C’era un dinosauro che assomigliava molto a un cigno

È stato scoperto grazie a un fossile ritrovato in Mongolia: è stato chiamato Halszkaraptor escuilliei e probabilmente aveva uno stile di vita da anfibio

Il fossile di Halszkaraptor escuilliei all'European Synchrotron Radiation Facility shows di Grenoble, in Francia (Pierre Jayet/ESRF via AP)
Il fossile di Halszkaraptor escuilliei all'European Synchrotron Radiation Facility shows di Grenoble, in Francia (Pierre Jayet/ESRF via AP)

Il 6 dicembre sulla rivista scientifica Nature è uscito un articolo sulla scoperta di una specie di dinosauro, l’Halszkaraptor escuilliei, che secondo la ricostruzione dei ricercatori assomigliava a un Velociraptor con collo e testa da cigno e arti superiori simili a quelli dei pinguini.

L’Halszkaraptor è stato scoperto grazie a un fossile trovato in Mongolia e poi passato illegalmente di mano in mano (per legge i fossili appartengono al paese in cui sono stati trovati) fino a che, nel 2015, il collezionista francese François Escuillié chiese al paleontologo Pascal Godefroit di analizzarlo. Inizialmente Godefroit e i suoi collaboratori, tra cui il paleontologo italiano Andrea Cau, hanno dovuto escludere che il fossile fosse un falso realizzato mettendo insieme resti di animali diversi, dato che il suo aspetto sembrava molto differente da quelli di altri dinosauri conosciuti: le analisi che sono state fatte hanno dimostrato che invece si tratta di un vero animale estinto.

L’Halszkaraptor era alto circa 40 centimetri, lungo più o meno 80 e aveva questo aspetto:

Ricostruzione dell’aspetto dell’Halszkaraptor escuilliei fatta da Lukas Panzarin con la supervisione di Andrea Cau (Lukas Panzarin via AP)

Per verificare l’autenticità del fossile nel modo più accurato, il blocco di pietra lungo circa 40 centimetri in cui si trovano i resti dell’animale è stato portato all’European synchrotron radiation facility (ESRF) di Grenoble, in Francia, un importantissimo laboratorio di ricerca europeo. In questa struttura si trova un sincrotrone, cioè un acceleratore di particelle che viene usato per produrre un tipo di raggi X utile a studiare oggetti macroscopici. Grazie ai raggi X del sincrotrone (il nome tecnico dell’analisi è “microtomografia a radiazione di sincrotrone”), è stato possibile realizzare numerosissime scansioni del fossile di Halszkaraptor escuilliei che hanno dimostrato che il blocco di pietra in cui è contenuto non è stato formato assemblando vari pezzi.

Le precisissime scansioni effettuate grazie alla radiazione di sincrotrone hanno peraltro permesso agli scienziati di ottenere una ricostruzione in 3D di tutte le ossa del fossile e analizzarle nel dettaglio. Sul suo blog Andrea Cau ha riassunto tutto il lavoro di ricerca che è stato fatto in questa frase:

«Abbiamo usato un acceleratore di particelle lungo un chilometro alimentato da un reattore nucleare per scansionare un theropode con il muso da piscivoro, il collo da cigno e gli arti anteriori simili a pinne, che definisce un nuovo clade di dromaeosauridi semiacquatici».

Il fossile di Halszkaraptor escuilliei; qui se ne può vedere una ricostruzione in 3D (AP/ESRF/Paul Tafforeau)

Lo studio delle ossa del fossile ha permesso di identificarlo come un teropode, cioè quel gruppo di dinosauri da cui discendono gli uccelli e di cui facevano parte sia il velociraptor che il tirannosauro. Gli scienziati hanno anche fatto diverse ipotesi sul suo stile di vita basandosi sulla forma del suo collo e dei suoi arti e sono giunti alla conclusione che l’Halszkaraptor fosse un abile nuotatore e si nutrisse di pesci, immergendo la bocca sott’acqua per catturarli come i moderni cormorani. Non si conoscono altri tipi di dinosauri con questa dieta – i plesiosauri e gli ittiosauri erano rettili marini, non dinosauri.

Per quanto riguarda la bocca, l’Halszkaraptor aveva più del doppio dei denti della maggior parte dei dinosauri e la forma del suo cranio, con molto spazio per vasi sanguigni e nervi, lo rendeva probabilmente molto sensibile in questa parte del corpo: come i moderni coccodrilli. Gli arti inferiori erano lunghi in proporzione al resto del corpo, ma non molto adatti per la corsa; anche la coda era lunga, ma non abbastanza da controbilanciare il collo, per questo gli scienziati ritengono che l’animale si muovesse in una posizione eretta, più pronunciata rispetto a quella delle specie più simili, ma meno rispetto a quella dei pinguini.

La caratteristica peculiare dell’Halszkaraptor, quella che lo distingue di più dagli altri dinosauri, sono gli arti superiori: hanno proporzioni simili a quelli delle ali degli uccelli che nuotano, come i pinguini, ma non sono pinne. Il fossile non permette di capire se l’Halszkaraptor nuotasse come i pinguini, ma la forma degli arti inferiori, adatta alla locomozione sulla terra ferma, insieme alle caratteristiche che invece sembrano indicare uno stile di vita acquatico, ha fatto pensare agli scienziati che lo hanno studiato che l’animale vivesse come un anfibio, dentro e fuori dall’acqua. È il primo dinosauro per cui si giunge a una conclusione del genere.

Il fossile di Halszkaraptor escuilliei tra i ricercatori Pascal Godefroit, a sinistra, Andrea Cau, col maglione a righe, e Paul Tafforeau, al sincrotrone di Grenoble (Pierre Jayet/ESRF via AP)

L’Halszkaraptor escuilliei è stato chiamato così in onore della paleontologa polacca Halszka Osmólska (1930-2008), che scoprì più di dieci specie di dinosauri in Mongolia, e di Escuillié.