Merkel ha trovato un accordo con la CSU sull’accoglienza dei rifugiati

I suoi storici alleati avevano chiesto una politica più dura sull'immigrazione, ed è stato trovato un compromesso

Angela Merkel e Horst Seehofer, leader della CDU, Berlino, 26 settembre 2017
(STEFFI LOOS/AFP/Getty Images)
Angela Merkel e Horst Seehofer, leader della CDU, Berlino, 26 settembre 2017 (STEFFI LOOS/AFP/Getty Images)

Domenica 8 ottobre Angela Merkel ha accettato per la prima volta di stabilire un obiettivo annuale sul numero di rifugiati accolti nel paese, cedendo dunque alle pressioni dell’Unione Cristiano-Sociale di Baviera (CSU), il partito bavarese alleato
dell’Unione Cristiano-Democratica (CDU) che dopo l’esito delle elezioni di fine settembre ha chiesto alla cancelliera una linea più dura sulla questione delle migrazioni. «Vogliamo arrivare al risultato che il numero delle persone accolte per ragioni umanitarie non superi le 200 mila l’anno», si dice nel testo concordato da entrambe le parti che sarà presentato durante una conferenza stampa lunedì 9 ottobre. Il compromesso è il risultato di una trattativa durata diverse ore tra i leader delle due formazioni, Angela Merkel e Horst Seehofer, che negli ultimi anni hanno avuto un rapporto molto combattuto proprio sui temi dell’accoglienza.

Il 24 settembre Angela Merkel aveva vinto le elezioni politiche in Germania e aveva quindi ottenuto il suo quarto mandato consecutivo da cancelliera. La vittoria del suo partito moderato – l’Unione Cristiano-Democratica (CDU) – era stata più contenuta del previsto, con un risultato tra i peggiori degli ultimi 60 anni. Il Partito Socialdemocratico (SPD), che aveva candidato Martin Schulz, aveva perso decine di seggi in Parlamento, mentre Alternativa per la Germania (AfD), il partito di estrema destra xenofobo ed euroscettico, aveva ottenuto un grande successo, diventando la terza formazione del paese per numero di seggi nel nuovo Parlamento. Subito dopo la diffusione dei risultati, Angela Merkel aveva ammesso di avere sperato «in un risultato migliore» e aveva detto che durante il nuovo mandato avrebbe fatto il necessario per capire «le preoccupazioni, le ansie e le paure» degli elettori che avevano scelto di votare AfD, in modo da poterli riportare in futuro nell’elettorato della CDU e dell’Unione Cristiano-Sociale di Baviera. La CSU aveva poi direttamente accusato Angela Merkel di essere responsabile, con la sua politica di apertura, del crollo dei voti dei conservatori e dello spostamento dei consensi verso la destra nazionalista anti-immigrazione. Fin da subito era dunque stato chiaro che un compromesso sulla politica migratoria sarebbe stato il presupposto fondamentale per la formazione del futuro governo di coalizione.

La Cancelliera – dopo aver dichiarato per molto tempo di essere contraria all’introduzione di un limite dei migranti in Germania – ha ora accettato di fare comunque una significativa concessione all’ala destra della sua famiglia politica: quella di introdurre non un limite massimo (espressione che non comparirebbe nella bozza dell’accordo raggiunto), ma un obiettivo annuale sul numero delle richieste da accettare. Resterà comunque da vedere come reagiranno gli altri due partiti con i quali CDU e CSU apriranno i negoziati per formare una coalizione di maggioranza. Salvo nuovi accordi con l’SPD, è probabile infatti che alla fine in Germania si creerà la cosiddetta “coalizione Giamaica”, chiamata così perché i colori dei partiti che la compongono ricordano quelli della bandiera giamaicana: il nero di CDU/CSU, il giallo del Partito Democratico Libero (FDP) e il verde dei Verdi, sostenitori però di una politica di massima accoglienza nei confronti dei migranti.

Secondo quanto hanno scritto i principali giornali dopo la fine delle discussioni (che domenica 8 ottobre si sono svolte per più di dieci ore a porte chiuse) il compromesso raggiunto tra CDU e CSU fissa e quantifica l’obiettivo annuale di 200 mila persone accolte per ragioni umanitarie e in questa cifra sarebbero compresi anche i ricongiungimenti familiari; prevede poi che i richiedenti asilo non vengano rimpatriati prima che i loro casi vengano valutati, in linea con la costituzione tedesca, e si precisa che se si ripetesse una crisi internazionale come quella causata dalla guerra in Siria il governo potrebbe ridiscutere l’accordo e consultare il Parlamento per fissare nuovi limiti. Nell’accordo rientrerebbe anche la questione di come gestire le persone che arrivano in Germania: si prevede cioè di riunire i nuovi richiedenti asilo in alcuni centri individuati a questo specifico scopo per il tempo necessario all’analisi dei loro casi, mentre ora sono distribuiti in tutto il paese. CSU e il CDU hanno anche deciso di modificare la legge sull’immigrazione per dare una risposta alla crescente domanda di manodopera qualificata dell’industria tedesca.

I giornali tedeschi fanno comunque notare che tutte queste discussioni si stanno svolgendo prima di un’elezione locale molto importante: quella del prossimo 15 ottobre in Bassa Sassonia dove c’è la sede della Volkswagen. Nei sondaggi, dopo essere stata in testa per molto tempo, ora la CDU è data alla pari dell’SPD.