La riforma fiscale di Trump è stata approvata

C'è stato anche l'ultimo voto alla Camera, controllata dai Repubblicani: era una delle principali promesse della campagna elettorale e prevede tagli per le imprese e i più ricchi

Il palazzo del Congresso, Washington, DC, Stati Uniti (Chip Somodevilla/Getty Images)
Il palazzo del Congresso, Washington, DC, Stati Uniti (Chip Somodevilla/Getty Images)

Il Congresso degli Stati Uniti ha approvato la controversa riforma fiscale fortemente voluta dal presidente statunitense, Donald Trump, e sostenuta da buona parte del partito Repubblicano. La Camera ha nuovamente approvato la legge dopo che al Senato – prima di quello che avrebbe dovuto essere l’ultimo voto – aveva subìto alcune modifiche che ne avevano reso necessario una nuova, scontata approvazione. La riforma prevede un taglio cospicuo delle aliquote per le imprese e una riduzione temporanea delle tasse per i singoli individui, con una riduzione complessiva degli introiti per il governo federale stimata intorno ai 1.500 miliardi di dollari. La legge sarà firmata da Trump nei prossimi giorni e diventerà quindi pienamente effettiva.

Nel pomeriggio di martedì 19 dicembre, la Camera aveva approvato la legge con 227 sì e 203 voti contrari: 12 Repubblicani avevano votato contro e nessun Democratico si era espresso a favore. La maggior parte dei Repubblicani contrari venivano dalla California, dal New Jersey e da New York, stati dove la riduzione delle tasse potrebbe incidere più sensibilmente sui bilanci. In Senato i voti favorevoli sono stati 51, i contrari 48, con i Repubblicani che hanno votato uniti e senza alcun sostegno da parte dei Democratici. I senatori hanno però dovuto cambiare alcune norme già votate dalla Camera, che avrebbero potuto consentire ai Democratici di fare ostruzionismo nel rendere operativa la legge. Ed è proprio per queste modifiche che si è reso necessario un ultimo voto alla Camera: la legge deve essere approvata con lo stesso testo nei due rami del Congresso. Nell’ultimo voto decisivo i favorevoli sono stati 224, i contrari 201.

La riforma fiscale voluta da Trump e dai Repubblicani impone un tetto massimo del 21 per cento di imposizione fiscale per le aziende, contro l’attuale 35 per cento. Secondo i sostenitori della legge, una riduzione così marcata incentiverà nuovi investimenti e assunzioni da parte delle imprese, anche se molti economisti si sono detti scettici e ritengono che non ci sia un rapporto diretto tra riduzione delle imposte e aumento dell’occupazione o dei salari. Le modifiche alla tassazione riguardano anche i singoli individui, con un taglio delle aliquote dall’attuale 39,6 per cento al 37 per cento. La legge prevede diverse altre deduzioni, agevolazioni fiscali e una revisione della tassazione sulle proprietà immobiliari e le eredità.

La parte che riguarda i singoli individui è però temporanea e dovrebbe scadere nel 2025, perché non è consentito che determinate misure fiscali contribuiscano in modo permanente all’aumento del debito pubblico dopo dieci anni. Resteranno invece in vigore i grandi tagli alle aziende, e proprio per questo Democratici e molti economisti ritengono che la legge sia inutile, pericolosa per le finanze statali e soprattutto iniqua nei confronti dei contribuenti. Studi e analisi hanno dimostrato che il nuovo sistema favorirà le persone più ricche, mentre non porterà a vantaggi per quelle più povere, né nel breve né nel medio periodo.

La legge approvata dal Congresso non si occupa solamente di tagliare le tasse. I Repubblicani hanno inserito al suo interno alcuni emendamenti che di fatto smontano pezzi consistenti dell’Affordable Care Act (ACA), la legge approvata durante la presidenza Obama per riformare il settore delle assicurazioni sanitarie negli Stati Uniti, con l’obiettivo di far aumentare il numero di assicurati e ridurre i costi delle polizze. La nuova legge elimina le penalizzazioni e le multe per chi non è assicurato, una decisione che secondo il Congressional Budget Office (l’ufficio del bilancio del Congresso), comporterà un aumento dei premi per tutte le altre persone che hanno regolarmente acquistato un’assicurazione.

I Repubblicani non si sono limitati all’ACA. Un altro passaggio molto criticato della legge comprende un’estensione dei permessi di estrazione di petrolio e gas nell’Arctic National Wildlife Refuge, una grande area naturale in Alaska. Il parco esiste dagli anni Sessanta e tutela flora e fauna di un’ampia porzione dell’Alaska nord-orientale. Gli ambientalisti si battono da decenni per evitare che siano concessi permessi per le perforazioni, temendo che queste attività possano arrecare gravi danni all’ambiente circostante.

Dopo l’approvazione al Congresso, Trump si è congratulato su Twitter con i leader Repubblicani per il risultato raggiunto nel tagliare le tasse.

I Democratici hanno criticato molto duramente la legge e hanno accusato i Repubblicani di avere fatto il gioco delle grandi aziende, dei più ricchi e dei privilegiati. Alcuni esponenti, così come diversi osservatori indipendenti, hanno anche accusato Trump di avere sostenuto una legge che di fatto abbasserà le tasse per lui e per le sue attività, condizione che non è stata negata direttamente dalla portavoce della Casa Bianca, Sarah Huckabee Sanders, che si è limitata a dire: “So che ci sono alcune norme che avranno un impatto negativo sul presidente”. I Democratici confidano di cambiare le cose dopo le elezioni di metà mandato del prossimo anno, che offriranno l’opportunità di controllare nuovamente la maggioranza sia alla Camera sia al Senato. La legge da poco approvata non è molto popolare, nonostante le insistenze dei Repubblicani, ed è quindi probabile che diventi uno dei temi centrali della campagna elettorale.

Per i Repubblicani è comunque la più importante vittoria in quasi un anno di presidenza Trump. Dopo i ripetuti fallimenti nell’abolire la riforma sanitaria di Obama, avevano bisogno di ottenere un risultato netto al Congresso e di portare a termine uno degli annunci fatti in campagna elettorale. Lo speaker della Camera, Paul D. Ryan, ha detto che con questa legge: “Oggi diamo indietro i soldi al popolo di questo paese”. La leader dei Democratici alla Camera, Nancy Pelosi, ha invece definito la legge un imbroglio: “È semplicemente un furto, un gigantesco e sfacciato furto contro la classe media e per tutte le persone che vorrebbero entrare a farne parte”.