Ci sono stati violenti scontri tra migranti a Calais: 22 persone sono ferite, 4 sono in condizioni molto gravi

Il ministro dell'Interno della Francia Gérard Collomb a Calais, 2 febbraio 2018 (PHILIPPE HUGUEN/AFP/Getty Images)
Il ministro dell'Interno della Francia Gérard Collomb a Calais, 2 febbraio 2018 (PHILIPPE HUGUEN/AFP/Getty Images)

La sera di giovedì primo febbraio a Calais, in Francia, ci sono stati violenti scontri tra migranti: ventidue persone sono rimaste ferite – quattro per colpi di arma da fuoco – e si trovano in gravi condizioni. Per ora non c’è stato alcun arresto. Sul luogo è arrivato anche il ministro degli Interni, Gérard Collomb, che ha parlato di eventi «eccezionalmente gravi» e ha partecipato a una riunione di emergenza convocata nella locale stazione di polizia.

Una prima rissa è scoppiata nel pomeriggio, intorno alle 15.30, vicino all’ospedale della città tra un «centinaio di migranti armati di bastoni e pietre», ha fatto sapere la prefettura. Quattro migranti, che hanno tra i 16 e i 18 anni e che sarebbero di nazionalità eritrea, sono rimasti feriti e sono in condizioni molto gravi. In quella stessa rissa, altre tre persone sono rimaste gravemente ferite.

Verso le 16 è scoppiata una seconda rissa a cinque chilometri di distanza dalla prima: «Un centinaio di migranti africani armati di bastoni voleva attaccare una ventina di afghani», ha detto il prefetto. La polizia è dunque intervenuta per proteggere gli afghani. Infine, nel tardo pomeriggio, ci sono state nuove violenze nella zona industriale di Calais, vicino all’ex campo principale della città soprannominato la “Giungla”, sgomberato nell’ottobre del 2016.

Secondo i dati delle associazioni che lavorano con i migranti a Calais sono presenti circa 800 migranti (tra i 550 e i 600, secondo la prefettura). Dopo lo sgombero della “Giungla”, centinaia di persone sono tornate a formare dei campi illegali vicino all’imboccatura del tunnel che conduce nel Regno Unito e che parte proprio dalla periferia della città nel nord della Francia. Il governo francese e il presidente Emmanuel Macron si sono rifiutati di aprire un centro di accoglienza regolare, mentre ONG e altre associazioni hanno spesso denunciato le condizioni in cui vivono i migranti nei campi illegali e l’aumento della violenza.