Tre uomini palestinesi sono morti negli scontri con l’esercito israeliano lungo il confine della Striscia di Gaza

Un gruppo di palestinesi durante gli scontri con i soldati israeliani lungo il confine della Striscia di Gaza, il 15 dicembre 2017; l'uomo sulla sedia a rotelle che sventola la bandiera palestinese è uno di quelli morti nel corso della giornata (MOHAMMED ABED/AFP/Getty Images)
Un gruppo di palestinesi durante gli scontri con i soldati israeliani lungo il confine della Striscia di Gaza, il 15 dicembre 2017; l'uomo sulla sedia a rotelle che sventola la bandiera palestinese è uno di quelli morti nel corso della giornata (MOHAMMED ABED/AFP/Getty Images)

Ieri tre uomini palestinesi sono morti negli scontri con l’esercito israeliano al confine tra la Striscia di Gaza e Israele. Oltre cento persone sono state ferite. Le nuove morti sono state annunciate dalle autorità palestinesi e hanno fatto salire a 8 il numero di palestinesi uccisi nei recenti scontri dovuti al riconoscimento di Gerusalemme come capitale di Israele da parte del presidente degli Stati Uniti Donald Trump, avvenuto il 6 dicembre. Gli scontri di ieri sono cominciati dopo la preghiera musulmana del venerdì, quando un gruppo di manifestanti palestinesi ha cominciato ad appiccare incendi e tirare pietre contro i soldati israeliani, che hanno risposto usando il gas lacrimogeno. Oltre a questi scontri, dalla Striscia di Gaza sono stati sparati numerosi colpi di mortaio contro Israele, che ha risposto con attacchi aerei diretti alle strutture militari di Gaza. A Ramallah, in Cisgiordania, un palestinese ha attaccato e ferito un poliziotto israeliano con un coltello, ed è poi stato ucciso.

Il 6 dicembre Trump ha annunciato  il futuro spostamento dell’ambasciata statunitense a Gerusalemme, riconoscendola di fatto come capitale dello stato di Israele, e rianimando le tensioni e le violenze tra israeliani e palestinesi. L’ultimo tentativo credibile di raggiungere la pace tra i due popoli, che risale al 2001, fallì proprio perché non si riuscì a trovare un accordo sulla gestione dei luoghi sacri di Gerusalemme. Come tutte le altre ambasciate in Israele, quella americana si trova a Tel Aviv: per trovare un edificio adatto, attrezzarlo, renderlo sicuro e trasferire centinaia di dipendenti ci vorranno probabilmente diversi anni.