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  • Lunedì 11 dicembre 2017

In Corsica hanno stravinto gli indipendentisti

Nelle elezioni di domenica hanno ottenuto oltre il 56 per cento, grazie a una coalizione costruita sulla richiesta di maggiore autonomia

Gilles Simeoni, Bastia, nel marzo del 2014 (PASCAL POCHARD CASABIANCA/AFP/Getty Images)
Gilles Simeoni, Bastia, nel marzo del 2014 (PASCAL POCHARD CASABIANCA/AFP/Getty Images)

Domenica 10 dicembre la coalizione autonomista e indipendentista “Pe’ a Corsica” di Gilles Simeoni e Jean-Guy Talamoni ha vinto il secondo turno delle elezioni territoriali in Corsica con il 56,5 per cento dei voti. Le altre tre liste che avevano superato il primo turno sono arrivate molto indietro rispetto a “Pè a Corsica”: quella di Jean-Martin Mondoloni (destra regionalista) ha ottenuto il 18,29 per cento, quella de La République en Marche – il partito del presidente francese Macron – guidata da Jean-Charles Orsucci il 12,67 e quella de Les Républicains di Valérie Bozzi – cioè il tradizionale centrodestra francese – il 12,57. Il tasso di astensione è stato del 47,5 per cento, molto alto.

Circa un’ora dopo la chiusura dei seggi, alle 18, Gilles Simeoni aveva parlato di un “trend straordinario” per i nazionalisti, che erano già arrivati in vantaggio al primo turno delle elezioni di domenica 3 dicembre. I festeggiamenti sono dunque iniziati già nel tardo pomeriggio, a scrutinio appena cominciato, in un tendone di Bastia dove centinaia di sostenitori e sostenitrici hanno sventolato bandiere e cantato canzoni.

Quelle di domenica sono state elezioni anticipate, perché dal primo gennaio del 2018 ci sarà una riorganizzazione territoriale della Corsica: la nuova “Assemblea della Collettività” – che sarà formata da 63 rappresentanti – sostituirà i due dipartimenti in cui è stata finora divisa l’isola e la collettività territoriale eletta nel 2015. Gilles Simeoni diventerà il primo presidente di questa nuova Collettività: ha 50 anni, ha studiato giurisprudenza ed è figlio di uno dei “padri” del nazionalismo corso, Edmond Simeoni, che nel 1975 vicino ad Aleria guidò con il fratello la prima azione del movimento autonomista: con circa 30 uomini armati di fucili da caccia occupò una cantina vinicola appartenente a un importante imprenditore di origine pieds-noirs, un ex colono francese in nord Africa, per protestare contro una truffa che minacciava di rovinare centinaia di piccoli viticoltori. Gilles Simeoni militò nel movimento fondato dal padre e divenne famoso per aver difeso in tribunale l’indipendentista corso militante Yvan Colonna, condannato all’ergastolo perché accusato di essere l’autore dell’omicidio del Prefetto Claude Érignac il 6 febbraio 1998 ad Ajaccio. Nel 2014 Gilles Simeoni è stato poi eletto sindaco di Bastia e ha contribuito ai successi elettorali della coalizione nazionalista dei successivi due anni.

Dopo la vittoria Gilles Simeoni ha detto che «Parigi avrà oggi una misura di ciò che sta accadendo in Corsica». Domenica notte il primo ministro Edouard Philippe ha chiamato il leader autonomista inviandogli le proprie «congratulazioni repubblicane» e dicendo di essere disponibile «a riceverlo». Anche il ministro dell’Interno del governo Macron, Gérard Collomb, ha voluto assicurare «ai nuovi eletti la disponibilità del governo, in uno spirito di ascolto, dialogo e rispetto reciproco». Di fronte ai giornalisti, Simeoni ha aggiunto di aver spiegato ai rappresentanti del governo Macron che «al di là della cortesia formale, ci aspettiamo e speriamo in un dialogo autentico: le condizioni non sono mai state così favorevoli per la questione corsa (…) da risolvere in modo pacifico e duraturo con una soluzione politica».

La coalizione di Gilles Simeoni e di Jean-Guy Talamoni si è costituita sulla base delle idee comuni a entrambi i partiti: non chiede l’indipendenza della Corsica ma innanzitutto maggiore autonomia, cosa che ha rassicurato molto l’elettorato nonostante gli avversari, durante la campagna elettorale, abbiano molto insistito su questo argomento facendo spesso riferimento alla situazione della Catalogna. Se il problema dell’indipendenza non è all’ordine del giorno, scrive il quotidiano francese Le Monde, la coalizione nazionalista spera di averla vinta subito su alcune questioni fondamentali: l’amnistia per i «prigionieri politici», l’ufficialità della lingua corsa e il riconoscimento dello status di residente corso per opporsi alla compravendita di terreni sull’isola ed evitare speculazioni immobiliari.