Le ultime cose da sapere sul caso Weinstein

Il produttore ha ricevuto delle nuove accuse da Lena Headey di Game of Thrones, e si è dimesso dal cda della sua società

YANN COATSALIOU/AFP/Getty Images
YANN COATSALIOU/AFP/Getty Images

L’ex produttore Harvey Weinstein ha dato le dimissioni dal consiglio di amministrazione della società di produzione Weinstein Company, che aveva cofondato nel 2005 insieme al fratello Bob. La società lo aveva già licenziato la settimana scorsa, dopo le accuse di molestie e violenze sessuali ricevute da decine di attrici, ma era formalmente rimasto un membro del cda. Quasi tutti gli altri membri avevano già dato le dimissioni dalla società poco dopo la pubblicazione di un articolo sul New York Times e di un’inchiesta sul New Yorker, cioè da quando le accuse contro Weinstein sono diventate di dominio pubblico.

Ieri Harvey Weinstein ha partecipato telefonicamente a una lunga riunione che si è tenuta a Los Angeles, nella quale ha risolto il suo ruolo e ha dato a sua volta le dimissioni. Weinstein chiamava dall’Arizona, dove – stando ai suoi avvocati – starebbe seguendo una terapia per affrontare i suoi problemi personali. Con le dimissioni di Weinstein, gli unici consiglieri rimasti sono Tarak Ben Ammar, Lance Maerov e Bob Weinstein, fratello di Harvey, che negli ultimi giorni ha cercato di prendere il più possibile le distanze per provare a salvare ciò che resta dell’azienda.

Le principali agenzie di attori, produttori e autori hanno comunque confermato di non avere più nessun interesse a collaborare con la Weinstein Company, anche per i progetti in corso e che sono legati direttamente al produttore. L’azienda ha ottenuto un nuovo finanziamento per stabilizzare i conti allo scopo di proseguire i progetti già avviati, compreso il lancio di alcuni film, ma gli analisti sono scettici sulle sue possibilità di sopravvivenza.

Harvey Weinstein possiede il 23 per cento circa della società e nel 2015 firmò un contratto piuttosto intricato che potrebbe offrirgli qualche garanzia in più per ottenere una liquidazione in seguito alla fine del suo rapporto lavorativo. Bob Weinstein, intanto, continua a sostenere di non avere mai avuto precisamente idea del comportamento del fratello, che secondo le denunce spesso chiedeva alle attrici di raggiungerlo in camere d’albergo dove si masturbava in loro presenza, chiedeva massaggi, rapporti sessuali o di essere osservato mentre si faceva una doccia. La sua condotta era nota da anni negli ambienti cinematografici, ma per molto tempo non era stata denunciata dai giornali per mancanza di prove sufficienti e per un clima di omertà nei confronti del potente produttore.

Ieri proprio Bob Weinstein ha negato le accuse ricevute da Amanda Segel, che lavorava per Weinstein Company come showrunner (la persona che supervisiona e coordina ogni aspetto di una produzione) della serie tv La nebbia: per tre mesi nell’estate del 2016 Weinstein avrebbe corteggiato Segel in modo insistente, chiedendole degli appuntamenti, nonostante lei gli avesse detto più volte di non farlo, e scherzando sul fatto che avrebbe potuto licenziarla se lei gli avesse detto di no. Secondo quanto raccontato da Segel a Variety, il comportamento molesto di Weinstein ha avuto fine dopo che il suo avvocato ha detto che la showrunner si sarebbe dimessa se il produttore non avesse smesso di contattarla per ragioni non professionali.

Alle attrici che accusano Harvey Weinstein ieri si è aggiunta Lena Headey, conosciuta soprattutto per essere Cersei Lannister nella serie tv Game of Thrones. Su Twitter ha raccontato di avere incontrato Weinstein per la prima volta durante un Festival del Cinema di Venezia: mentre erano soli sul lungomare lui aveva fatto qualche allusione e aveva provato a baciarla, ma Headey aveva sdrammatizzato dicendogli che sarebbe stato come baciare suo padre e aveva poi rapidamente raggiunto altre persone. Headey ha raccontato che ebbe nuovamente contatti con Weinstein qualche anno dopo, a Los Angeles, e che lo incontrò pensando che non si sarebbe più fatto avanti visto com’erano andate le cose a Venezia. S’incontrarono a colazione, parlarono in generale di cose di lavoro, poi Weinstein iniziò a farle domande personali e la convinse a salire nella sua stanza per mostrarle un copione:

Salimmo sull’ascensore e le cose cambiarono rapidamente, ero in allerta, l’ascensore continuava a salire e dissi ad Harvey: “Non sono interessata in nient’altro che non sia lavoro, per favore non pensare che sia qui per altri motivi, non succederà niente”. Non so che cosa mi spinse a parlare in quel momento, ma so solo che sentivo forte la necessità di fargli capire di non avvicinarsi. Non disse niente, era furioso. Siamo usciti dall’ascensore e ci siamo avviati verso la sua stanza. Teneva la sua mano sulla mia schiena, mi accompagnava senza dire una parola, mi sentivo del tutto impotente. Provò la chiave a tessera, ma non funzionò e si arrabbiò ancora di più. Mi riaccompagnò all’ascensore, attraverso la hall dell’hotel e fino al parcheggio, tenendomi stretta per il braccio, pagò per l’auto e mi sussurrò all’orecchio: “Non raccontarlo a nessuno: né al tuo manager, né al tuo agente”. Salii in macchina e mi misi a piangere.

Il racconto di Headey è simile a quello di decine di altre attrici che negli ultimi giorni hanno denunciato il comportamento di Weinstein, da Gwyneth Paltrow ad Angelina Jolie, da Asia Argento a Cara Delevingne. Weinstein è stato anche accusato di stupro, ma i suoi legali hanno finora negato che ci siano stati casi in cui abbia avuto rapporti non consensuali. Sono state avviate indagini sul suo conto in diversi paesi, compreso il Regno Unito. Sabato scorso Weinstein è stato inoltre espulso dall’associazione degli Oscar, della quale fanno parte attori, registi, produttori e altre personalità del cinema con il compito di votare i film che saranno poi premiati. La decisione è stata accolta con qualche polemica, considerato che dell’associazione fanno ancora parte altre persone accusate di molestie e violenze sessuali come Bill Cosby.

Diversi produttori, attori e registi hanno espresso la loro solidarietà nei confronti delle attrici che hanno denunciato i comportamenti di Weinstein, ma si discute molto sul fatto che per anni i suoi atteggiamenti siano stati taciuti e sostanzialmente tollerati nell’ambiente. Jeffrey Katzenberg, dirigente della casa di produzione cinematografica DreamWorks, ha definito Weinstein “un mostro” e ha aggiunto che per anni è stato protetto da un circolo ristretto, “un branco di lupi”.

Scott Rosenberg, autore di diversi film come Beautiful Girl, ha detto di non avere mai sentito parlare di accuse di stupro quando lavorò con Weinstein, ma che il suo comportamento “spaventoso” era ben noto e tutti sapevano. Rosenberg ha detto di averlo raccontato a molte persone, sia dell’ambiente sia giornalisti, ma senza che la cosa venisse poi fuori, e ha ammesso di essere pentito per non avere fatto di più.