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  • Domenica 19 novembre 2017

Si parla di molestie sessuali anche nell’ambiente delle conferenze TED

Quelle dei video che potreste aver visto su Facebook o YouTube: ne ha parlato un articolo del Washington Post

(GLENN CHAPMAN/AFP/Getty Images)
(GLENN CHAPMAN/AFP/Getty Images)

Il 17 novembre il Washington Post ha pubblicato un articolo, scritto da Elizabeth Dwoskin e Danielle Paquette, che parla di alcuni casi di molestie sessuali che hanno a che fare con TED, il noto marchio di conferenze che dal 2001 è di proprietà della società The Sapling Foundation. TED (Technology Entertainment Design) organizza in giro per il mondo brevi conferenze in cui importanti personalità raccontano qualcosa su di loro, sulle loro idee o sulle loro esperienze. Gli spettatori pagano anche diverse migliaia di euro per partecipare e incontrare chi parla, anche dopo le conferenze. Il motto di TED è “ideas worth spreading”: idee che meritano di essere condivise.

Dwoskin e Paquette hanno scritto che almeno cinque persone, compresa una che aveva tenuto una conferenza, hanno fatto sapere ai dirigenti di TED di essere state molestate durante l’evento organizzato ad aprile a Vancouver, in Canada. Le due giornaliste hanno parlato con le persone interessate e hanno scritto delle conversazioni avute con le persone molestate ai dirigenti di TED.

TED esiste dal 1984 ma è diventato famoso soprattutto negli ultimi anni, anche grazie alla grande diffusione che molti video (i TED Talks) hanno su YouTube. Tra i tanti che negli anni hanno parlato agli eventi di TED ci sono anche Bill Gates e Al Gore. Dwoskin e Paquette hanno scritto che per partecipare alle conferenze le persone arrivano a pagare 10mila dollari.

Secondo il Washington Post ad aprile Nishat Ruiter, consulente legale per TED, scrisse una mail ad alcuni dirigenti della società spiegando «di essere stata palpeggiata ma di aver lasciato correre», e che la società aveva un problema con questo tipo di comportamenti, peggiorato nel corso dell’ultimo anno.

I principali dirigenti di TED sapevano già della situazione. Dal 2016 – prima di queste mail – TED ha creato una linea telefonica anonima a cui è possibile denunciare casi di molestie, e ha detto al Washington Post che, sempre nel 2016, specificò in alcune sue linee guida e codici di comportamento di voler adottare una tolleranza zero nei confronti di ogni tipo di molestia.

Il tema è tornato attuale ad aprile del 2017, dopo che una donna che aveva partecipato a molti eventi organizzati da TED si lamentò con la società di aver subito diverse molestie e di essersi vista offrire «ogni droga possibile». Dwoskin e Paquette hanno scritto di aver avuto accesso ad alcune mail in cui Chris Anderson – fondatore di The Sapling Foundation e capo di TED – girò le accuse della donna ad alcuni suoi consulenti e collaboratori. Nell’articolo è anche citata una mail in cui Tom Rielly, che si occupa di organizzare le partnership di TED, rispose: «Cose di questo tipo succedono da anni, con diversi livelli di gravità. Concordo che sia doloroso e che dia il voltastomaco».

Almeno una circostanza sembra confermare questa ipotesi. Nilofer Merchant, un ex dirigente di Apple il cui discorso fatto nel 2013 per TED è stato visto più di tre milioni di volte, ha invece detto che «le stesse cose succedevano cinque anni fa, ora è solo cambiato che abbiamo deciso di raccontare queste storie». Merchant ha raccontato che nella conferenza dell’aprile 2017 un uomo si appoggiò a lei con il pene in erezione. Ha detto di averlo fatto presente ai dirigenti di TED, che hanno vietato all’uomo di partecipare ad altri eventi.

Il Washington Post ha scritto anche di accuse interne a TED: di casi che riguardano quello che succede nei suoi uffici, non nelle sue conferenze. Nel 2014, Joran Reeves, che lavorò per la società come figura “junior”, disse che Rielly le fece battute “incredibilmente esplicite” e disse che “il suo culo era bello” con un determinato tipo di jeans. Reeves disse anche di aver sentito di molti altri casi simili e di aver parlato della cosa con Anderson, che gli disse che Rielly stava solo scherzando. Nel 2014 TED raggiunse anche un accordo economico di 31mila dollari con una donna che aveva collaborato con la società e aveva detto di aver ricevuto numerose domande sulla sua vita sessuale.

Sempre il 17 novembre, TED ha risposto sul suo blog all’articolo del Washington Post. Ha detto che all’evento di Vancouver ha saputo di quattro donne che sono state in qualche modo molestate e di un’altra secondo cui diversi uomini avevano avuto atteggiamenti aggressivi. TED ha scritto di aver fatto indagini interne per capire «il contesto e l’impatto di quanto accaduto», di aver espulso un uomo dalla conferenza e di avere successivamente vietato la partecipazione a un altro. TED ha scritto che tutte le accuse si riferivano a quei due uomini, «che non torneranno a eventi TED».

Riguardo ai casi avvenuti nei proprio uffici (a New York) negli ultimi anni, TED ha di aver preso seriamente le accuse, ma che «per il bene delle persone coinvolte» non intende parlarne pubblicamente.