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  • Martedì 7 novembre 2017

La Nazionale di rugby torna al Sud

Sabato l'Italia giocherà a Catania contro le Figi, scendendo a sud di Roma 16 anni dopo l'ultima volta, e con un certo entusiasmo

I giocatori della Nazionale durante l'inno prima del test-match di luglio contro l'Australia (Mark Kolbe/Getty Images)
I giocatori della Nazionale durante l'inno prima del test-match di luglio contro l'Australia (Mark Kolbe/Getty Images)

Sabato pomeriggio la Nazionale italiana di rugby giocherà contro le Isole Figi allo stadio Angelo Massimino di Catania, nel primo dei tre test-match in programma a novembre. È un incontro importante, per almeno tre motivi: novembre è l’ultimo mese che la Nazionale ha a disposizione per prepararsi al Sei Nazioni, e ciascuna partita in programma sarà fondamentale in vista del torneo più importante dell’anno (dopo le Figi, il 18 di questo mese l’Italia giocherà a Firenze contro l’Argentina e poi il 25 a Padova contro il Sudafrica); negli ultimi mesi, poi, le squadre italiane da cui provengono la maggior parte dei giocatori della Nazionale, Benetton e Zebre, hanno ottenuto ottimi risultati, andando anche oltre le previsioni; infine sabato l’Italia tornerà a giocare un test-match internazionale al Sud a 16 anni dall’ultima volta (nel 2001 a Benevento contro la Romania).

Il ritorno al Sud

L’espansione a macchie sul territorio è uno dei problemi che limitano lo sviluppo del rugby in Italia. La maggior parte dei giocatori e delle squadre più competitive hanno infatti sede al Nord. Scendendo verso il Centro Italia, la popolarità del rugby cala notevolmente fino ad arrivare al Sud, la parte del paese in cui si gioca di meno e dove esistono solamente poche e isolate squadre.

Catania è probabilmente la squadra di rugby più importante del Sud, ma la Nazionale non ci gioca comunque da 24 anni. L’Amatori Catania Rugby esiste dal 1963 e ora gioca in Serie B, ma nel passato ha disputato molte stagioni nella massima serie e soprattutto conta numerosi tesserati, tra prima squadra e settore giovanile. Il test-match di novembre, inoltre, dovrebbe essere il primo degli incontri che la Federazione ha in programma di giocare a sud di Roma nei prossimi anni.

L’ottimo inizio di stagione dei club

La Nazionale si presenta ai test-match di novembre in un periodo positivo per il rugby italiano. L’entusiasmo è dovuto principalmente alla prestazioni delle due squadre italiane più importanti, Benetton e Zebre, che hanno iniziato il campionato Pro14 con cinque vittorie complessive in sei giornate: un ottimo risultato soprattutto se si considera che nella passata stagione le due squadre ne ottennero solamente otto in sette mesi.

L’ottimo inizio di stagione è un buon segnale anche per la Nazionale, strettamente collegata all’andamento dei suoi maggiori club. La cosa che è saltata di più agli occhi in questo inizio di stagione è stata l’eccellente condizione atletica delle squadre, che in passato è stato uno dei maggiori problemi sia per le squadre di club che per la stessa Nazionale.

L’allenatore dell’Italia, Conor O’Shea, si è detto entusiasta dei miglioramenti fatti vedere di recente, e parte del merito è riconosciuta al suo staff, che da due stagioni sta lavorando a stretto contatto con i club: i miglioramenti sul piano fisico, per esempio, sono attribuiti a Pete Atkinson, preparatore inglese che O’Shea ha voluto come  responsabile “della strategia e dello sviluppo della performance” per Nazionale e club, ruolo che ricopre dallo scorso giugno.

I convocati per i tre test-match

Per le partite contro Figi, Argentina e Sudafrica, O’Shea ha convocato 31 giocatori, fra cui cinque esordienti. L’età media dei convocati è di 26 anni, piuttosto bassa, ma la qualità della rosa è comunque buona. C’è il capitano Sergio Parisse, assieme all’altro giocatore italiano più esperto, Leonardo Ghiraldini. Ci sono poi cinque esordienti, Minozzi, Hayward, McKinley, Giammarioli e Licata, e la media delle presenze in Nazionale fra i convocati è di 17 partite.

La fiducia nel lavoro di O’Shea e la preparazione della rosa hano fatto passare in secondo piano l’esclusione di Venditti e Benvenuti, due fra i giocatori italiani di maggior talento, che lo stesso O’Shea ha spiegato così: «È difficile lasciare a casa sia Venditti che Benvenuti ma per quello che è oggi il bilanciamento della squadra questa è la migliore opzione per queste partite ed è la dimostrazione della competizione che sta iniziando a svilupparsi all’interno del gruppo. Sono sicuro che entrambi lavoreranno duro per tornare a far parte del gruppo».