Il pasticcio del voto elettronico in Lombardia

Il nuovo sistema voluto dal presidente Roberto Maroni per il referendum sull'autonomia ha avuto dei problemi: la regione non ha ancora diffuso i dati definitivi

ANSA via ufficio stampa Regione Lombardia
ANSA via ufficio stampa Regione Lombardia

In Lombardia non sono ancora stati diffusi i dati definitivi sui risultati e sull’affluenza del referendum sull’autonomia, perché il sistema di voto elettronico voluto dal presidente della regione Roberto Maroni ha avuto alcuni problemi. La regione ha pubblicato delle stime, che parlano di un’affluenza tra il 38 e il 39 per cento degli aventi diritto al voto; circa il 95 per cento avrebbe votato Sì. In Lombardia non era previsto il raggiungimento di un quorum. In Veneto, invece, i dati sono definitivi: l’affluenza è stata del 57,2 per cento degli elettori, con un 98,1 per cento dei votanti che si è espresso per il Sì: è stato quindi superato il quorum fissato al 50 per cento più uno.

In Lombardia, molti presidenti di seggio e scrutatori sono stati costretti a rimanere per gran parte della notte all’interno dei seggi a causa dei problemi di voto, in attesa di ricevere una conferma che i risultati raccolti fossero stati correttamente verificati dall’ufficio centrale della regione. Alcuni di loro hanno dovuto attendere fino alle quattro di mattina per essere autorizzati a uscire. In alcuni casi, la polizia locale ha detto loro che rischiavano una denuncia se avessero abbandonato il seggio prima di ricevere il permesso. Con il vecchio sistema cartaceo, hanno spiegato all’ANSA diversi scrutatori, in mezz’ora tutte le operazioni si sarebbero concluse.

Luca De Vecchi, avvocato e presidente di un seggio a Milano, ha scritto su Facebook: «Abbiamo consegnato le chiavette con i dati delle sezioni a un pony express che le ha portate all’ufficio elettorale centrale dove 30 persone esamineranno 3000 chiavette. Nessun componente dei seggi può lasciare la scuola prima che le chiavette non vengano esaminate dall’ufficio centrale». Per poi aggiungere, alle due di notte: «Finito lo scrutinio da due ore e mezza e siamo ancora tutti chiusi nella scuola ad attendere la verifica tecnica delle memorie».

I problemi al sistema sono cominciati a mezzogiorno, quando la regione avrebbe dovuto diffondere i primi dati sull’affluenza. La regione Veneto ha comunicato i dati definitivi sull’affluenza alle 12 prima delle 13. La regione Lombardia, invece, non è riuscita ad avere dati definitivi prima delle 17. Due ore dopo, quando avrebbe dovuto comunicare i dati sull’affluenza delle 19, il sistema è definitivamente collassato. La regione Lombardia ha comunicato che non avrebbe più aggiornato i dati sul sito e ha detto che ci sarebbe stata una conferenza stampa alle 19 e 45.

Per tutto il resto della notte sono stati diffusi dati parziali e non ufficiali, frutto in genere di verifiche telefoniche fatte seggio per seggio. La Lombardia ha speso in tutto circa 50 milioni di euro per il referendum, quasi la metà, circa 23 milioni di euro, sono stati spesi per il sistema di voto elettronico, che consisteva in 24 mila tablet usati nei seggi e dei software per farli funzionare. L’appalto per la fornitura è stato vinto dalla società venezuelana Smartmatic, uno dei principali operatori mondiali nel settore del voto elettronico. Maroni ha detto che dopo il referendum i tablet saranno ceduti in comodato alle scuole della regione, dove potranno essere utilizzati dagli studenti.

Nonostante i molti problemi e il fatto che non ci siano ancora risultati definitivi, il presidente della Lombardia Roberto Maroni ha detto che il voto è stato comunque un successo: «Abbiamo sperimentato un sistema di voto innovativo e sono molto soddisfatto per come siamo riusciti a gestire il nuovo sistema di voto, elettronico».