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  • Venerdì 15 dicembre 2017

È stato trovato un altro piede su una spiaggia del Canada

È il 13esimo dal 2007, ma nonostante le teorie complottiste e raccapriccianti ormai si è trovata una spiegazione al fenomeno

Vancouver. (Darryl Dyck/The Canadian Press via AP)
Vancouver. (Darryl Dyck/The Canadian Press via AP)

La scorsa settimana un uomo di nome Mike Johns stava portando a passeggio il suo Rottweiler di sei anni su una spiaggia dell’Isola di Vancouver, nella provincia canadese della Columbia Britannica. Mentre camminavano il cane si è soffermato su qualcosa che a Johns sono sembrate subito delle ossa, ma diverse da quelle di balena e leoni marini che spesso si ritrovano sulla spiaggia, che si affaccia sull’Oceano Pacifico. Si è avvicinato e ha trovato una tibia e un perone umani, che finivano in un piede scheletrico infilato in una calza bianca e in una scarpa da ginnastica. Quello trovato da Johns è il 13esimo piede umano ritrovato nella Columbia Britannica dal 2007.

Johns ha chiamato la polizia, riportandosi il piede a casa per paura che fosse riportato nell’Oceano dalle onde, o che fosse portato via da un orso o un’aquila. La polizia canadese ha recuperato il piede il giorno successivo e ha detto che sta conducendo dei test del DNA per provare a identificare a chi appartenesse. Le onde che interessano la Columbia Britannica sono particolarmente alte, e le maree particolarmente intense: il piede, aiutato dalla scarpa da ginnastica, potrebbe quindi aver fatto un viaggio piuttosto lungo, galleggiando dall’Alaska o dall’Oregon.

L’ultimo piede era stato ritrovato nel febbraio del 2016, in una scarpa New Balance nera e blu. Col tempo c’è stato anche chi ha provato a fare uno scherzo, ritrovando o facendo ritrovare ossa di animali dentro a scarpe da ginnastica. Ma con il susseguirsi dei veri piedi umani ritrovati nella Columbia Britannica, si sono diffuse molte teorie per provare a spiegare il fenomeno, che per le sue caratteristiche strane e raccapriccianti è stato spesso raccontato sui giornali. All’inizio si ipotizzò che i piedi potessero appartenere a delle persone morte nello tsunami che colpì il sud est asiatico nel 2004. Ma il fatto che arrivassero soltanto piedi, e tutti in scarpe da ginnastica, ha portato qualcuno a sostenere che si trattasse di un serial killer. Altre ipotesi hanno tirato in ballo la criminalità organizzata o il traffico di esseri umani, mentre c’è chi ha ricondotto i primi ritrovamenti all’incidente a un piccolo aereo avvenuto nella zona.

Fin da subito, però, la polizia ha spiegato che i piedi, attaccati alle tibie e ai peroni, non sono stati tagliati da un corpo umano, ma si sono staccati naturalmente. Sono arrivate anche delle risposte sulle persone a cui appartengono: sei di loro sono state identificate, e sono tutte morte per suicidio o in un incidente. I corpi, rimasti in acqua nell’Oceano, si sono decomposti, e i piedi sono rimasti a galla per via delle scarpe: le estremità sono le prime cose a staccarsi dal resto del corpo, e così è successo ai piedi. Il fatto che tutti indossassero scarpe da ginnastica può essere dovuto al fatto che sono le più resistenti all’acqua, e le più galleggianti: i piedi in mare attaccati agli altri tipi di scarpe probabilmente affondano.