Il governo giapponese dovrà pagare i danni alle persone interessate dal disastro di Fukushima

L'impianto nucleare di Fukushima Daiichi danneggiato dall'esplosione che si verificò poco dopo lo tsunami del 2011 (EPA/TORU HANAI / POOL)
L'impianto nucleare di Fukushima Daiichi danneggiato dall'esplosione che si verificò poco dopo lo tsunami del 2011 (EPA/TORU HANAI / POOL)

La corte distrettuale di Fukushima, in Giappone, ha deciso che il governo e Tepco, la società che gestiva la centrale nucleare della città, dovranno pagare 500 milioni di yen (circa 3,7 milioni di euro) di danni ai residenti delle aree colpite dal disastro ambientale del marzo 2011, quando un terremoto e uno tsunami causarono la fusione dei noccioli della centrale. La decisione è arrivata a seguito di una class action fatta da quasi 4mila persone: è quella a cui hanno partecipato più persone ma ce ne sono almeno altre 30 simili. Secondo la decisione della corte, il governo avrebbe potuto fare di più per prevenire la fusione dei noccioli: nello specifico avrebbe dovuto richiedere alla Tepco maggiori misure di prevenzione, sapendo che la centrale si trovava in un’area a rischio tsunami.