamente. Inoltre si può dichiarare che il museo diffuso appartiene alla comunità, che è essa l’ecomuseo.

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