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  • Lunedì 25 settembre 2017

10 cose che si possono vedere su RaiPlay

Il servizio di streaming on demand della Rai funziona bene e ha alcuni punti di forza: un po' di film, documentari e soprattutto vecchi programmi

Quando si citano i principali servizi di streaming di film e serie online, non si pensa praticamente mai a RaiPlay, che è l’archivio online della Rai: è gratuito, bisogna soltanto registrarsi. RaiPlay, per com’è fatto ora, esiste dall’agosto del 2016, quando ha sostituito il vecchio portale Rai.tv cambiandone radicalmente la grafica e il funzionamento. Cambiandoli in meglio, secondo la maggior parte degli utenti: è infatti un servizio efficiente, per quanto riguarda la stabilità e la qualità degli streaming. Certo, ha alcuni difetti rispetto ai concorrenti principali, che siano Netflix o SkyGo: i film sono soltanto in italiano, per esempio (tranne alcuni, pochissimi) e il catalogo non è il migliore. Ma è probabilmente meglio di quanto pensiate: sui film per esempio la scelta non è poca, se non vi pesa il doppiaggio. Per quanto riguarda le serie tv RaiPlay è praticamente inutile (ci arriviamo), ma c’è un ricco catalogo di documentari e soprattutto c’è l’archivio di vecchie trasmissioni della Rai, dagli anni Cinquanta agli anni Duemila, che farà felice gli appassionati di cultura popolare italiana, o dei grandi casi di cronaca nera.

Gli sceneggiati di una volta

Su RaiPlay ci sono molti degli sceneggiati che hanno fatto la storia della televisione italiana, tra gli anni Cinquanta e gli anni Ottanta. Tra gli altri c’è Sandokan con Kabir Bedi, diretto nel 1976 da Sergio Sollima e diviso in sei episodi. Fu uno degli sceneggiati che ebbero più successo, nella storia della Rai, e fu per molti aspetti innovativo: fu tra i primi a prevedere una collaborazione tra produzione italiana e attori stranieri, richiese molti soldi e risorse e coinvolse un regista impegnato e intellettuale. Ma ce ne sono anche molti altri, tipo I promessi sposi del trio comico formato da Massimo Lopez, Anna Marchesini e Tullio Solenghi, che andò in onda nel 1990 ed ebbe un successo enorme. Sempre per farsi venire la nostalgia di com’erano un tempo gli sceneggiati, potete vedere o rivedere Cristo si è fermato a Eboli di Francesco Rosi, scritto da Tonino Guerra, con Gian Maria Volonté e Lea Massari, e basato sull’omonimo romanzo di Carlo Levi. Oppure: La freccia nera, tra i più conosciuti di sempre, Il giornalino di Gian Burrasca con Rita Pavone, Marco Polo di Giuliano Montaldo, che fu trasmesso in 46 paesi, oppure Il giovane Pertini, con l’esordio cinematografico di un giovane Maurizio Crozza nel ruolo da protagonista.

Le vecchie trasmissioni

Ce ne sono tante, da quelle di cui è possibile vedere stagioni intere senza annoiarsi a quelle che sono invecchiate molto male. Della prima categoria, quella che probabilmente interessa a più persone è Blu Notte, la storica trasmissione sui casi di cronaca nera condotta per 12 stagioni tra il 1998 e il 2009 da Carlo Lucarelli. Su RaiPlay non ci sono tutte le puntate, ma solo alcune, sui casi più famosi: dalla strage di Ustica al caso Michele Sindona, dalla banda della Uno Bianca all’omicidio Pasolini. E c’è addirittura – stavolta completo – Mistero in blu, cioè il programma che poi sarebbe diventato Blu Notte. Sempre in tema, c’è Telefono Giallo di Corrado Augias.

Per chi cerca cose più leggere c’è Turisti per caso di Syusy Blady e Patrizio Roversi, o una gran raccolta dei migliori programmi di Renzo Arbore. Per gli appassionati di comici italiani, c’è il Pippo Chennedy Show, cioè il programma che fecero Serena Dandini e Corrado Guzzanti dopo Avanzi e Tunnel, e anche Libero, il programma andato in onda nel 2000 in cui Teo Mammuccari faceva gli scherzi telefonici. Un’altra cosa che probabilmente qualche lettore del Post si ricorda è Pickwick, il programma che fece Alessandro Baricco nel 1994, e che raccontava con ospiti importanti alcuni grandi classici della letteratura. Gli appassionati di cultura pop italiana possono vedersi C’era due volte, un programma che reinterpretava fiabe popolari e che era condotto da Daniele Piombi, Marco Columbro, “Gigi e Andrea” e Ilona Staller, cioè Cicciolina: se ne discusse parecchio, all’epoca. Oppure, tra i grandi classici, c’è il Pinocchio di Carmelo Bene.

Molti documentari

In una selezione, chiamata “I Favolosi”, ce ne sono soprattutto su storie italiane, da Enzo Tortora al Giro d’Italia alle contestazioni del ’77 (a Padre Pio, perfino). Ma ce ne sono molti altri: tra le categorie più ricche c’è quella sulla musica (ce ne sono molti più che sul catalogo italiano di Netflix, per dire, anche se sono produzioni molto più piccole). C’è tutta la serie britannica Rock Legends, che ha dedicato puntate a un sacco di gente, da George Michael agli Smiths ai REM. Poi c’è Discovering Music, della stessa casa di produzione, con puntate su David Bowie, Johnny Cash ed Elton John. Tra quelli che non fanno parte di serie, c’è Video Killed the Radio Star, sull’avvento dei video musicali, e uno su Michel Petrucciani.

Ci sono anche alcuni documentari recenti sugli animali (ma non moltissimi), diverse serie dedicate all’arte e all’architettura, la stagione in corso di Passaggio a Nord Ovest e quella passata di Ulisse, per i fan di Alberto Angela. Ma tra le cose più interessanti c’è The Story of Film, documentario in 15 episodi (di un’ora ciascuno) sulla storia del cinema, disponibile anche su Netflix.

Timbuktu

È uno dei film sull’Africa più apprezzato degli ultimi anni, ed è anche finito nella lista dei 25 migliori film del 21esimo secolo secondo il New York Times. È ambientato in una città del Mali dove arriva un gruppo islamista e impone la Shari’a, e racconta le reazioni e i tentativi della comunità di aggirare e resistere ai divieti: in una delle scene più belle un gruppo di ragazzi gioca a calcio con una palla immaginaria. Il regista ha deciso di girare il film dopo che una coppia non sposata del Mali fu lapidata a morte nel 2012, per fare un tributo alle vittime del terrorismo islamico, compiuto da persone che secondo Sissako «trasformano l’Islam in qualcosa di immaginario».

La Spia

È uno degli ultimi film con Philip Seymour Hoffman, uno dei migliori attori della sua generazione, morto nel 2014 a 46 anni: già questo sarebbe un motivo per recuperarlo, se non l’avete ancora visto. In più il soggetto è di John le Carré, e ci sono anche Rachel McAdams, Willem Dafoe e Robin Wright. Racconta di un agente dei servizi segreti tedeschi di base ad Amburgo che indaga sui legami col terrorismo di un importante accademico musulmano, facendosi aiutare da una studentessa e da un’agente della CIA.

Hungry Hearts

La cosa che potrebbe incuriosire chi non lo conosce è la combinazione film italiano/uno dei più promettenti attori in circolazione. Il regista è Saverio Costanzo, e uno dei due protagonisti è Adam Driver, che nel 2014, quando è uscito il film, era già famoso ma non come adesso: aveva fatto Girls Frances Ha, ma non aveva ancora fatto Star Wars Silence. L’altra protagonista è Alba Rohrwacher. È un film drammatico sulla storia di un ragazzo americano e una ragazza italiana che si innamorano e decidono di avere un figlio: la madre, però, decide di preservare la sua purezza evitandogli ogni contatto col mondo esterno, mentre il padre, preoccupato dall’ossessione della donna, decide di portare via il bambino con sé.

La pazza gioia

È il penultimo film di Paolo Virzì, che ha ricevuto molte recensioni entusiaste: le protagoniste sono Beatrice (Valeria Bruni Tedeschi), una donna molto loquace che dice di essere contessa, e Donatella (Micaela Ramazzotti), una giovane donna tatuata e silenziosa. Entrambe sono ospiti di una comunità terapeutica per donne con disturbi mentali, dove sono sottoposte a misure di custodia giudiziaria. Il film racconta la loro imprevedibile amicizia, che porterà ad una fuga.

Non essere cattivo

È il terzo e ultimo film di Claudio Caligari, regista italiano attorno cui si è sviluppato una specie di culto: è morto nel 2015, dopo aver diretto – oltre a diversi documentari – soltanto tre film, nell’arco di oltre trent’anni. I tre film sono collegati, e Non essere cattivo è l’ultimo. Ci sono Luca Marinelli e Alessandro Borghi, e parla di due tossicodipendenti che decidono faticosamente di ripulirsi e cambiare vita. Fu scelto come film italiano per la selezione dei film candidati all’Oscar per il miglior film straniero, ma alla fine non entrò nella cinquina.

“Le fiction”

Perché poi sono tra i programmi più visti, e quindi è normale che ci sia chi è appassionato: tra quelle più recenti, si era parlato bene di Non uccidere, con Miriam Leone, ma ci sono anche I Medici, di cui per qualche settimana si parlò molto, e in cui c’è sempre Miriam Leone. Non è una fiction, ma tra le cose prodotte dalla Rai su cui c’erano più aspettative c’è la nuova stagione di Camera Cafè, attualmente in onda.

Le serie tv

RaiPlay non è il posto migliore, per le serie tv: non ce ne sono molte, ma soprattutto non sono complete. Ci sono solo alcuni episodi, gli ultimi andati in onda in televisione. Va bene quindi se state seguendo alcune delle serie che sta trasmettendo la Rai e ve ne siete persi un episodio: le migliori sono probabilmente The Night ManagerMad Men e l’ultima di X Files.