25 anni senza Audrey Hepburn

Foto e video di quella che l'ha praticamente inventato, il concetto di “icona di stile”

Audrey Hepburn a Roma nel 1960. (AP Photo/Jim Pringle)
Audrey Hepburn a Roma nel 1960. (AP Photo/Jim Pringle)

Venticinque anni fa, oggi, morì in Svizzera l’attrice britannica Audrey Hepburn, una delle più grandi icone di sempre del cinema mondiale. Hepburn vinse un premio Oscar come miglior attrice, nel 1954, per il film Vacanze romane, interpretando il personaggio della Principessa Anna, ma nella memoria collettiva viene più spesso identificata come Holly Golightly, in Colazione da Tiffany, tratto dal romanzo omonimo di Truman Capote. Fu quel film a congelarne il fascino per i decenni successivi, durante i quali Hepburn diventò molto di più dei suoi ruoli cinematografici, trasformandosi in un simbolo universale di stile, del buon gusto, della moda. La sua immagine è stata riprodotta su innumerevoli superfici e in altrettanti contesti, grazie al suo successo più che mai trasversale e popolare come quello di pochissime altre dive del cinema.

Nacque il 4 maggio 1929 a Bruxelles, in Belgio, e crebbe nei Paesi Bassi, durante gli anni dell’occupazione nazista. Il suo vero nome era Audrey Kathleen Ruston e sua madre discendeva da un’antica famiglia nobile olandese. Il cognome con cui divenne famosa, Hepburn, apparteneva alla nonna paterna e fu aggiunto da suo padre all’anagrafe anni dopo. Nel 1939 iniziò a studiare danza al Conservatorio di Arnhem, in Olanda, fino al 1945. Negli anni della guerra cambiò anche il suo nome in Edda van Heemstra, cercando di nascondere ai nazisti la sua origine inglese.

Si trasferì a Londra nel 1948, dove iniziò la carriera di attrice, dato che alcuni problemi di salute e di malnutrizione non le permisero di portare avanti la carriera da ballerina. Iniziò a recitare nei teatri per alcuni musical ed esordì al cinema nel 1951, nel film One Wild Oat. Il primo grande successo cinematografico fu Vacanze romane: Audrey Hepburn andò al provino organizzato dal regista Wulliam Wyler nel 1952. Nonostante la casa di produzione volesse Elizabeth Taylor come protagonista del film, il regista scelse Hepburn come interprete della Principessa Anna. Raccontò il regista:

All’inizio, recitò la scena del copione, poi si sentì qualcuno gridare ‘Taglia!’, ma le riprese in realtà continuarono. Lei si alzò dal letto e chiese, “Com’era? Sono andata bene?”. Si accorse che tutti erano silenziosi e che le luci erano ancora accese. Improvvisamente, si rese conto che la cinepresa stava ancora girando… Aveva tutto quello che stavo cercando, fascino, innocenza e talento. Inoltre era molto divertente. Era assolutamente incantevole, e ci dicemmo, “È lei!”.

In un altro film di successo, Sabrina, nacque la collaborazione professionale con lo stilista francese Givenchy, che disegnò per lei molti costumi di scena. Nella seconda metà degli anni Cinquanta, Hepburn era ormai diventata una delle più grandi attrici di Hollywood e soprattutto un’icona dello stile: una donna di grande gusto, secondo i giornali del tempo, ammirata e imitata ancora oggi. I suoi abiti di scena sono stati più volte esposti e hanno fatto la storia del costume, su tutti il famoso tubino nero indossato in Colazione da Tiffany, disegnato da Givenchy, e gli occhiali da sole grandi e neri. Parlando di stile, Audrey Hepburn disse:

Per avere occhi belli, basta guardare come se si stesse cercando una cosa bella; per labbra splendide, basta dire solo cose splendide; e per la posa, l’importante è camminare come se non si fosse mai sole.

Il video della premiazione come miglior attrice alla cerimonia degli Oscar del 1954

Nel 1961, il personaggio di Holly, interpretato nel film Colazione da Tiffany, gli valse un’altra nomination agli Oscar, che quell’anno fu vinto poi da Sophia Loren. Ma quel personaggio è ancora oggi considerato come una delle figure più incisive e rappresentative del cinema americano del ventesimo secolo. Tiffany, la più famosa gioielleria di New York, rappresentava l’unico posto in cui Holly riusciva a dimenticare i suoi problemi, un posto che rappresentava la pace, la serenità. A proposito del personaggio, Audrey Hepburn disse: «Sono un’introversa. Interpretare una ragazza estroversa è stata la cosa più difficile che io abbia mai fatto». Nella sua carriera di attrice, oltre ad aver vinto l’Oscar nel 1954 come miglior attrice, vinse anche tre Golden Globe, un Emmy, un Grammy Award, e tre David di Donatello. Nel 1993 l’American Film Institute la mise al terzo posto tra le più grandi attrici di tutti i tempi.

My Fair Lady (1964)

La sua carriera professionale si incrociò nuovamente con quella di Elizabeth Taylor nel 1964, per il ruolo di Eliza Doolittle nel film musicale My Fair Lady. Hepburn venne scelta al posto di Julie Andrews, che aveva interpretato il ruolo a Broadway: all’inizio rifiutò, sostenendo che fosse giusto affidare la parte ad Andrews, allora però poco conosciuta nel mondo del cinema. Quando le dissero che la parte sarebbe stata assegnata in alternativa a Taylor, decise di accettare. Durante le riprese del film, Hepburn scoprì di essere stata doppiata nei pezzi musicali e in segno di protesta lasciò il set. Tornò il mattino dopo, scusandosi. Alla fine, soltanto poche frasi del film (in due canzoni) sono cantate effettivamente da Audrey Hepburn.

Dal 1967 in poi lavorò molto meno: l’ultimo ruolo importante della sua carriera cinematografica lo interpretò nel 1981, nella commedia …e tutti risero. L’ultima apparizione in un film la fece invece nel 1988, con una piccola parte in Always, diretto da Steven Spielberg. Poco dopo fu nominata ambasciatrice speciale dell’UNICEF e da quel momento si dedicò soprattutto all’aiuto dei bambini dei paesi poveri, viaggiando in diverse parti del mondo. Morì il 20 gennaio 1993, per un cancro al colon scoperto poco prima e inutilmente curato in giro per il mondo: aveva 63 anni.