I 10 collegi da tenere d’occhio il 4 marzo

Con il sistema uninominale con cui voteremo alle prossime elezioni ci saranno parecchi scontri diretti interessanti: ecco quelli che è meglio prepararsi a seguire

Il prossimo 4 marzo si voterà per le elezioni politiche e per la prima volta da più di dieci anni un terzo dei seggi sarà assegnato tramite collegi uninominali maggioritari: significa che ci saranno moltissimi seggi in cui i candidati dei vari partiti si affronteranno in scontri diretti nei quali vincerà chi riuscirà a prendere anche un solo voto più degli altri (i restanti due terzi saranno eletti invece in collegi proporzionali: qui abbiamo spiegato per bene come funziona la legge elettorale). Per arrivare preparati alle elezioni abbiamo raccolto le dieci sfide più interessanti (più una bonus).

Paolo Gentiloni (PD), Angiolino Cirulli (Movimento 5 Stelle)
Una sfida interessante, soprattutto perché probabilmente è una delle più impari della storia del sistema uninominale. Il presidente del Consiglio in carica Paolo Gentiloni si candiderà alla Camera nel collegio di Roma 1, che comprende il centro storico, dove il centrosinistra è sempre andato bene alle ultime elezioni. La sua vittoria è data così per scontata che contro di lui il Movimento 5 Stelle ha candidato Angiolino Cirulli, che non ha nessuna esperienza politica ed è un piccolo imprenditore di Roma che sostiene di aver perso tutti i suoi risparmi nel fallimento di Banca Etruria. Cirulli non ha un profilo Facebook, Twitter o Instagram. Il Post ha provato a contattarlo per avere ulteriori chiarimenti sulla sua candidatura, ma finora senza successo.

Matteo Orfini (PD), Lorenzo Fioramonti (M5S)
Il presidente del PD Matteo Orfini ha scelto di correre in uno dei collegi uninominali più difficili di Roma, quello per la Camera di Torre Angela, in periferia. Per Orfini sarà molto arduo battere Lorenzo Fioramonti del Movimento 5 Stelle, che va forte nelle periferie romane. Il Movimento ha investito molto su Fioramonti, nonostante non abbia un passato di lunga militanza (per esempio è già stato inviato a rappresentare il Movimento nella trasmissione Porta Porta). Fioramonti è professore di Politica economica all’Università di Pretoria, in Sudafrica.

(Angelo Carconi/Riccardo Antimiani – Ansa)

Matteo Renzi (PD), Alberto Bagnai (Lega)
Il segretario del PD Matteo Renzi si candiderà nel collegio di Firenze, la città di cui è stato prima presidente della provincia e poi sindaco. Ha scelto di candidarsi al Senato: la camera che nella prossima legislatura sarà più in bilico e i cui parlamentari avranno bisogno di essere tenuti più sotto controllo. Contro di lui il centrodestra ha candidato Alberto Bagnai, professore di Economia dell’università di Pescara senza precedenti esperienze politiche. Bagnai è uno dei più noti e polemici sostenitori dell’uscita dell’Italia dall’euro ed è l’autore del blog Goofynomics. Sarà candidato anche capolista in Abruzzo, sempre nelle liste della Lega. Ha quindi buone possibilità di essere eletto anche se, come prevedibile, dovesse perdere la sfida con Renzi.

Matteo Renzi, Alberto Bagnai (ANSA)

Luigi Di Maio (M5S), Vittorio Sgarbi (Forza Italia)
Il capo politico del Movimento 5 Stelle Luigi Di Maio è candidato alla Camera nel collegio di Acerra, che comprende anche la sua città natale, Pomigliano d’Arco. Di Maio dovrebbe ottenere una vittoria abbastanza facile. In ogni caso è candidato anche nella posizione di capolista nel proporzionale della Campania, quindi non rischia di non essere eletto. Contro di lui il centrodestra ha candidato il personaggio televisivo Vittorio Sgarbi che, fino a poco tempo fa, parlava di volersi candidare da solo con il suo movimento “Rinascimento“. Sarà invece presente all’interno delle liste di Forza Italia con cui, spiega, il suo movimento si è “federato” (Sgarbi è candidato al proporzionale in provincia di Modena).

Vittorio Sgarbi, Luigi Di Maio (Luigi Mistrulli/Ettore Ferrari – ANSA)

Pierferdinando Casini (Civica Popolare), Vasco Errani (Liberi e Uguali)
La sfida più simbolica e importante sarà probabilmente quella tra Pierferdinando Casini, candidato di Civica Popolare e appoggiato dal PD, e Vasco Errani, ex presidente della regione Emilia-Romagna e ora candidato di Liberi e Uguali. I due si affronteranno nel collegio del Senato di Bologna, storica città di sinistra. Casini è un ex esponente della Democrazia Cristiana per anni alleato di Berlusconi; si è alleato con il PD soltanto nel corso dell’ultima legislatura. Errani ha lasciato il PD l’anno scorso, criticando, tra le altre cose, le scelte giudicate troppo centriste del partito. In una lettera aperta destinata agli abitanti di Bologna, Casini ha scritto che i «tempi sono cambiati» e che le vecchie rivalità tra destra e sinistra devono essere accantonate per combattere insieme «i populismi».

Vasco Errani, Pierferdinando Casini (,Ettore Ferrari/Alessandro Di Meo – ANSA)

Massimo D’Alema (Liberi e Uguali), Teresa Bellanova (PD)
Un’altra sfida interessante è quella in cui si affronteranno Massimo D’Alema, storico dirigente della sinistra italiana oggi con Liberi e Uguali, e Teresa Bellanova del PD, viceministro dello Sviluppo Economico, che cercheranno di conquistare il collegio del Senato di Nardò-Gallipoli. Per Massimo D’Alema è la prima competizione elettorale a cui partecipa direttamente dal 2008, e anche un ritorno nel posto dove iniziò a fare politica quando era membro della Federazione italiana dei giovani comunisti e in quella che per lungo tempo è stata considerata un suo “feudo” dal punto di vista politico. D’Alema e Bellanova sono entrambi candidati anche nei listini proporzionali.

Massimo D’Alema, Teresa Bellanova (Alessandro Di Meo/Giuseppe Lami – ANSA)

Maria Elena Boschi (PD), Micaela Biancofiore (Forza Italia)
La sottosegretaria Maria Elena Boschi sarà candidata alla Camera nel collegio di Bolzano. Contro di lei il centrodestra ha candidato Micaela Biancofiore. A differenza di Boschi, che è nata ad Arezzo e non ha mai fatto politica in Alto Adige, Biancofiore è di Bolzano e ha sempre frequentato la regione. Tradizionalmente, però, il collegio di Bolzano è ritenuto un’area dove per il centrosinistra è abbastanza facile vincere. In ogni caso Boschi è candidata in altri cinque collegi proporzionali, il massimo concesso dalla legge e il record tra tutti i candidati.

Micaela Biancofiore, Maria Elena Boschi (Alessandro Di Meo/Daniel Dal Zennaro – ANSA)

Pier Carlo Padoan (PD), Claudio Borghi (Lega), Carlo Sibilia (M5S)
Nel collegio per la Camera di Siena si sfideranno tre personaggi molto noti al grande pubblico: il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan; Claudio Borghi, ex candidato presidente della Toscana per la Lega, ex professore a contratto dell’Università Cattolica e forte sostenitore dell’uscita dall’euro; infine il Movimento 5 Stelle candida Carlo Sibilia, ex membro del “direttorio” del Movimento 5 Stelle, oltre che sostenitore di numerose teorie del complotto: da quella del signoraggio a quella del finto sbarco sulla Luna. Padoan dovrebbe ottenere una facile vittoria: non solo perché Siena è una città storicamente di sinistra, ma anche perché Padoan è il ministro che ha salvato la banca cittadina, il Monte dei Paschi.

Carlo Padoan, Claudio Borghi, Carlo Sibilia (Riccardo Antimiani/Ettore Ferrari/Giuseppe Lami – ANSA)

Emma Bonino (+Europa), Claudio Consolo (M5S)
Emma Bonino, leader di +Europa e alleata del PD, sarà candidata al Senato nel quartiere Roma Gianicolense. Il suo principale avversario sarà Claudio Consolo del Movimento 5 Stelle, professore di diritto alla Sapienza e consulente del ministro della Giustizia Angelino Alfano durante l’ultimo governo Berlusconi. La sfida è interessante soprattutto perché i collegi di Roma sono ritenuti molto difficili per il PD e tendenzialmente favorevoli al Movimento 5 Stelle.

Emma Bonino, Claudio Consolo (ANSA)

Roberto Giachetti (PD), Serena Pillozzi (LeU)
Un’altra sfida interessante sarà quella tra Roberto Giachetti, candidato del PD, e Serena Pillozzi, candidata di Liberi e Uguali, che si contenderanno il collegio di Sesto Fiorentino per la Camera. Pillozzi è una politica locale, non molto conosciuta fuori dall’area della cosiddetta “piana fiorentina”. Ma la sfida è comunque interessante per via del suo avversario. Durante la preparazione delle liste Giachetti aveva chiesto di essere candidato soltanto in un collegio uninominale, senza essere contemporaneamente candidato in un collegio proporzionale sicuro (Giachetti è l’unico leader di livello nazionale a non avere anche una candidatura proporzionale). Il suo gesto è stato molto apprezzato, ma Giachetti ha ricevuto anche qualche critica quando si è venuto a sapere che il collegio uninominale scelto per lui era proprio quello di Sesto Fiorentino, uno dei comuni storicamente più di sinistra di tutta l’Italia. Alle ultime elezioni comunali, però, proprio a Sesto il PD è stato battuto dalla coalizione che oggi appoggia Pillozzi. C’è quindi almeno una possibilità, per quanto esigua, che Giachetti venga battuto e questo rende la sfida di Sesto molto interessante da seguire.

Serena Pillozzi, Roberto Giachetti (ANSA)

Gianluigi Paragone (Movimento 5 Stelle), Umberto Bossi (Lega Nord)
Sfida “bonus”: non è uno scontro in un collegio uninominale, ma è comunque una storia interessante. L’ex conduttore televisivo Gianluigi Paragone sarà candidato dal Movimento 5 Stelle a Varese al collegio per il Senato. Nello stesso collegio, ma al proporzionale, la Lega candiderà Umberto Bossi. È una coincidenza curiosa, visto che nel 2005 fu proprio Bossi a nominare Paragone direttore del quotidiano di partito La Padania. Paragone raccontò che fu sempre grazie a Bossi che divenne prima vicedirettore di Libero e che poi entrò alla Rai, dove ricoprì gli incarichi di vicedirettore di Rai Uno, vicedirettore di Rai Due e dove condusse diversi talk show politici. Dal 2011, durante la crisi dell’ultimo governo Berlusconi, si allontanò dal partito. Nel 2013 passò a La7 dove iniziò ad avvicinarsi al Movimento 5 Stelle, fino all’annuncio della sua candidatura con il partito lo scorso gennaio.

Gianluigi Paragone, Umberto Bossi (Alessandro Di Meo/ANSA e Andrea Ronchini/Pacific Press/ ZUMA/ANSA)

Senza sfidanti
Gran parte degli altri leader nazionali hanno preferito evitare di candidarsi nell’uninominale, oppure non hanno di fronte avversari rilevanti. È il caso per esempio dell’ex segretario del PD Dario Franceschini, oggi ministro della Cultura e principale alleato di Renzi all’interno del PD, che si è candidato alla Camera nel sicurissimo collegio di Ferrara. In una situazione opposta si trova l’ex segretario del PD e ora dirigente di Liberi e Uguali Pierluigi Bersani che, oltre ai collegi proporzionali che gli garantiscono l’elezione, è candidato al Senato nell’uninominale di Verona, dove non ha alcuna possibilità di vittoria. Sempre in Veneto e alla Camera, ma con l’elezione quasi garantita, si è candidato Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia alla Camera e candidato del centrodestra a San Donà di Piave. Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d’Italia, è candidata alla Camera nel collegio di Latina sostenuta da tutto il centrodestra, e anche lei non dovrebbe avere difficoltà ad essere eletta. Chi invece ha deciso di non rischiare per nulla una brutta figura all’uninominale è il leader della Lega Matteo Salvini, che è candidato capolista al Senato nei listini proporzionali di Lombardia, Liguria, Lazio, Calabria e Sicilia: il massimo numero di pluricandidature consentito dalla legge.

Dario Franceschini, Giorgia Meloni, Renato Brunetta, Pierluigi Bersani, Matteo Salvini (ANSA)