La Stampa schianta la Torino di Appendino

Con un severissimo commento in prima pagina sul “declino silenzioso” della città

La sindaca di Torino, Chiara Appendino, in occasione della presentazione alla stampa della manifestazione "MiTo Settembre Musica 2017", Milano 30 maggio 2017
(ANSA / MATTEO BAZZI)
La sindaca di Torino, Chiara Appendino, in occasione della presentazione alla stampa della manifestazione "MiTo Settembre Musica 2017", Milano 30 maggio 2017 (ANSA / MATTEO BAZZI)

Sulla prima pagina della Stampa di oggi c’è un commento molto severo firmato da Luigi La Spina, editorialista politico del quotidiano, sul “declino di Torino”, di cui probabilmente si parlerà molto in città. Il commento critica duramente la sindaca del Movimento 5 Stelle Chiara Appendino, parlando della rottura dell’intesa istituzionale con Sergio Chiamparino, presidente della regione, dei tagli ai finanziamenti, della difficoltà di musei, gallerie, teatri, dei problemi interni al M5S locale e dei fatti di piazza San Carlo. Ma si citano anche il centrosinistra che «sembra non aver ancor elaborato il lutto di una sconfitta clamorosa e imprevista» e la destra che «si adegua al mediocre clima generale». Il risultato, si dice, è che Torino è stata superata da altre città tanto da potersi paradossalmente «definire, dal punto socioeconomico, come la capitale del Sud d’Italia».

«Ma che cosa sta succedendo a Torino? Dove è finita quella retorica di una città che aveva saputo allargare la sua vocazione manifatturiera al turismo e alla cultura, scoperta da turisti sorpresi e affascinati dalla sua bellezza, lanciata verso un futuro da protagonista nella competizione tra le metropoli del nuovo secolo?

Una narrazione, pubblica e privata, che, ripetuta ossessivamente dai leader di un centrosinistra che aveva governato 25 anni, aveva finito per suonare persino troppo propagandistica e rituale per soddisfare i suoi abitanti, ma che aveva indubbiamente cambiato l’immagine di Torino agli occhi degli italiani. Perché la sindaca dei «5 Stelle», Chiara Appendino, accolta con indici di gradimento altissimi nei sondaggi di inizio mandato, sta scendendo vertiginosamente nelle classifiche del consenso?

Perché sulla città, delle cui sorti si discuteva appassionatamente, dentro e fuori dai suoi confini, sembra calata una cappa di silenzio e di indifferenza, rotta soltanto dalle cronache di fatti tragici e dolorosi come quelli della notte di piazza San Carlo o degli incidenti di chi contestava il G7?

Per avanzare qualche risposta a questi interrogativi, basta partire da un elenco dei fatti avvenuti in questi mesi, a partire dal più recente, l’annuncio, da parte della sindaca, di un taglio di 80 milioni al bilancio comunale, accusando i suoi predecessori di aver detto il falso sulla realtà finanziaria dei conti pubblici e attribuendo a loro la colpa di dover operare sanguinosi risparmi di servizi ai cittadini.

Un annuncio che, ricevendo la sferzante replica di Chiamparino, il primo imputato di questa grave denuncia, sanziona la fine di quella intesa istituzionale tra Comune e Regione, bollata dai critici dell’uomo ancora più popolare della sinistra torinese, come «un governo Chiappendino» sulle sorti delle due più importanti poltrone del Piemonte, che potrebbe avere conseguenze imprevedibili sul futuro della politica cittadina».

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