I giurati che saranno selezionati per il processo di Joaquin “El Chapo” Guzmán resteranno anonimi per evitare intimidazioni

Joaquin "El Chapo" Guzman, 8 gennaio 2016
(OMAR TORRES/AFP/Getty Images)
Joaquin "El Chapo" Guzman, 8 gennaio 2016 (OMAR TORRES/AFP/Getty Images)

I giurati che saranno selezionati per il processo del narcotrafficante Joaquin “El Chapo” Guzmán resteranno anonimi per evitare intimidazioni: lo ha annunciato martedì 6 febbraio l’ufficio del procuratore federale di Brooklyn. Il giudice Brian Cogan, che presiederà il processo che dovrebbe iniziare il prossimo settembre, ha detto che come presunto capo del potente cartello di Sinaloa, El Chapo, 60 anni, è probabile che abbia assoldato uomini che hanno condotto centinaia di assalti, che hanno commesso omicidi e rapimenti. Il giudice ha dunque respinto la tesi della difesa secondo cui l’imposizione dell’anonimato dei giurati avrebbe messo in discussione il principio di presunzione di innocenza, dando la falsa impressione che Guzmán fosse pericoloso.

Joaquin “El Chapo” Guzmán era stato arrestato dalle forze di sicurezza messicane l’8 gennaio del 2016 ed era stato estradato negli Stati Uniti il 19 gennaio dove dovrà affrontare sei differenti incriminazioni tra cui riciclaggio di denaro, traffico di droga, sequestro di persona e omicidio. El Chapo è probabilmente il narcotrafficante più famoso dai tempi di Pablo Escobar, ed è certamente quello con la vita più rocambolesca: nel corso degli anni riuscì a sfuggire a molti tentativi di arresto, spesso scappando pochi minuti prima che la polizia facesse irruzione nel suo nascondiglio. Fu arrestato la prima volta nel 1993 mentre si trovava in Guatemala dove era fuggito e fu estradato in Messico: nel 2001 riuscì a evadere. Il 22 febbraio del 2014, dopo essere stato rintracciato in una località balneare insieme alla moglie e con poca scorta, fu arrestato una seconda volta riuscendo a fuggire attraverso un tunnel lungo circa un chilometro l’11 luglio del 2015. La sua nuova fuga però non durò quanto in passato: le forze speciali messicane impiegarono sei mesi ad arrestarlo di nuovo, l’8 gennaio del 2016.

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