A Bernie Ecclestone non piace la nuova Formula 1

Ha detto che quando comandava lui era «un ristorante stellato» mentre ora sembra «un McDonald's»

Sulla Repubblica di oggi c’è un’intervista di due pagine fatta da Marco Mensurati a Bernie Ecclestone, ex CEO della Formula 1. La Formula 1 è infatti un campionato privato, una cosa che si può vendere e comprare, e che qualche mese fa è passata sotto il controllo di Chase Carey. Ecclestone è un ex pilota britannico che è poi diventato imprenditore ed è rimasto ai vertici della Formula 1 per circa 40 anni. Compirà 87 anni domani, sabato 28 ottobre, ed è noto per certe sue dichiarazioni: per esempio sulle capacità di leadership di Adolf Hitler o sul fatto che donne pilote in Formula 1 «non sarebbero prese seriamente».

Come ha scritto Mensurati, «Ecclestone ha venduto il giocattolo più grande del mondo per 9 miliardi e mezzo» di euro e non ha più un ruolo in Formula 1, che ora sta cercando di cambiare un po’, aggiungendo alle gare di auto altre forme di intrattenimento. Lo si è visto per esempio prima del Gran Premio del 22 ottobre a Austin, in Texas, dove i piloti sono stati introdotti in gran stile, uno per uno, da un presentatore che ha poi detto: «Signore e signori, è ora di dare il via alla pi grande corsa del pianeta». Mensurati ha chiesto a Ecclestone come gli è sembrata “la cerimonia prima della gara di Austin?”. Lui ha risposto:

«Forse è stata fantastica per gli americani ma per la F1, no. Mi hanno mandato un sacco di commenti i miei amici, uno diceva… a un certo punto mi aspettavo saltasse fuori Biancaneve. Avevo costruito un ristorante stellato, loro lo stanno trasformando in un McDonald’s».

Ecclestone ha anche fatto un commento su due piloti vestiti di rosa. Su Repubblica è scritto che erano quelli della Sauber, in realtà (forse si è confuso Ecclestone) erano quelli della Force India. Fatto sta che Ecclestone ha detto:

«A un certo punto ho visto saltare fuori due piloti della Sauber tutti vestiti di rosa. Ho pensato: finalmente una bella coppia di piloti finocchi in Formula 1».

Sergio Perez ed Esteban Ocon, piloti della Force India, il 22 ottobre ad Austin (Mark Thompson/Getty Images)

Marcus Ericsson e Pascal Wehrlein, piloti della Sauber, il 22 ottobre a Austin (Mark Thompson/Getty Images)

Mensurati gli ha fatto notare che è una frase “irricevibile” e lui ha risposto:

«Ma ero indignato! I piloti non vestono così! Se mai avessi avuto qualcosa a che fare con quelli, li avrei fatti tornare indietro a cambiarsi. Vestitevi in modo appropriato, gli avrei detto. Esiste una componente di machismo in Formula 1, e va rispettata».

Più avanti nell’intervista Ecclestone ha anche detto, in riferimento alle sue frasi su Hitler e sulle donne (le definì anche “addetti domestici”):

«La cosa di Hitler è stata male interpretata. Mi avevano chiesto di fare dei nomi di personaggi storici che sapevano fare le cose. Nominai la Thatcher e nominai anche Hitler: aveva preso un paese in bancarotta e l’aveva risollevato. Sapeva fare le cose, non c’è dubbio. Non ho mai negato che fece molto altro di cui nessuno potrebbe essere orgoglioso. La cosa delle donne, come questa sui piloti finocchi, era invece una battuta. Ho un senso dell’umorismo un po’ irriverente. Mi spiace se qualcuno non lo capisce. Capita spesso, soprattutto con gli americani».