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  • Domenica 5 novembre 2017

Perché in Italia gli autovelox sono segnalati?

La norma è stata persino rafforzata: ma servono a punire gli automobilisti o a farli andare più piano? E come funziona altrove?

(ANSA/GIORGIO BENVENUTI)
(ANSA/GIORGIO BENVENUTI)

Quest’estate sono stati pubblicati diversi regolamenti su un tema che sta a cuore a molti italiani: gli autovelox, apparecchi fissi o mobili che servono alla polizia per identificare la velocità delle automobili e multare chi oltrepassa i limiti. All’inizio dell’estate alcuni giornali aveva parlato della possibilità che questi nuovi regolamenti modificassero il diritto degli automobilisti a essere avvertiti con largo anticipo prima di entrare in un’area sottoposta a controlli. Alla fine però le cose sono andate in tutt’altro modo: i nuovi regolamenti hanno confermato la vecchia giurisprudenza e, anzi, hanno rafforzato l’obbligo di segnalare in maniera chiara tutti gli autovelox.

È il codice della strada a stabilire che nel nostro paese gli autovelox debbano essere segnalati. Al sesto comma dell’articolo 142 è scritto:

Le postazioni di controllo sulla rete stradale per il rilevamento della velocità devono essere preventivamente segnalate e ben visibili, ricorrendo all’impiego di cartelli o di dispositivi di segnalazione luminosi, conformemente alle norme stabilite nel regolamento di esecuzione del presente codice. Le modalità di impiego sono stabilite con decreto del Ministro dei trasporti, di concerto con il Ministro dell’interno.

Significa, in sostanza, che in Italia una multa per eccesso di velocità non è valida se la postazione che registra la violazione non è segnalata chiaramente. O almeno, con i nuovi regolamenti pubblicati quest’estate, questo punto è divenuto più chiaro. In passato, invece, c’è stata un po’ di confusione su cosa significasse: circolari, decreti ministeriali e sentenze della Cassazione si erano accumulate nel corso degli anni producendo una quantità di norme spesso non proprio semplici da districare. I nuovi regolamenti pubblicati questa estate cercano di fare un po’ di chiarezza: sono il decreto del ministero dei Trasporti e delle infrastrutture del 13 giugno 2017 e poi le circolari applicative del ministero dell’Interno del 21 luglio e poi quella del 7 agosto.

In sostanza, questi regolamenti raggruppano e definiscono tutte le norme sull’uso degli autovelox che si sono accumulate negli ultimi anni. Le più importanti sono: l’obbligo di segnalare la presenza di un controllo della velocità con dei cartelli che devono essere posizionati a non più di 4 chilometri dal luogo dove è sistemata la postazione e a non meno di 250 metri se la postazione è in autostrada, non meno di 150 metri se è nelle strade extraurbane e scorrimento veloce e non meno di 80 metri se si trova in città.

L’autovelox fisso dovrà anche avere un segnale riconoscibile che indica quale autorità lo gestisce: la testa di un vigile con un casco, nel caso della polizia municipale, la silhouette di un agente nel caso della polizia stradale. Anche le postazioni di controllo temporanee, quelle in cui l’autovelox viene montato su un treppiedi sorvegliato da alcuni agenti, devono essere segnalate con cartelli o tabelloni luminosi rimovibili. Se questo tipo di controllo avviene nei pressi di un cartello preesistente, deve essere segnalato ugualmente con un ulteriore cartello.

È stato introdotto anche l’obbligo di controllare i rilevatori e, se necessario, tararli nuovamente almeno una volta l’anno. Ogni venti controlli, inoltre, sarà necessario effettuare un test su strada – senza comminare multe – per verificare la funzionalità dell’apparecchio. Infine, viene stabilito che tutti i segnali di controllo della velocità che non sono associati a una postazione fissa andranno rimossi. Tutti i cartelli e i segnali che vedremo, quindi, corrisponderanno a una specifica postazione di controllo, mentre quelli che venivano usati soltanto saltuariamente per controlli sporadici con apparecchi mobili saranno eliminati.

Ma perché il legislatore italiano dà così tanta importanza al fatto che i guidatori siano informati di quando sono sottoposti ai controlli di velocità? Nessuno, infatti, si sognerebbe di richiedere l’introduzione di cartelli che avvisano di un controllo per guida in stato di ebbrezza, dando così la possibilità agli automobilisti ubriachi di fermarsi o magari cambiare strada. A questo punto bisogna fare una precisazione: quasi ovunque in Europa sono presenti cartelli che avvertono che un certo tratto di strada potrebbe essere sottoposto a controlli della velocità. L’idea è che disseminare le strade di cartelli che ricordano agli automobilisti i possibili controlli abbia l’effetto di renderli più prudenti, anche senza bisogno di installare migliaia e migliaia di radar.

In Italia, però, la situazione è differente. Gli autovelox devono essere tutti quanti segnalati obbligatoriamente, e le multe comminate da apparecchi nascosti o non adeguatamente segnalati non sono valide (come vedremo, invece, in gran parte del resto d’Europa è legale fare multe anche senza la presenza di specifiche segnalazioni). Esiste sostanzialmente un’unica argomentazione per sostenere la necessità di avvertire sempre e comunque gli automobilisti che stanno per essere multati: e cioè che trovarsi improvvisamente di fronte ad un autovelox potrebbe spingere un automobilista a rallentare di colpo e con imprudenza, mettendo in pericolo sé stesso e chi lo circonda.

È un’argomentazione che non si sente solo in Italia, ma che è frequente anche nel resto d’Europa e negli Stati Uniti (dove le regole sono molto più severe che in Italia). In realtà numerosi studi mostrano che i rilevatori di velocità, anche senza segnalazioni puntuali, diminuiscono il numero di incidenti (mortali e non), anche se è difficile stabilire quanto sia pronunciato il loro effetto. Altre critiche riguardano l’uso che viene fatto del denaro delle multe. Quando questa estate è stata ampliata la possibilità delle città metropolitane italiane di usare gli autovelox e i proventi delle rispettive multe, un’associazione di consumatori ha protestato perché «le amministrazioni potranno disseminare le strade di autovelox e utilizzare i soldi delle multe non per incrementare la sicurezza sulle strade, ma per coprire i buchi di bilancio, pagare straordinari e stipendi dei vigili e realizzare opere stradali per le quali i cittadini pagano già le tasse». Queste critiche, però, non hanno a che fare con l’utilità o meno della segnalazione degli autovelox.

Le ragioni per cui nel nostro paese gli autovelox sono obbligatoriamente segnalati, quindi, appare soprattutto politica. Gli automobilisti italiani sono molti: l’Italia, dopo il Lussemburgo, è il paese con la più alta densità di automobili d’Europa. E gli automobilisti italiani, come gli altri, non amano essere multati: preferiscono sapere con largo anticipo dove si trovano gli autovelox, così da poter adeguare la loro velocità. Visto che gli automobilisti, come tutti gli altri cittadini, votano, le forze politiche si sono sostanzialmente adeguate ai loro desideri, inserendo l’obbligo di segnalare gli autovelox nella legislazione italiana.

Le pressioni da parte degli automobilisti per avere regole severe e restrittive sui controlli di velocità sono presenti in tutti i paesi sviluppati, dagli Stati Uniti alla Germania. I risultati che hanno ottenuto, però, sono raramente spettacolari come quelli raggiunti dagli automobilisti italiani. In nessuno dei grandi paesi Europei – Francia, Germania e Regno Unito – l’obbligo di segnalazione è presente nella legislazione con altrettanta forza. In Francia gli autovelox fissi sono sostanzialmente tutti segnalati, ma è possibile effettuare controlli non segnalati con postazioni mobili. Inoltre, nelle strade francesi circolano anche automobili senza alcun contrassegno particolare, dotate di radar per individuare la velocità che viaggiano in maniera anonima multando chiunque intorno a loro superi i limiti di velocità. La stessa pratica è utilizzata da anni in Germania (in Italia sarebbe impossibile). Sia in Francia che in Germania, inoltre, sono vietati i dispositivi come radar di bordo e sistemi GPS che permettono di individuare gli autovelox fissi e mobili.