Il “Rosatellum bis” va alla Camera

La commissione Affari costituzionali ha approvato il testo della legge elettorale proposta dal PD, che sarà presentata in aula martedì

La Commissione Affari Costituzionali della Camera. (ANSA/GIUSEPPE LAMI)
La Commissione Affari Costituzionali della Camera. (ANSA/GIUSEPPE LAMI)

Oggi la commissione Affari costituzionali della Camera ha approvato il testo del cosiddetto “Rosatellum bis”, la legge elettorale proposta dal Partito Democratico: la commissione ha dato mandato al deputato Emanuele Fiano di riferire in Aula sulla proposta, martedì 10 ottobre alle 15. A favore della legge, in commissione, hanno votato PD, Forza Italia, Lega, Alternativa Popolare, Ala, Direzione Italia, Scelta civica, Civici e innovatori, mentre hanno votato contro Movimento 5 Stelle, Fratelli d’Italia, Sinistra italiana, MDP e Alternativa libera.

Rispetto alla proposta originale sono state approvate alcune modifiche: è stato bocciato l’emendamento che impediva di indicare come capo della coalizione una persona incandidabile (era la cosiddetta norma “anti-Berlusconi”); sono stati aggiunti gli avvocati abilitati in Cassazione alle figure che possono certificare le firme elettorali; è stato approvato un emendamento che dimezza il numero di firme necessario per candidarsi alla Camera (e anche al Senato, nel caso il candidato si presenti in tutte le regioni); è stato approvato un emendamento che esenta i gruppi formati prima del 15 aprile 2017 dalla raccolta firme (la cosiddetta norma “salva MDP”).

Nel “Rosatellum bis” il 36 per cento dei seggi viene assegnato con un sistema maggioritario basato su collegi uninominali – cioè collegi in cui ogni partito presenta un solo candidato – mentre il restante 64 per cento viene assegnato con criteri proporzionali (ci saranno quindi 231 seggi alla Camera e 102 al Senato eletti con i collegi). La principale differenza con il sistema attualmente in vigore, che è un proporzionale puro, è la presenza di numerosi collegi uninominali che creerà un incentivo a coalizzarsi tra i vari partiti. Nei collegi uninominali, infatti, verrà eletto il candidato che prende anche un solo voto più dei suoi avversari. Ai partiti politicamente più vicini quindi converrà accordarsi sul candidato da appoggiare in ogni singolo collegio e poi appoggiarlo tutti insieme, come avveniva ai tempi del Mattarellum.

Legge elettorale: infografica

Gli altri dettagli tecnici del Rosatellum prevedono una soglia di sbarramento al 3 per cento per i partiti che si presentano da soli e al 10 per cento per le coalizioni. Non è ammesso il voto disgiunto, cioè votare un candidato al collegio uninominale e una lista diversa da una di quelle che lo sostengono. L’elettore quindi avrà un solo voto a disposizione: scegliendo un listino, si voterà automaticamente anche il candidato collegato nel collegio uninominale (mentre non è ancora chiaro cosa sia stato deciso nel caso contrario, in cui si voti soltanto il candidato). Questi listini saranno corti: avranno al massimo dai 2 ai 4 candidati (con una proporzione di genere che dovrà essere almeno del 60-40 per cento).