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  • Lunedì 2 ottobre 2017

Le sparatorie più gravi negli Stati Uniti

Se ne riparlerà dopo la strage a Las Vegas, che ha provocato più morti di sempre nel paese

(David Becker/Getty Images)
(David Becker/Getty Images)

La sera del 1 ottobre, in Italia era già la mattina del 2, un uomo ha sparato sul pubblico di un concerto di musica country a Las Vegas, uccidendo almeno 59 persone e ferendone diverse centinaia. L’uomo, che aveva sparato dalla finestra del suo albergo, è stato poi trovato morto nella sua camera. Quella di Las Vegas è stata la più grave sparatoria di massa della storia moderna degli Stati Uniti e una delle più gravi al mondo: di nuovo ha fatto parlare della diffusione delle armi e dell’estrema facilità con cui si possono ottenere negli Stati Uniti. L’uomo che ha sparato a Las Vegas lo ha fatto con un’arma automatica, di quelle in grado di sparare una grandissima quantità di proiettili in un brevissimo tempo, massimizzando i danni.

Il controllo delle armi da fuoco è un tema che negli Stati Uniti viene periodicamente discusso, ma che per via delle posizioni molto radicali di molti statunitensi su di esso è diventato è diventato quasi impossibile da affrontare politicamente. Negli ultimi anni sono state approvate alcune modeste leggi che limitano la possibilità di ottenere armi particolarmente pericolose per certe categorie di persone ritenute a rischio, e sembrava che durante la presidenza di Barack Obama fossero stati fatti dei passi avanti in questo senso. L’elezione di Donald Trump ha cambiato le cose.

Questo è un elenco delle più gravi sparatorie di massa avvenute negli Stati Uniti, ordinate per il numero di morti causati.

Las Vegas, 1 ottobre 2017, almeno 59 morti
Un uomo di 64 anni spara dal 32esimo piano del famoso albergo e casinò Mandalay Bay di Las Vegas sul pubblico di un affollato concerto di musica country. Uccide almeno 59 persone, ferendone almeno 527. L’uomo, un cittadino del Texas identificato come Stephen Paddock, viene trovato morto nella camera da cui aveva sparato.

Pulse, Orlando, 12 giugno 2016, 49 morti
Il 29enne Omar Saddiqui Mateen entra armato nel famoso locale gay Pulse, sparando sui clienti del locale e uccidendo 49 persone. Mateen viene ucciso al termine di una lunga operazione di polizia, dopo essersi barricato all’interno del Pulse con alcuni ostaggi. L’attentatore aveva giurato fedeltà allo Stato Islamico (o ISIS).

Virginia Tech, 16 aprile 2007, 32 morti
Lo studente 23enne Seung-Hui Cho spara e uccide 32 persone nel campus universitario della Virginia Tech a Blacksburg, in Virginia, poi si uccide.

Sandy Hook, 14 dicembre 2012, 27 morti
Il ventenne Adam Lanza uccide 20 bambini e 6 adulti nella scuola elementare di Sandy Hook a Newtown, in Connecticut, dopo aver ucciso sua madre nella casa in cui vivevano. Lanza si spara dopo aver compiuto il massacro.

Luby’s Cafeteria, 16 ottobre 1991, 23 morti
Il 35enne George Hennard sfonda con il suo furgone la vetrata della caffetteria Luby’s a Killeen, in Texas, poi spara e uccide 23 persone prima di suicidarsi.

San Ysidro, 18 luglio 1984, 21 morti
Il 41enne James Huberty uccide 21 tra adulti e bambini in un Mc Donald’s di San Ysidro, in California. Viene ucciso un’ora dopo da un tiratore scelto della polizia.

Università del Texas, 1 agosto 1966, 16 morti
Dopo aver ucciso sua madre e sua moglie, l’ex marine Charles Joseph Whitman uccide 16 persone e ne ferisce altre 30 sparando da uno degli edifici dell’Università del Texas ad Austin. Viene ucciso da un agente di polizia.

San Bernardino, 2 dicembre 2015, 14 morti
I coniugi Syed Rizwan Farook e Tashfeen Malik uccidono 14 persone a una riunione dei dipendenti di un ufficio pubblico a San Bernardino, in California. Gli aggressori vengono uccisi dopo un lungo inseguimento: uno dei due aveva giurato fedeltà allo Stato Islamico (o ISIS) prima della strage.

Edmond, Oklahoma, 20 agosto 1986, 14 morti
Il postino Patrick Henry Sherrill spara uccidendo 14 suoi colleghi in 10 minuti, prima di uccidersi.

Fort Hood, 5 novembre 2009, 13 morti
Il maggiore dell’esercito americano Nidal Malik Hasan uccide 13 persone e ne ferisce 32 nella base militare di Fort Hood in Texas, dove lavorava. Viene fermato, processato e condannato a morte.

Columbine, 20 aprile 1999, 12 morti
Il diciottenne Eric Harris e il 17enne Dylan Klebold uccidono 12 persone nel liceo di Columbine, 11 studenti e un insegnante, poi si uccidono.