Il dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ha fatto causa per bloccare la fusione tra AT&T e Time Warner

(KENA BETANCUR/AFP/Getty Images)
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Il dipartimento di Giustizia (DOJ) degli Stati Uniti ha avviato una causa legale per fermare la proposta dell’azienda telefonica AT&T di fondersi insieme a quella di telecomunicazioni Time Warner, in un accordo che diventerebbe uno dei più grandi nella storia del settore. Secondo il DOJ, la fusione porterebbe a una minore concorrenza sul mercato, facendo aumentare i prezzi per le altre aziende che distribuiscono in licenza i canali di Time Warner e danneggerebbe l’evoluzione dei servizi on demand. Nel complesso, sostiene sempre il DOJ: “La proposta fusione comporterebbe poche innovazioni nell’offerta e bollette più alte per le famiglie statunitensi”.

Il CEO di AT&T, Randall Stevenson, ha respinto questa visione dicendo che la causa intentata dal governo degli Stati Uniti va oltre ciò che è previsto dalle leggi antitrust, e che quindi ci sono le basi per risolvere la vicenda in tribunale. L’onere della prova spetta al DOJ, ha spiegato Stevenson, facendo intendere che non ci sono le basi per sostenere un danno alla concorrenza. La nuova grande azienda, sostengono i dirigenti di AT&T e di Time Warner, non avrebbe nessun interesse a limitare l’accesso a canali televisivi via cavo come HBO, TNT e CNN e a tenerli solo per sé nei suoi pacchetti in abbonamento.

La fusione tra AT&T e Time Warner era stata proposta per la prima volta nell’ottobre del 2016 e si stima che abbia un valore potenziale di 85 miliardi di dollari. Molti osservatori hanno criticato l’iniziativa e temono che si possa creare una concentrazione di potere nella distribuzione dei servizi Internet e dei media che potrebbe danneggiare la concorrenza e i consumatori.