Il Parlamento della Grecia ha approvato una nuova serie di riforme imposte dai creditori internazionali

Le proteste organizzate dai sindacati fuori dal parlamento di Atene, 15 gennaio 2018
(AP Photo/Thanassis Stavrakis)
Le proteste organizzate dai sindacati fuori dal parlamento di Atene, 15 gennaio 2018 (AP Photo/Thanassis Stavrakis)

Il Parlamento della Grecia ha approvato una serie di riforme imposte dai creditori internazionali in cambio di nuovi fondi di salvataggio. Nel frattempo, circa 10 mila persone si sono radunate ad Atene per protestare e ci sono stati degli scontri con la polizia greca che ha sparato dei gas lacrimogeni contro alcuni manifestanti che avevano a loro volta lanciato dei sassi.

Oggi, in previsione del voto del parlamento, i principali sindacati avevano organizzato uno sciopero: per diverse ore si sono fermati gli autobus, la metropolitana, alcuni treni e alcuni voli sono stati cancellati. Ci sono stati problemi negli ospedali e anche nelle scuole. Le nuove riforme includono restrizioni sul diritto di sciopero, tagli alle misure a favore delle famiglie e procedure più veloci per i pignoramenti. Il governo è riuscito ad approvare queste riforme prima della riunione dei ministri delle Finanze della zona euro che si terrà il prossimo 22 gennaio e che sarà decisiva per sbloccare un prestito pari a circa 6,5 ​​miliardi di euro.

Il programma di salvataggio in corso – il terzo, approvato nell’agosto del 2015 e pari a 86 miliardi di euro – terminerà nell’agosto del 2018. Negli ultimi cinque anni i fondi destinati al paese sono saliti a un totale di 326 miliardi di euro, la più grande operazione di salvataggio della storia. Tra le richieste fatte dai creditori ci sono state una severa riforma delle pensioni, l’aumento dell’IVA, nuove leggi sul lavoro e l’innalzamento delle imposte indirette. Subito dopo la fine del programma, o nel 2019, e cioè al termine naturale della scadenza, ci saranno nuove elezioni.