Come lavare meglio le mele, secondo la scienza

Una soluzione di acqua e bicarbonato di sodio rimuove buona parte dei pesticidi e dei fungicidi, dice una nuova ricerca (ma niente paura: lavarle sotto il rubinetto resta un'opzione)

Mele della varietà Gala (Matt Cardy/Getty Images)
Mele della varietà Gala (Matt Cardy/Getty Images)

Il bicarbonato di sodio è la soluzione più efficace per rimuovere i pesticidi dalle mele, almeno secondo i ricercatori dell’Università del Massachusetts (Stati Uniti), che hanno provato diversi sistemi per eliminare i residui di prodotti chimici usati come repellenti contro i parassiti nelle coltivazioni. Il risultato del loro studio è stato pubblicato sul Journal of Agricultural and Food Chemistry e sta raccogliendo molto interesse, perché suggerisce di utilizzare un prodotto semplice da reperire ed economico come il bicarbonato di sodio.

La ricerca si è occupata sia dei sistemi industriali sia di quelli casalinghi per rimuovere le tracce di pesticidi. I produttori di mele, per esempio, utilizzano di solito una soluzione a base di acqua e candeggina (ipoclorito di sodio) per lavarle, prima di metterle in commercio. Le mele passano attraverso enormi vasche di lavaggio e sono in seguito risciacquate per rimuovere la soluzione. Gli autori dello studio si sono chiesti quanto sia efficace questo sistema e se ce ne siano di migliori.

Per capirlo, i ricercatori hanno irrorato mele Gala (una varietà piuttosto diffusa anche in Italia e coltivata nell’arco alpino) con alcuni fungicidi e insetticidi utilizzati in agricoltura per tenere alla larga parassiti e insetti di vario tipo, che possono compromettere la crescita dei frutti o farli marcire. Hanno poi provato a lavare le mele sotto il rubinetto, come si fa di solito in casa, oppure immergendole in una soluzione di acqua e candeggina o di acqua e bicarbonato di sodio per un quarto d’ora. Hanno poi rilevato gli elementi chimici presenti sulla superficie e nella polpa delle mele, notando che il bicarbonato di sodio funziona meglio della soluzione di acqua e candeggina per la rimozione dei composti chimici contro i parassiti. In compenso, nessun sistema ha permesso di eliminare la parte che penetra oltre la buccia e s’insinua nella polpa.

Secondo le misurazioni pubblicate nella ricerca, circa il 20 per cento dei fungicidi e il 4 per cento degli insetticidi penetra nel frutto e non può più essere rimosso. Nei test sono state comunque utilizzate quantità di composti chimici diverse da quelle impiegate da molti produttori di mele, che spesso sfruttano sistemi integrati che prevedono – tra le altre cose – l’utilizzo di insetti che non sono interessati alle mele, ma che sono ghiotti dei parassiti che popolano le piante su cui crescono.

La ricerca è una buona notizia per i golosi di mele, ma non dà indicazioni su altra frutta e verdura. Il lavaggio sotto acqua corrente o, dove possibile, tramite immersione in una soluzione con bicarbonato può aiutare, ma non assicura che siano rimossi tutti gli elementi chimici usati come antiparassitari. La frutta e la verdura venduta dalla grande distribuzione offre, teoricamente, qualche garanzia in più perché le grandi aziende agricole sono sottoposte a maggiori controlli e l’utilizzo dei pesticidi da parte loro può essere tracciato più facilmente. Le cose si complicano con l’ortolano dei mercati rionali, se produce in proprio frutta e verdura, in contesti più complicati da controllare (per contro, ci sono produttori molto attenti e che non usano prodotti chimici).

A oggi gli effetti sulla salute umana dei fungicidi e pesticidi utilizzati in agricoltura non sono del tutto chiari. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha concluso che alcuni prodotti potrebbero danneggiare lo sviluppo del sistema nervoso nei feti e nei bambini. Tutto dipende però dal tipo di composti chimici con cui si viene in contatto e soprattutto dalla loro quantità. Diversi studi hanno rilevato come i consumatori siano in generale sottoposti a livelli molto inferiori rispetto ai limiti imposti dalle autorità sanitarie e di controllo. In molti casi il lavaggio con acqua corrente e la cottura sono sufficienti per rimuovere eventuali residui. Per quanto riguarda i frutti, che sono consumati quasi sempre crudi, rimane comunque la soluzione di pelarli prima di mangiarli.

Tornando alle mele, la produzione integrata, il ricorso a sistemi più sostenibili contro i parassiti e i lavaggi effettuati dai grandi produttori riducono già al minimo la presenza di pesticidi e fungicidi. Melinda, uno dei più grandi produttori italiani di mele, effettua nei suoi stabilimenti il lavaggio e la selezione dei frutti da mettere in commercio. Appena uscite dalle vasche di risciacquo, le mele possono essere mangiate così come sono senza la necessità di pelarle. È semmai nel trasporto e nell’esposizione al supermercato e sui banchi dei mercati che entrano in contatto con altre sostanze. Per eliminarle è sufficiente lavare le mele sotto acqua corrente sfregando lievemente la buccia.

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