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  • Domenica 22 ottobre 2017

In Giappone gli exit poll danno in vantaggio Shinzo Abe

Il partito del primo ministro uscente potrebbe avere stravinto le elezioni anticipate per rinnovare la Camera bassa del Parlamento

Il primo ministro giapponese Shinzo Abe (BEHROUZ MEHRI/AFP/Getty Images)
Il primo ministro giapponese Shinzo Abe (BEHROUZ MEHRI/AFP/Getty Images)

Oggi in Giappone ci sono state le elezioni per rinnovare la Camera dei Rappresentanti, la camera bassa del Parlamento giapponese. I seggi hanno chiuso alle 20 ora locale, le 13 in Italia. Per i risultati bisognerà aspettare lunedì, ma gli exit poll dei giornali e delle televisioni hanno dato vincente il Partito Liberal Democratico del primo ministro Shinzo Abe. Secondo le proiezioni del quotidiano Asahi Shimbun, la coalizione di Abe ha ottenuto almeno 291 seggi su 465.

Le elezioni sono state indette un mese fa da Abe, che ha così anticipato di più di un anno la scadenza naturale del suo terzo mandato. Abe aveva detto che le elezioni avrebbero la possibilità agli elettori di valutare il suo operato nella gestione dell’economia e della crisi con la Corea del Nord. Secondo diversi analisti, comunque, Abe avrebbe sciolto la Camera in anticipo per sfruttare un periodo di relativa tranquillità e popolarità del suo governo, che è coinciso con una importante crisi dei partiti di opposizione. I sondaggi indicavano che il piano di Abe avrebbe funzionato, anche se molte persone hanno criticato la sua mossa, definendola “incostituzionale”.

Secondo i giornali, il partito di governo potrebbe essere stato favorito anche dalle condizioni meteorologiche: ci si aspettava una bassa partecipazione per l’arrivo del tifone Lan, che sta causando piogge e forti venti nel sud del paese. A Tokyo il tifone dovrebbe arrivare lunedì mattina.

Alla popolarità del partito di Abe – di centrodestra, moderatamente nazionalista – corrisponde una grossa crisi del maggior partito d’opposizione, il Partito Democratico, cominciata lo scorso luglio dopo le dimissione della leader Renho Murata. Il nuovo leader di partito, Seiji Maehara, non sembra piacere molto agli elettori. Il Partito Democratico non è mai stato forte: ha governato solo dal 2009 al 2012, quando fu molto danneggiato dalla cattiva gestione dell’emergenza dello tsunami del 2011. Sul New York Times il docente di scienze politiche Koichi Nakano ha spiegato che comunque il consenso verso i Liberal Democratici si basa sull’assenza di alternative e non su una reale popolarità del partito di Abe.

Poco dopo l’annuncio delle elezioni anticipate fatto da Abe, sembrava che il vero avversario dei Liberal Democratici sarebbe stato il nuovo Partito della Speranza, fondato a fine settembre dalla popolare governatrice di Tokyo Yuriko Koike. Koike è diventata molto nota quest’estate, dopo che il suo partito locale – di destra – aveva sconfitto i Liberal Democratici alle elezioni di Tokyo. Ha 64 anni ed è stata brevemente ministra della Difesa durante il primo governo di Abe, nel 2007. Tuttavia, poco dopo aver fondato il suo partito, Koike ha detto che non si sarebbe candidata come prima ministra, di fatto aiutando Abe.

L’obiettivo di Abe era riottenere due terzi dei seggi della Camera per poter modificare la Costituzione e in particolare rendere le “forze di autodifesa” – il nome con cui è conosciuto l’esercito giapponese – un vero e proprio corpo militare nazionale per la prima volta dalla Seconda guerra mondiale. L’articolo 9 dell’attuale Costituzione, entrata in vigore nel 1946, proibisce al paese di avere un esercito come richiesto all’epoca dagli Stati Uniti. Abe aveva già provato a cambiare lo statuto delle “forze di autodifesa” nel 2015, ma era stato molto criticato. Dagli exit poll però sembra che non ce l’abbia fatta a raggiungere il numero di seggi necessario per fare questa riforma da solo.

Queste sono le prime elezioni giapponesi in cui possono votare i cittadini di 18 e 19 anni, grazie a una modifica della legge elettorale entrata in vigore quest’anno.