Phil Schiller
(AP Photo/Marcio Jose Sanchez)

Meglio non usare il riconoscimento facciale degli iPhone X se si hanno fratelli molto somiglianti

O anche se si hanno meno di 13 anni: lo consiglia la stessa Apple, spiegando che Face ID potrebbe confondersi

Apple ha diffuso una guida per gli utenti di iPhone X, il nuovo modello di smartphone presentato la settimana scorsa e dotato di un sistema di riconoscimento facciale per sbloccarlo: tra i consigli, c’è quello di non usare il riconoscimento se si hanno meno di 13 anni, e se si hanno gemelli o anche solo fratelli molto somiglianti. In iPhone X, a differenza delle precedenti versioni di iPhone, non c’è più il Touch ID, cioè il sensore per il riconoscimento dell’impronta digitale integrato nel tasto Home. Si potrà invece attivare la funzione che riconosce il volto, Face ID, sbloccando così il telefono senza dover inserire una password. Apple ha però spiegato che prima dei 13 anni le caratteristiche distintive dei volti dei bambini potrebbero non essersi ancora interamente sviluppate, e per questo potrebbero creare problemi al sistema di riconoscimento.

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Se è vero che i bambini sotto i 13 anni che riceveranno in regalo un telefono da oltre mille euro non saranno moltissimi, Face ID potrebbe creare problemi anche a chi ha gemelli, o in generale fratelli o sorelle con un viso simile al proprio. Il sistema di riconoscimento potrebbe infatti confondere i volti, per alcune caratteristiche simili, e sbloccarsi anche se a usarlo non è il vero proprietario ma un suo consanguineo molto somigliante. Nei casi in cui il proprietario di iPhone X abbia più di 13 anni e non abbia gemelli, Apple dice che c’è una possibilità su un milione che il telefono venga sbloccato con Face ID da una persona diversa dal proprietario, contro una possibilità su 50mila del Touch ID.

Gli iPhone X vogliono uccidere le password

Sulla parte frontale di iPhone X ci sono una fotocamera (quella per i selfie), una fotocamera agli infrarossi, un proiettore di punti e altri sensori. Face ID proietta sulla faccia del proprietario dell’iPhone X circa 30mila punti invisibili, che vengono poi letti dalla fotocamera a infrarossi e combinati con i dati raccolti dagli altri sensori per creare una mappa unica del viso. In questo modo il telefono può ricostruire un modello tridimensionale della faccia, misurando profondità e avvallamenti intorno al naso, alle labbra e agli occhi, elementi unici per ogni individuo. Le informazioni vengono gestite da un apposito chip sul telefono e sono elaborate da un’intelligenza artificiale. La mappa tridimensionale che crea il telefono non è statica, ma si evolve continuamente. Il software di Face ID è programmato per rilevare a ogni riconoscimento i minimi cambiamenti che, giorno dopo giorno, interessano la faccia. In questo modo il riconoscimento rimane accurato anche quando si cambia pettinatura, si lascia crescere la barba, si indossano occhiali da vista, una sciarpa o un cappello. Come avviene da tempo con Touch ID sugli altri iPhone, tutti i dati raccolti da Face ID restano sull’iPhone X isolati dal resto del sistema e non vengono mai comunicati ad Apple.

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