Hanno ritrovato la testa di Kim Wall, la giornalista morta a bordo di un sottomarino nel porto di Copenhagen

(Johan Nilsson / TT via AP)
(Johan Nilsson / TT via AP)

La testa della giornalista svedese Kim Wall, morta lo scorso 10 agosto mentre era a bordo di un sottomarino nel porto di Copenhagen, è stata ritrovata in un sacco di plastica insieme alle sue due gambe, ha detto la polizia danese. In un altro sacco sono stati ritrovati i suoi vestiti. Il corpo senza arti e senza testa di Wall era stato ritrovato, con i polmoni forati, giorni dopo la sua scomparsa: l’inventore Peter Madsen, proprietario del sottomarino privato sul quale Wall stava viaggiando, aveva ammesso di averla uccisa involontariamente rilasciando uno sportello che l’ha colpita in testa. Aveva però negato di averla uccisa volontariamente, e di avere mutilato il suo corpo. Sul cranio di Wall non sono state riscontrate fratture, ha detto un portavoce della polizia.

Della morte di Wall si era parlato molto sui giornali internazionali, perché era stata da subito misteriosa e strana: Wall, che aveva 30 anni e aveva lavorato per il New York Timesil Guardian e Vice, era scomparsa dopo che per scrivere un articolo era salita a bordo del sottomarino privato di Madsen, un bizzarro imprenditore conosciuto con il soprannome “Rocket Madsen”. Il sottomarino di Madsen era stato affondato intenzionalmente quella stessa notte. Il corpo mutilato di Wall era stato poi ritrovato in mare giorni dopo. Madsen è stato fin da subito l’unico sospettato: questa settimana su un suo hard disk sono stati ritrovati video di donne torturate e decapitate.