La frase razzista di Attilio Fontana

«Dobbiamo decidere se la nostra razza bianca deve continuare a esistere», ha detto, ma poi ha sostenuto fosse un lapsus

Attilio Fontana a Milano nel 2012 (Stefano De Grandis/Lapresse)
Attilio Fontana a Milano nel 2012 (Stefano De Grandis/Lapresse)

Attilio Fontana, politico della Lega Nord, ex sindaco di Varese e candidato del centrodestra alle elezioni regionali in Lombardia del prossimo 4 marzo, ha espresso la sua opinione sull’immigrazione parlando a Radio Padania e dicendo cose apertamente razziste e proponendo la tesi della presunta “sostituzione etnica” che sarebbe in corso, argomento molto caro e popolare tra i movimenti neonazisti e neofascisti europei.

«Uno Stato serio dovrebbe progettare, programmare, anche una situazione di questo tipo. Dovrebbe dire: noi vogliamo, riteniamo giusto che possano essere accolti mille, centomila, dieci milioni, cento milioni… quanti immigrati noi vogliamo fare entrare, come li vogliamo assistere, che lavori vogliamo trovare loro, che case vogliamo dare loro, che scuole… a quel punto, quando uno fa un progetto di questo genere, lo sottopone ai propri cittadini. Siete d’accordo con questa scelta? Vi va bene? Allora ha un senso. Ma fare il discorso demagogico e assolutamente inaccettabile che “dobbiamo accettarli tutti”, beh, è chiaro che è un discorso di fronte al quale bisogna reagire, bisogna ribellarsi. Noi non possiamo accettarli tutti. Perché se dovessimo accettarli tutti vorrebbe dire che non ci saremmo più noi come realtà sociale, come realtà etnica. Perché loro sono molti più di noi, perché loro sono molto più determinati di noi nell’occupare questo territorio. Quindi noi di fronte a queste affermazioni dobbiamo ribellarci. Non possiamo accettare. Perché qui non è questione di essere xenofobi o razzisti, è questione di essere logici, razionali. Noi non possiamo perché tutti non ci stiamo. Quindi dobbiamo fare delle scelte. Dobbiamo decidere se la nostra etnia, se la nostra razza bianca, se la nostra società deve continuare a esistere o se la nostra società dev’essere cancellata. È una scelta. Se la maggioranza degli italiani dovesse dire “noi vogliamo auto-eliminarci”, e vabbé, vorrà dire che noi ce ne andremo da un’altra parte, quelli che non vogliono auto-eliminarsi».

La frase sulla «razza bianca» ha generato immediate indignazioni e proteste – non esiste peraltro nessuna «razza bianca», secondo la scienza, ma solo quella umana – e Fontana si è corretto dopo qualche ora dicendo che era stato «un lapsus, un errore espressivo, intendevo dire che dobbiamo riorganizzare un’accoglienza diversa che rispetti la nostra storia, la nostra società». Il capo del partito di Fontana, Matteo Salvini, ha rincarato però dicendo che «siamo sotto attacco, sono a rischio la nostra cultura, società, tradizioni, modo di vivere. È in corso un’invasione, a gennaio sono ripresi anche gli sbarchi. Il colore della pelle non c’entra e c’è un pericolo molto reale: secoli di storia che rischiano di sparire se prende il sopravvento l’islamizzazione finora sottovalutata».

Fontana è dato in leggero vantaggio nei sondaggi, seguito da Giorgio Gori, sindaco di Bergamo e candidato del Partito Democratico. La coalizione Liberi e Uguali, che raggruppa alcuni partiti minori di sinistra, ha deciso nei giorni scorsi di non sostenere Gori ma di candidare Onorio Rosati, un consigliere regionale che faceva parte del PD fino a pochi mesi fa.