Paolo Gentiloni dice che un nuovo voto sullo ius soli avrebbe «archiviato» il tema per anni

Il presidente del Consiglio ha difeso la scelta di non mettere la fiducia sul voto in Senato per la nuova legge sulla cittadinanza

Il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni alla conferenza stampa di fine anno, Roma 28 dicembre 2017 (ANSA/GIUSEPPE LAMI)
Il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni alla conferenza stampa di fine anno, Roma 28 dicembre 2017 (ANSA/GIUSEPPE LAMI)

Paolo Gentiloni ha parlato con i giornalisti alla conferenza stampa di fine anno, il tradizionale incontro dove il presidente del Consiglio racconta i risultati raggiunti in un anno di governo, e in questo caso le prospettive in vista delle prossime elezioni politiche. Gentiloni ha parlato anche del fallimento della legge sulla cittadinanza, lo ius soli. La legge è appoggiata in Parlamento da una coalizione di centrosinistra, ma la sua approvazione è definitivamente saltata poco prima di Natale: la discussione in Senato non è nemmeno iniziata per mancanza del numero legale di presenti.

Nonostante fosse abbastanza scontato che al Senato la legge non avesse i numeri per passare, in molti avevano chiesto al governo di forzare l’approvazione dello ius soli mettendo la questione di fiducia sul voto decisivo. Il governo, nonostante Gentiloni stesso fosse a favore della nuova legge, ha invece deciso di non intervenire. Oggi Gentiloni ha difeso la sua scelta rispondendo a una domanda della giornalista dell’ANSA Serenella Mattera:

Non ritiene  [..] che il governo avrebbe dovuto tentare il tutto per tutto con la fiducia in Senato e non pensa che se nella prossima legislatura dovesse affermarsi una maggioranza diversa questa legge potrebbe essere archiviata ancora per molti anni?

Il modo migliore per archiviarla per molti anni sarebbe stato quello di farla bocciare. Perfetto, lineare. Pratica archiviata.